La partenza del servizio era prevista per agosto 2018. Ma dagli uffici si apprende che «la bonifica dei dati ancora non c'è stata». E sfuma l'allineamento dell'anagrafe comunale con quella del ministero degli Interni. «Ci stiamo lavorando» assicura Mattina
Carta d’identità elettronica, l’avvio finalmente ad aprile? E il Comune spende 14mila euro per le tessere cartacee
«Solo poche settimane all’avvio anche a Palermo della distribuzione delle carte di identità elettroniche che andranno a sostituire quelle cartacee». Lo scriveva in una nota il Comune di Palermo lo scorso 16 ottobre 2018. Le settimane però sono diventate mesi, e a distanza di 150 giorni dall’annuncio la confusione regna sovrana tra gli uffici dell’Anagrafe di viale Lazio: c’è chi indica aprile come data certa per l’avvio, chi addirittura settembre. E dire che la promessa di ottobre dell’anno scorso seguiva un altro rinvio, visto che il primo avvio della tessera magnetica con il microchip era previsto ad agosto 2018. «Ci stiamo lavorando» afferma il neoassessore all’Anagrafe Giuseppe Mattina. Che, dopo il rimpasto e la nuova delega, dovrà affrontare immediatamente un caso che si preannuncia spinoso.
Anche perché sempre ad ottobre era lo stesso Comune a segnalare i motivi del ritardo, ovvero il fatto che «il subentro del sistema elettronico per i documenti di identità nella nostra città ha subito un lieve ritardo dovuto ad una lunga e complessa operazione di verifica e bonifica dei dati contenuti nell’anagrafe cittadina prima che tali dati fossero allineati appunto con l’anagrafe nazionale. Nel corso delle verifiche era infatti emerso che per alcuni nuclei familiari e cittadini (circa lo 0,7 per cento del totale, cinquemila persone) i dati non erano corretti al 100 per cento e si è quindi proceduti ad un lavoro di verifica dei singoli casi. In questa fase si è inoltre provveduto a completare il caricamento e l’aggiornamento dei dati relativi alle nuove cittadinanze, cioè quelle iscrizioni in anagrafe nazionale di cittadini che hanno acquisito la nazionalità italiana dopo la nascita».
A sentire oggi gli uffici del Comune, però, il problema non è ancora risolto. «La bonifica dei dati non c’è ancora stata – dicono – Ad oggi risultano ottomila dati da bonificare, perché nel frattempo sono aumentati i dati delle persone che ad esempio da Palermo si sono trasferite altrove. Resta poi il problema dell’allineamento dell’anagrafe comunale con l’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr), gestita dal ministero dell’Interno.Oggi comunque è arrivata una nota che indica come aprile il mese dell’effettiva partenza del servizio, stiamo lavorando per essere pronti a quella data». Dopo il corso dei formazione dei dipendenti, voluto dall’ex assessore ai Servi Demografici Giuseppe Nicotri, restano dunque le annotazioni e le iscrizioni per ciascun cittadino.
Un lavoro immane, con gli arretrati che si sono accumulati. Tanto che il 12 marzo il Comune di Palermo ha deliberato una spesa di 14.630 euro per l’acquisto di nuovo modelli per le carta d’identità. Ma ancora cartacee. Un impegno di spesa già previsto dalla determina dirigenziale n°40 del 30 novembre 2018, «vista la quantità di carte d’identità rilasciata dal servizio Anagrafe e Stato Civile e il fabbisogno necessario per consentire senza soluzione di continuità il rilascio del documento ai soggetti richiedenti». Ogni documento vergine, da acquisire presso il Ministero degli Interni tramite la prefettura di Palermo e attraverso un versamento alla Banca d’Italia, costa 44 centesimi. E mentre il capoluogo siciliano attende, in mezza Sicilia il servizio è già da tempo attivo, da Catania a Gela passando per Enna.