Caro carburanti, l’incontro tra autotrasporto e il ministero «Fiduciosi ma ancora nessuna misura sul costo del gasolio»

È appena terminato il tavolo di confronto per cercare delle soluzioni in grado di porre un freno alla serie di rincari che sta coinvolgendo tutto il mondo dell’autotrasporto. L’esito dell’incontro stavolta, e a differenza dei precedenti, non ha lasciato l’amaro in bocca agli operatori del settore ma per le conclusioni bisognerà attendere ancora. «Ci hanno proposto un protocollo che dimostra un’apertura alle nostre richieste», spiega a MeridioNews Giorgio Stracquadanio della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. Un’apertura che sebbene dimostri un cambio di rotta, «per il momento – sottolinea Stracquadanio – le proposte che ci sono state avanzate non descrivono la misura per un intervento sul costo del gasolio». Tra i temi oggetto dell’incontro c’è stato l’adeguamento automatico del costo del carburante ai valori di mercato e alla qualità e quantità di merce trasportata, considerata anche la condizione di insularità di Sicilia e Sardegna, i valori indicativi obbligatori per i contratti verbali e una normativa più incisiva sui tempi di pagamento e di attesa per il carico e lo scarico delle merci. «Tutte richieste di cui si parla da anni ma che non sono mai state affrontate». 

«Un intervento sulle accise non è più rinviabile», ha commentato Teresa Bellanova, viceministra alle Infrastrutture e alle Mobilità sostenibili, poco prima dell’apertura del tavolo di confronto con il settore dell’autotrasporto. «Il caro carburante rischia di strozzare un segmento strategico per il paese – ha ribadito -, ripercuotendosi su altri settori ugualmente essenziali e di prima necessità. Serve agire adesso, con coraggio e determinazione perché – ha aggiunto – dopo sarebbe troppo tardi». Dopo le incessanti richieste delle parti sociali il governo sembra prendere sul serio la questione, «anche se al momento – si legge nel comunicato stampa di Unatras, l’Unione nazionale delle associazioni dell’autotrasporto – non abbiamo firmato alcun accordo e il tavolo resta aperto». E precisa: «Sabato sono confermate le nostre manifestazioni per protestare contro le speculazioni sul prezzo e sulla carenza del canale extra rete». 

In merito all’adeguamento del costo del gasolio, per Stracquadanio, «è assurdo che sia tutto a carico nostro» perché si aggiunge a quelli derivanti dalla condizione di insularità. «Se lei chiede a un impiantista di montarle un condizionatore – esemplifica Stracquadanio -, pagherà la manodopera ma anche il condizionatore: ecco a noi pagano solo la manodopera». Nel caso in questione, c’è una tariffa fissa in cui deve rientrare anche il costo del carburante. «Ecco perché – spiega Stracquadanio – abbiamo richiesto un sistema di doppia fatturazione». A preoccupare sono anche i tempi di attesa. «Per legge possiamo guidare solo nove ore – spiega il sindacalista -, ma nel conteggio non vengono ricomprese le ore di attesa per lo scarico delle merci, così come (per Sicilia e Sardegna), non vengono ricompresi i tempi di attesa per l’imbarco e lo sbarco dai traghetti – aggiunge – ulteriori complicazioni che rendono difficile il servizio e aumentano i costi». Da febbraio la questione è sotto i riflettori di associazioni di settore e istituzioni, per cercare di porre un freno agli aumenti per molti ingiustificati che colpiscono tutta Italia. 

Prima gli autotrasportatori, poi i cantieri edili, dopo ancora è stata la volta dei pescherecci costretti a fermarsi a seguito del triplicarsi dei prezzi. A risentirne è il settore dell’agroalimentare che, tra stop e riprese, non è più stabile. Così come è fuori controllo il prezzo del carburante che ormai sfiora i due euro e quaranta al litro. A rischio c’è tutta la filiera. «Il decreto per ridurre il prezzo dei carburanti sarà pronto questa settimana – ha detto il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli -. Il tema è riuscire a capire come reperire le risorse necessarie per un intervento che sia percepibile da imprese e cittadini». Le parole del ministro da una parte calmano gli animi, dall’altra – è il caso degli autotrasportatori sardi – non placano le proteste. Che continueranno fino a che non si arriverà a soluzioni concrete che vadano al di là degli annunci. «Abbiamo apprezzato l’impegno a valutare i contenuti con la base – conclude Stracquadanio -, adesso stiamo valutando il protocollo in attesa che la questione venga ridiscussa in sede di ridefinizione complessiva prevista per giovedì prossimo, all’interno del decreto infrastrutture: domani entreremo più nel merito». 


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