Costume e società

Come ogni Capodanno, tornano i botti: già molti sequestri e feriti per il più stupido (e rischioso) tra i modi di festeggiare

Per articoli come questo il rischio di usare formule retoriche o di risultare paternalisti è molto alto. Tenendo ben presente questo elemento – al quale si farà attenzione – non si può non notare come anno dopo anno resista, soprattutto al Centro e al Sud, la voglia e il costume di festeggiare l’arrivo del nuovo anno con il più stupido e rischioso tra i modi per farlo: sparare i botti. Ora, vero è che i fuochi d’artificio hanno una storia affascinante e in un certo senso anche preziosa – legata alla scoperta della polvere da sparo e a un pezzo di storia della Cina – ma la pratica di sparare a Capodanno costringe ogni anno il personale medico e i media a occuparsi di persone morte e ferite per degli incidenti che sono tra i più evitabili in assoluto: semplicemente basterebbe non usare botti e fuochi.

Perché la questione dei botti che si sparano a Capodanno è molto diversa dal più ampio dibattito sull’opportunità o meno di continuare a sparare i fuochi d’artificio nelle feste di paese e per le ricorrenze dei santi e delle sante che la Chiesa cattolica celebra. In questi casi, infatti, a occuparsi dei fuochi sono ditte specializzate, che quello fanno per mestiere; gli incidenti succedono anche in quel settore, ci mancherebbe, ma l’incidenza non è per nulla paragonabile a quella che si ha quando a maneggiare botti e petardi sono persone comuni, non addestrate per farlo. Resta comunque aperta la discussione sulle risorse pubbliche o private utilizzate – destinate ai fuochi e non ad altre spese, magari legate alla medesima manifestazione – e quella legata al benessere degli animali, visto che è ormai conclamato come sia quelli domestici sia gli uccelli che vivono nelle nostre città soffrano – e non poco – i fuochi d’artificio, che in alcuni casi possono essere loro fatali.

Per Capodanno, invece, anche persone comuni si improvvisano mastri del petardo, con il risultato che qualcuno perde qualche dito, altri un occhio, altri ancora ci lasciano la pelle. Negli ultimi giorni quattro ragazzi sono stati ricoverati al Policlinico di Palermo per ferite causate da botti: in un caso si tratta di un 16enne, che ha riportato anche ferite al volto, ha rischiato di perdere alcune dita di una mano ed è in prognosi riservata. È anche per questo episodio che il sindaco di Palazzo Adriano – comune del Palermitano di cui è originario il 16enne – ha firmato un’ordinanza «per il divieto di utilizzo di articoli pirotecnici infiammabili o esplodenti»; stessa cosa ha fatto sabato il sindaco di Palermo, che ha vietato «su tutto il territorio comunale l’accensione e il lancio di fuochi d’artificiomortaretti e bombette dal 30 dicembre al 2 gennaio 2025». Sempre per festeggiare, poi, qualche cervello sopraffino spara direttamente con la pistola – come se si trattasse di accendere una fiaccola o di stappare una bottiglia – ma questo è veramente un capitolo a parte.

Le criticità legate ai botti di Capodanno, però, non riguardano soltanto le persone che si feriscono sparandoli, ma anche la proliferazione di un mercato illecito di fuochi e di petardi; anche se questo, in effetti, è un discorso di tipo diverso, che c’entra meno con l’usanza e più con il commettere un crimine. Sta di fatto che qualcuno sfrutta la domanda consistente per creare un’offerta e un business illecito. Solo ieri a Palermo, nel quartiere Zen, sono stati sequestrati dai carabinieri 60 chili di botti detenuti illegalmente e sono state denunciate due persone: secondo i militari, la presenza del materiale esplosivo rappresentava «un potenziale pericolo per tutti i residenti del condominio». Sempre ieri a Mascalucia, in provincia di Catania, 8200 botti – per un peso di circa 70 chili – sono stati sequestrati dalla polizia: un 42enne, con diversi precedenti penali, ne avrebbe pubblicizzato la vendita su un social media ed è stato denunciato per detenzione abusiva di artifizi pirotecnici. Il giorno prima a Misterbianco, sempre nel Catanese, oltre 4000 botti illegaliper un peso di circa 170 chili – sono stati sequestrati dalla guardia di finanza: anche in questo caso una persona è stata denunciata.

Ma se usciamo dal contesto dei festeggiamenti di fine anno, c’è un ultimo elemento legato ai fuochi che dev’essere considerato: lo sdoganamento degli spari per compleanni, feste e matrimoni. Da qualche anno, infatti, si è diffusa la moda di usare botti e fuochi d’artificio nel momento centrale di un ricevimento di nozze, durante i diciottesimi e anche alla mezzanotte di compleanni normali (quindi non cifre tonde o festeggiamenti particolari). Non lo fanno tutti, ci mancherebbe, ma è una tendenza in crescita e abbastanza diffusa soprattutto in certe fasce della popolazione; e forse la cosa c’entra con l’estetica dell’avvenimento, con la possibilità di mostrarlo sui social e con una sorta di prestigio che ti auto-attribuisci se fai vedere che per la tua festa puoi permetterti anche dei fuochi d’artificio.

Torniamo al Capodanno. Secondo i dati della polizia, nella notte tra il 31 dicembre 2023 e l’1 gennaio 2024 una persona è morta e 274 persone sono state ferite (dodici per incidenti con armi da fuoco, 262 per l’esplosione di fuochi d’artificio): di queste, 49 sono state ricoverate in ospedale. L’anno precedente 180 persone ferite, di cui 48 ricoverate in ospedale. L’anno ancora prima – parliamo della notte tra il 31 dicembre 2021 e l’1 gennaio 2022 – 124 persone erano state ferite, di cui 31 ricoverate. E se togliamo la notte di Capodanno a cavallo tra il 2020 e il 2021 – che ha fatto registrare solo una persona morta e 79 ferite, probabilmente perché si trattava del primo Capodanno in pandemia e quindi con minore possibilità di festeggiamenti – negli anni precedenti sono state ferite dai botti circa 200 persone ogni anno: 204 nel Capodanno 2019-2020, 216 (2018-2019), 212 (2017-2018), 184 (2016-2017) e 190 (2015-2016). Non resta che aspettare i dati del Capodanno che stiamo per festeggiare e incrociare le dita.

Mauro Gemma

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