Cambiare la Sicilia fermando il Muos e il rigassificatore di Porto Empedocle, due facce della stessa medaglia

QUASI PER UN SEGNO DEL DESTINO, NEL GIORNO IN CUI A PALERMO VA IN SCENA UNA GRANDE MANIFESTAZIONE POPOLARE CONTRO IL ‘MOSTRO’ ELETTROMAGNETICO DI NISCEMI, LA GIUSTIZIA PUNTA I RIFLETTORI SUL’ALTRO ‘MOSTRO’ IN CORSO DI REALIZZAZIONE A DUE PASSI DALLA VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO. INIZIA UNA RIVOLUZIONE PER LIBERARE LA NOSTRA ISOLA DA TUTTE LE SCHIFEZZE?

Mentre scriviamo la manifestazione per scongiurare la realizzazione del Muos a Niscemi è in corso. Uomini, donne, giovani, anziani provenienti da tutta la Sicilia – ma anche da fuori la Sicilia – sono a Palermo, in Piazza Politeama. Dal cuore del capoluogo siciliano si dirigeranno a palazzo d’Orleans, la sede del più sgangherato e inutile Governo della storia dell’Autonomia siciliana.

Contemporaneamente – quasi un segno del destino – la magistratura ha acceso i riflettori su un altro grande scempio in corso in Sicilia: la realizzazione del rigassificatore più grande d’Europa. Un ‘mostro’ d’acciaio in corso di realizzazione nella Valle dei tempi, a meno di un chilometro, in linea d’aria, dalla Valle dei templi di Agrigento.

Le forze dell’ordine, oggi, hanno messo i sigilli ai cantieri del rigassificatore di Porto Empedocle. La stessa cosa, purtroppo, non possiamo dire del Muos di Niscemi: lì, i sigilli, dovranno apporli i siciliani con nuove manifestazioni popolari che dovranno coinvolgere tutti i siciliani,. A cominciare dagli studenti.

Da quello che sentiamo, dalle indiscrezioni che raccogliamo, apprendiamo che la manifestazione di oggi, a Palermo, non è un punto di arrivo: al contrario, è un punto di partenza: l’avvio di una grande ‘catena’ di manifestazioni popolari che, da ottobre a dicembre dovrebbe coinvolgere tutti i Movimenti contrati alla militarizzazione della Sicilia e, segnatamente, alla realizzazione del Muos di Niscemi.

Oggi, però, non è importante capire perché il presidente della Regione siciliana ha cambiato opinione sul Muos: prima ‘fermamente’ contrario, oggi ì ‘fermamente’ favorevole. Il presidente Crocetta, oggi, non rappresenta la Sicilia: rappresenta solo se stesso, le sue contraddizioni e la minoranza, in larga parte clientelare che gli tiene bordone. E’ già un personaggio del passato che è già un incubo del quale la Sicilia si deve liberare.

Oggi l’emergenza della Sicilia è rappresentata dal Muos, che va sbaraccato insieme con le vecchie antenne che gli americani hanno piazzato a Niscemi nel 1992: è rappresentata dal rigassificatore di Porto Empedocle che va bloccato: è rappresentata dalle discariche che vanno chiuse: è rappresentata dai privati che controllano l’acqua dei siciliani che vanno cacciati: è rappresentata dalla proliferazione di pale eoliche – peraltro inutili, perché non collegate alla rete – che va fermata: è rappresentata dall’elettrodotto della Valle del Mela che va smontato: è rappresentata dall’inquinamento assurdo di Milazzo che va interrotto: è rappresentata dall’arrogante presenza dell’Eni a Gela che, con appena 700 miserabili posti di lavoro, tiene in ostaggio un’intera comunità e un territorio: è rappresentata dalle raffinerie di Augusta che avvelenano ogni giorno migliaia di siciliani.

Berlusconi si lamenta dicendo che i magistrati “invadono” la politica condizionandola. Noi, invece, ci auguriamo che la magistratura faccia luce – cosa che sta già facendo – sul rigassificatore di Porto Empedocle; ci auguriamo che faccia luce sull’occupazione da parte dei militari americani, della Riserva naturale dove hanno piazzato il Muos, perché lì i militari non sarebbero potuti entrare; ci auguriamo che faccia luce sulle discariche siciliane e sui truffatori che vi hanno speculato sopra; ci auguriamo che, a partire dall’incredibile storia di Girgenti Acque, la magistratura faccia luce sui privati che stanno gestendo in modo devastante l’acqua dei siciliani; ci auguriamo che continui a fare luce sulle pale eoliche; ci auguriamo che faccia luce sull’inquinamento di Milazzo; ci auguriamo che faccia luce sull’inquinamento provocato dall’Eni in Sicilia e sull’inquinamento provocato dalle raffinerie di Augusta.

Rispetto a questi problemi la politica siciliana ha fallito. Non è in grado di difendere la Sicilia e la salute dei siciliani. Dietro tutte le autorizzazioni concesse a tutti questi soggetti nel corso degli ultimi trent’anni c’è una generalizzata corruzione che è culturale prima che amministrativa e penale.

Non dobbiamo dimenticare che se oggi sappiamo ‘qualcosa’ sull’inquinamento del mare di Siracusa lo dobbiamo a un giovane pubblico ministero che, un decennio addietro o giù di lì, scoprì che le industrie della piana di Siracusa scaricavano in mare ‘tonnellate’ di mercurio.

Certo, poi tutto è stato messo a tacere. Ma il segnale c’è stato. Che ha fatto la politica siciliana dopo la scoperta del mercurio nel are di Siracusa? Promesse di grandi interventi per la bonifica. Solo chiacchiere.

L’unica cosa concreta che la politica siciliana – e di Siracusa in particolare – ha provato a mettere in campo è stata la realizzazione di un secondo rigassificatore tra Priolo e Melilli. Un rigassificatore in un’area ad alto rischio sismico! E l’avrebbero realizzato se non si fosse profilata la galera!

Così torniamo al Muos. Alle ‘autorizzazioni’ rilasciate dalla Regione siciliana, nell’estate del 2009, per realizzarlo dentro una Riserva naturale. In barba alla legge.

Arriviamo al Muos: all’Istituto superiore della sanità che, contro la scienza – e contro il principio di precauzione – sostiene che onde elettromagnetiche non fanno male alla salute. Arriviamo alla manifestazione di oggi e alla lottas che inizia oggi per liberare la Sicilia da tutte queste schifezze: Muos di Niscemi, rigassificatore di Porto Empedocle, le discariche, i privati che si sono impadroniti dell’acqua dei siciliani, le pale eoliche, l’inquinamento della Valle del Mela e di Milazzo, l’inquinamento provocato dall’Eni, le raffinerie di Augusta.

La strada da percorre per far rinascere la Sicilia è ancora lunga. Ma i giovani siciliani si stanno svegliando. Tocca a loro cambiare la politica. In attesa che la politica cambi tocca alla magistratura sostituirsi a una politica che, almeno sui temi della salute pubblica, come direbbe lo scrittore Stefano D’Arrigo, “parla una lingua che non sa più dire”.

A Palermo la scossa dei No Muos: “Pronto un nuovo studio del CNR”

 

 

 

 


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