Inseguiti e morsi da un cane randagio: a poche ore di distanza è successo due volte a Catania. La prima a un uomo in bicicletta, che transitava la sera del 27 agosto da via Playa. La mattina sucessiva è toccato a una ragazza a pochi metri dall’ingresso dell’aeroporto Fontanarossa. Due episodi conclusi con solo alcuni punti di sutura per i due sfortunati aggrediti, e tanta paura. «Una situazione inaccettabile», denuncia il gruppo di appassionati delle due ruote Salvaiciclisti, in supporto del ciclista ferito, Gaetano Gangemi, che in compagnia dei propri figli stava percorrendo la strada del popolare quartiere di San Cristoforo per una serena passeggiata, organizzata come ogni martedì sera da altro gruppo ciclistico catanese, Ruote libere. «Non è la prima volta che in questa zona i ciclisti sono stati azzannati da cani randagi. Il tragico caso di martedì dimostra lurgenza di affrontare in modo più radicale il problema. Lo chiediamo come ciclisti al sindaco Enzo Bianco e allAusl di Catania», denunciano gli appassionati delle due ruote.
In attesa di una risposta dalle autorità cittadine, è però la Sac, la società che gestisce l’aeroporto Fontanarossa, a rispondere sul caso della giovane ventisettenne Anna che, come raconta il quotidiano La Sicilia, è stata azzannata mentre si recava sul posto di lavoro all’interno dell’aerostazione. «Non ci sono in zona branchi di randagi con caratteristiche di stanzialità», fa sapere la Sac, che informa anche di aver avvertito dell’accaduto l’assessore comunale al ramo Saro D’Agata, e recentemente anche il canile Nova Entra, che avrebbe provveduto ad accogliere presso le proprie strutture sei cani. Un annoso problema quello dei cani randagi, soprattutto nella zona sud di Catania: una emergenza «impossibile da controllare», secondo le associazioni animaliste. Salvaiciclisti aggiunge però la possibilità che, in via Playa, i cani che hanno colpito Gangemi fossero «ben addestrati al controllo del territorio da parte di soggetti malavitosi», un’ipotesi supportata dalle testimonianze raccolte proprio sulla pagina Facebook del gruppo. «Credo si tratti dello stesso cane che ha aggredito me e mia moglie lo scorso anno. È ben nutrito, e sembra tutt’altro che randagio. Abbiamo rinunciato a fare quella strada», spiega un’utente sulla bacheca del social network. «Ai bambini dopo questi fatti passerà la voglia di una serena passeggiata in bici», conclude, amaramente, il comunicato di Salvaiciclisti.
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