Caronia, chiuse le indagini sui misteriosi incendi Li avrebbero appiccati padre e figlio per i rimborsi

La procura di Patti — in provincia di Messina — ha inviato un avviso di chiusura indagini per Giuseppe Pezzino, 26 anni, e per il padre Nino, 55 anni, accusati di tentativo di truffa e allarme sociale perché considerati responsabili di alcuni dei misteriosi roghi che si sono sviluppati nella frazione di Canneto di Caronia, nel Messinese. Il giovane si trova ai domiciliari mentre il padre, presidente del comitato dei residenti che chiedevano aiuti economici per affrontare la situazione, era stato raggiunto da un avviso di garanzia. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri Giuseppe Pezzino sarebbe l’autore di alcuni degli incendi di Canneto di Caronia nel 2014 e il padre sarebbe complice del giovane. 

Secondo gli inquirenti i roghi — scoppiati sempre negli stessi luoghi — sarebbero stati causati da Giuseppe Pezzino con la complicità del padre. Quest’ultimo, nel frattempo, aveva riunito i concittadini in un gruppo civico che chiedeva l’intervento delle istituzioni per coprire le spese sostenute dai cannetani, alcuni dei quali per la disperazione sono anche stati costretti a lasciare le proprie abitazioni. Il 26enne già dallo scorso ottobre era indagato con l’accusa di aver dato fuoco ad alcuni oggetti in casa cercando di farli rientrare nella categoria degli incendi misteriosi.

Negli ultimi dieci anni sono state numerose le ipotesi avanzate per spiegare il fenomeno. Dall’elettromagnetismo proveniente dal mare alla dispersione di corrente dalla vicina rete ferroviaria. Alcune teorie lasciavano spazio all’intervento di poltergeist e anche oggetti volanti non identificati. Con un’apposito decreto, dal 2005 è stata creata una commissione formata da esperti della protezione civile nazionale e dalla Regione. Una sorta di tavolo tecnico che ha previsto anche un impegno di spesa. Pochi mesi fa, a ottobre, il consiglio dei ministri ha avviato una nuova commissione — presieduta dal capo della protezione civile Franco Gabrielli — e composta dai rappresentanti dei ministeri di Interni, Difesa, Ambiente e Salute. 


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Sono finite le indagini a carico di Giuseppe Pezzino, 26 anni, e del padre Nino, 55 anni, accusati di essere gli autori dei roghi — per anni ritenuti inspiegabili — che hanno colpito la frazione di Canneto del piccolo Comune nel Messinese. I due avrebbero agito per ottenere gli aiuti economici previsti per affrontare la situazione

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