Catania, lutto sul corteo

Tragico episodio al corteo di stamattina organizzato dal Movimento studentesco di Catania, contro la fiducia al Governo e l’approvazione del Ddl Gelmini. Alle 13 circa, dopo l’arrivo della manifestazione in piazza Dei Martiri, vicino alla Stazione Centrale, un automobilista che passava nella zona, dopo una discussione con gli studenti che avevano bloccato la strada che lui stava percorrendo in auto con la figlia, è stato colto da un malore, probabilmente un attacco cardiaco. L’uomo, Salvatore Grimaudo, cinquant’anni, è stato soccorso dai manifestanti e trasportato in ambulanza al Vittorio Emanuele, dove ne è stata constatata la morte poco dopo l’arrivo in ospedale. Ogni tentativo di rianimarlo si è rivelato purtroppo inutile.

In seguito all’episodio, il corteo è stato subito sciolto e, in merito all’accaduto, Matteo Iannitti del Movimento ha dichiarato che «abbiamo preso la decisione di sciogliere la protesta in segno di rispetto e vicinanza alla famiglia», pur precisando che «nessuno dei manifestanti deve ritenersi responsabile per quanto successo». Nonostante il tempestivo arrivo dei soccorsi, Iannitti lamenta il fatto che nei pressi della manifestazione non fosse presente un’ambulanza. Interrotta la manifestazione, gli studenti hanno elaborato e diffuso un comunicato stampa di cordoglio per l’automobilista deceduto, annunciando, in segno di lutto, il blocco di qualsiasi mobilitazione per i prossimi giorni.

E forse la presenza di un’ambulanza sarebbe stata necessaria, vista la massiccia partecipazione al corteo di oggi. Circa 5000 tra studenti universitari e delle scuole superiori, docenti e ricercatori sono partiti intorno alle 9:45 da Piazza Roma, per sostenere la sfiducia al governo Berlusconi e, di conseguenza, il ritiro del Ddl Gelmini. I manifestanti hanno attraversato la città, con blocchi stradali e sit-in nelle principali arterie cittadine. A guidare la mobilitazione i ragazzi del Movimento, con l’intenzione, spiega Iannitti, di «paralizzare Catania fino alla votazione della fiducia, per mandare un segnale forte e dire che tutti sono protagonisti dello sfascio di questo Governo e che solo una sua cacciata può comportare un ritorno alla normalità nel nostro Paese». Presenti anche i collettivi delle facoltà in cui più forte è stata la protesta nei giorni scorsi, tra cui Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, Scienze Politiche, Medicina e Lettere, oltre a una delegazione dall’accademia delle Belle Arti. A riempire il corteo anche gli studenti medi, numerosissimi, provenienti da gran parte degli istituti di Catania e provincia. A livello di sindacati, invece, Iannitti precisa che «i Cobas hanno aderito alla piattaforma del Movimento, e anche gli studenti dell’UDU, legati alla Cgil, che non hanno dato l’adesione, ma sono scesi in piazza». Le speranze dei partecipanti sono però state deluse dal sì, prima al Senato, poi alla Camera, alla fiducia al Governo Berlusconi, confermata intorno alle 13.

Il percorso del corteo si è snodato dal viale XX Settembre, passando per piazza Trento e piazza Verga, in cui è stato paralizzato il traffico, fino ad arrivare, attraversando il corso Italia e viale Libertà, a piazza dei Martiri, dove si è concluso a seguito del malore occorso a Salvatore Grimaudo. Il Rettorato in piazza Università doveva essere il punto d’arrivo della manifestazione. Gli studenti del Movimento avevano chiesto le autorizzazioni al Rettore per poter entrare al Palazzo Centrale. Richiesta a cui, secondo Iannitti, avevano ricevuto una risposta negativa.

Filippo Nicotra del Collettivo Spedalieri spiega le motivazione della protesta e vede nella sfiducia al Governo «l’unico modo per fermare l’approvazione del DDL Gelmini», che definisce «un problema per tutti gli studenti», medi ed universitari. «La nostra scuola – spiega – ha tanti problemi interni e il sistema dell’istruzione è in crisi. Noi stiamo provando a fare qualcosa per cambiare». Al motto “incapaci di alzarvi, destinati a cadere”, anche dal Boggio Lera sperano nella sfiducia, e sul futuro non hanno dubbi: «Dopo la fiducia di oggi l’intenzione di lottare non si spegne e ci concentreremo nel contrastare fortemente l’approvazione della riforma Gelmini», spiega Marco Privitera del Collettivo.

Fortissima la presenza degli Alchimisti anonimi di Chimica, con lo slogan “chi chimica tradisce, di chimica perisce”, secondo cui la legge Gelmini deve essere completamente rivista. «L’abbiamo studiata, al contrario di quanto dicono in parlamento – spiega Christian Campanello – e non distrugge il baronato ma lo aiuta». I chimici fanno riferimento ai video della Rete 29 aprile girati sul tetto di Villa Borghese a Roma, in cui i ricercatori in protesta piegano nei dettagli il Ddl, e protestano contro l’ingresso del privato negli atenei pubblici perché «le università si privatizzeranno, con il conseguente aumento delle tasse per gli studenti, che ammonteranno anche a circa 9000 euro all’anno». Gli Alchimisti lamentano anche di non aver ricevuto nessuna risposta dal Rettore in merito al videomessaggio inviatogli qualche giorno fa, e di non essere stati ascoltati neppure dalla Facoltà: «Abbiamo chiesto un incontro al preside di Scienze che ci ha liquidati in pochi secondi – racconta Campanello –. Se dovesse continuare così, ci faremo sentire in maniera più forte». E chiarisce anche le posizioni politiche del Collettivo, che si definisce apartitico: «Non siamo qui per accusare l’attuale Governo, ma tutta la politica italiana. La destra e la sinistra ormai esistono solo tra i cittadini, al parlamento sono solo gli interessi a farla da padroni. La legge Gelmini toglie diritti sia ai ragazzi di destra che a quelli di sinistra. Protestiamo sì contro il Governo, ma soprattutto conto le cariche che attualmente governano il Paese».

Il Coordinamento Unico d’Ateneo, questa volta, non ha aderito alla piattaforma lanciata dal Movimento studentesco, ma, come precisa il prof. Alessandro Pluchino, «oggi la nostra è stata un’adesione individuale, ma comunque numerosa, perché il coordinamento si è voluto mantenere fuori da connotazioni politiche, inevitabili nella giornata odierna proprio perché oggi si discute la fiducia al Governo». Contro la fiducia a Berlusconi, presenti anche i membri del Coordinamento Precari scuola, che esprimono solidarietà agli studenti che si stanno mobilitando. «Vediamo queste mobilitazioni in assoluta continuità con le richieste che i lavoratori della scuola avanzano da due anni – spiega Luca Cangemi – ovvero il ritiro di tutti i provvedimenti Gelmini per la scuola e per l’università».

Forte anche la denuncia dei Giovani democratici, che scendono in piazza per ribadire la contrarietà dei giovani al governo Berlusconi, che, come ribadisce Rosario Liuzzo, «anche se ha ottenuto la fiducia per qualche voto, rimane a tempo determinato». I Democratici denunciano anche i «sì acquistati» e il fatto che finora «nessun intervento è stato fatto per migliorare l’istruzione, le condizioni di lavoro e la situazione economica del Paese, che risulta essere al collasso».

Foto di Claudio Fabrizi, Neda Free Reporter


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