Cantone in commissione regionale Antimafia «Criteri discutibili negli affidamenti delle Asp»

Mafia e corruzione, rifiuti, appalti e sanità, ma anche degli episodi che hanno riguardato il Cara di Mineo. Raffaele Cantone, in occasione dell’audizione in commissione regionale antimafia, ha toccato una serie di temi in generale, ma anche scendendo in dettaglio. Il presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione si è soffermato nella prima parte della riunione anche su alcuni aspetti di carattere generale, affermando che «la trasparenza non è un meccanismo neutro, i deterrenti per eliminare la corruzione vanno alimentati, non dobbiamo partire dalla premessa ineluttabile che la pubblica amministrazione sia irrecuperabile. La gente con la schiena dritta esiste». 

Cantone ha quindi sottolineato che «il modello del Cara di Mineo in termini di gestione degli immigrati era intelligente ed è stato trasformato in un paradigma negativo. Era un modo per coinvolgere i cittadini quello del Consorzio dei comuni come stazione appaltante, per gestire uno dei Cara strategici del nostro Paese. Ma l’appalto – ha continuato – era costruito con una logica su misura per un singolo soggetto, perché conteneva una eterogeneità di servizi concentrati insieme. Dalla gestione dei pasti alla manutenzione. Non è un caso che chi ha vinto l’appalto ha fatto un ribasso dell’uno per cento. Il Consorzio ci aveva chiesto di rivedere il nostro parere che rimaneva per noi elusivo dei principi della concorrenza e di trasparenza . Si è rivelato poi un bando corruttivamente costruito a cui ha fatto seguito il commissariamento della struttura in questione».

Sulla situazione dei rifiuti in Sicilia, Cantone ha descritto di una situazione complessa: «Ci è sembrato preoccupante che molto spesso le regole in materia di appalti non sono state rispettate e spesso si è fatto ricorso a proroghe di appalti in corso. Il problema più rilevante rimane quello della proprietà delle discariche, un tema che approfondiremo anche alla luce delle dichiarazioni del sindaco di Palermo Orlando. Siamo intervenuti nella vicenda Oikos commissariando sia la struttura sia la gestione». L’appesantimento burocratico favorisce la corruzione: «È in via di conclusione una importante attività che abbiamo svolto su alcuni affidamenti fatti dalle Asp siciliane nell’assistenza domiciliare integrata agli anziani disabili. Abbiamo verificato che in molte aziende sanitarie, in sei casi su nove, i criteri sono discutibili sia per i bandi che per le modalità di affidamento. Abbiamo segnalato la stranezza della presenza massiccia di un’unica cooperativa in tutti i sistemi delle aziende sanitarie siciliane». 

Sul codice etico che il presidente della commissione antimafia Nello Musumeci sta portando avanti, Cantone ha ribadito la sua favorevole posizione anche se non si è detto del tutto d’accordo sugli eventuali meccanismi sanzionatori. Cantone ha anche parlato di «occasione perduta» per quanto riguarda i beni confiscati, anche se non è voluto entrare nel merito della inchiesta condotta dalla Procura di Caltanissetta. Duro il presidente Musumeci su alcuni aspetti della vita amministrativa siciliana: «È mai possibile che un amministratore debba farla sempre franca anziché assumere la responsabilità rispetto alle norme del suo operato?». 


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