Nuova udienza della fase preliminare del processo per disastro ambientale e gestione di discarica non autorizzata. In aula è la volta dei legali degli indagati per il reato minore di turbativa d'asta. Funzionari universitari accusati di aver falsato la gara d'appalto per i lavori di rifacimento degli impianti di scarico dell'edificio 12 della Cittadella universitaria di Catania
Caso Farmacia, parola alle difese «Accusati per l’errore di un fax»
Continua il processo sul caso della Facoltà di Farmacia di Catania. A intervenire per prima, durante l’udienza a porte chiuse di ieri, è stata la Cgil, parte civile rappresentata dall’avvocato Pierfrancesco Iannello. Il legale, di fronte al giudice Alessandro Ricciardolo, ha ripercorso i passaggi delle lunghe e accurate indagini svolte dalla Procura e ribadito l’importanza di questo processo per cui l’associazione sindacale, «attenta ai diritti dei lavoratori, auspica che venga fatta chiarezza».
Insieme a lui, in aula, i legali degli indagati che avrebbero dovuto prendere la parola. A intervenire, tra questi, è stato però soltanto l’avvocato Attilio Indelicato che assiste Domenico Di Franca, uno dei membri della commissione di aggiudicazione della gara d’appalto per i lavori di rifacimento degli impianti di scarico dell’edificio 12 della Cittadella. Di Franca è accusato, insieme a Lidia Alfieri, Valeria Graffeo e Giuseppe Virzì, di turbativa d’asta e falso ideologico.
Secondo l’avvocato, per il suo assistito e gli altri membri della commissione il fatto non sussiste. «L’accusa – sostiene il legale – chiederebbe il rinvio a giudizio degli imputati sulla base di un errore verificatosi durante la redazione del verbale dell’appalto pubblico». Documento che, secondo la ricostruzione del pm, sarebbe invece la prova che l’asta è stata falsata: le buste sono state aperte prima dell’inizio della seduta, fissata nel verbale alle 9.35. A dimostrarlo, continua l’accusa, un fax con la richiesta di integrazione di documenti mancanti arrivato alle 9.30 e inviato dalla commissione alla ditta Cipea prima ancora che l’asta avesse inizio. A questa accusa, però, Indelicato risponde che «si tratterebbe di un orario sbagliato. Dalla lettura del fax si può notare, infatti, un secondo orario che indica 10.22». Questa anomalia potrebbe essere giustificata, secondo il difensore, con un guasto all’apparecchio dell’azienda. «Ecco perché – conclude – non potendo avere certezza di quale fosse l’orario corretto, chiedo che i quattro funzionari della Facoltà non vengano rinviati a giudizio».
In aula intanto rimangono in silenzio le difese degli indagati principali, quelli accusati di disastro ambientale e gestione di discarica non autorizzata: l’ex direttore amministrativo dell’Università Antonino Domina, il direttore del dipartimento di Scienze farmaceutiche Franco Vittorio, il dirigente dell’ufficio tecnico Lucio Mannino e i cinque componenti della commissione permanente sulla sicurezza (Marcello Bellia, Giuseppe Ronsisvalle, Francesco Paolo Bonina, Giovanni Puglisi, Fulvio La Pergola). I loro difensori rimandano la discussione che li riguarda alla prossima udienza, il 7 novembre.
Per conoscere la decisione del giudice sul rinvio a giudizio bisognerà attendere, invece, quella successiva, prevista per il 17 novembre prossimo.