Kouceila Zerguine è un avvocato algerino e rappresenta il Collettivo dei migranti dispersi in mare. Tra i volontari internazionali, insieme a lui, c'è anche Imed Soltani, in rappresentanza delle madri di tunisini dispersi durante il viaggio verso l’Italia. O gli attivisti messicani che si battono per la stessa causa
Carovana per diritti dei migranti fa tappa in Sicilia Una valigia piena di foto per cercare gli scomparsi
«I governi europei adottano un approccio securitario alla gestione dell’immigrazione, al punto da demonizzare la figura del migrante e di fare di questa Europa sempre di più una fortezza». Kouceila Zerguine è un avvocato algerino e rappresenta il Collettivo dei migranti dispersi in mare, che da tempo lavora per far luce sul destino di centinaia di vite umane scomparse, tra il 2007 e il 2008, nelle acque territoriali algerino-tunisine. Un periodo in cui l’agenzia europea Frontex era già attiva e «collaborava alle famose campagne di lotta all’immigrazione detta clandestina, illegale o ancora irregolare, gestita con zelo e determinazione dalle guardie costiere algerine e tunisine».
Zerguine è arrivato in Sicilia domenica scorsa per unirsi alla seconda edizione della Carovana italiana per i diritti dei migranti, per la dignità e la giustizia. Un’iniziativa di un gruppo di attivisti internazionali che, partita da Torino il 2 aprile, ha già percorso la penisola con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’immigrazione, ma anche per incontrare e unire le esperienze di associazioni, reti e comunità impegnate sul fronte della difesa dei diritti umani. Dopo le tappe di Caltanissetta, al Cie di Pian del Lago, Sutera, Vittoria, Niscemi e Siracusa, il viaggio di solidarietà culminerà il 16 aprile nella partecipazione alla manifestazione nazionale No Frontex di Catania.
«La partecipazione alla carovana migranti rappresenta l’occasione di far sentire la nostra voce all’opinione pubblica internazionale, in un momento in cui si assiste ad una banalizzazione mediatica della vita umana». Appena atterrato all’aeroporto etneo, Zerguine mostra una valigia piena di foto raffiguranti i migranti algerini di cui segue le tracce, insieme alle loro famiglie, da quasi dieci anni. «Le foto parlano meglio di noi e di qualunque discorso politico; le porto sempre con me per mostrarle ad ogni occasione possibile».
Ad accompagnare i volontari internazionali, anche Imed Soltani, dell’associazione Terre pour nous, carovaniere venuto in rappresentanza delle madri di tunisini dispersi durante il viaggio verso l’Italia. Oltre ad alcuni testimoni provenienti da Messico e Honduras. Una partecipazione che, nell’intento degli organizzatori, vuole evidenziare il legame della carovana italiana con il Movimento migrante mesoamericano che organizza ogni anno la Caravana de Madres centroamericanas buscando a sus familiares desaparecidos, una marcia delle madri dei migranti scomparsi nel tentativo disperato di varcare la frontiera del Rio grande, tra Messico e Stati Uniti. Un dramma analogo a quello che si consuma nelle acque del Mediterraneo. «L’impressione è che la morte o il destino dei migranti non vanno oltre il flusso mediatico di cifre», ha dichiarato Zerguine, critico sul modo in cui i principali organi di stampa riportano queste notizie, limitando l’attenzione al numero dei deceduti a bordo dei barconi affondati. «Si dice trecento, mille, quattromila morti, ma abbiamo a che fare con persone e non con cifre; e dietro ogni persona c’è una famiglia, una madre e un padre che continuano a cercare i loro figli di cui non hanno più notizia».
Alla domanda sui recenti accordi stretti dall’Unione europea con Grecia e Turchia per la gestione dei flussi migratori, il legale algerino risponde diretto: «Quegli accordi, semplicemente, violano il diritto internazionale, in particolare la Convenzione di Ginevra sulla protezione dei rifugiati, perché operano una selezione dei richiedenti asilo sulla base della loro nazionalità». Quello di rifugiato, al contrario, «è uno status individuale, che va concesso sulla base di una valutazione personale di ciascun soggetto». In virtù di queste violazioni, secondo Zerguine, «l’Europa è sul punto di screditare il suo impegno come protettrice dei diritti umani».
E proprio in opposizione alle politiche europee sull’immigrazione, il 16 aprile si svolgerà a Catania la manifestazione nazionale, indetta dagli antirazzisti catanesi, contro l’apertura di una sede operativa dell’agenzia Frontex in città. Al corteo, che partirà dal porto, si uniranno anche gli attivisti della Carovana migranti, come tappa conclusiva del loro tour siciliano. «Qui a Catania ho avvertito la stessa atmosfera di casa mia, lo stesso spirito mediterraneo», ha commentato entusiasta Zerguine. Che sulle possibilità di una reale integrazione dei rifugiati in fuga, guarda fiducioso a quell’essenza comune. «L’integrazione può partire da qui, da questo spirito innato che ci unisce».