L'impresa di Manerbio è ufficialmente fallita. Lo ha decretato il tribunale di Catania che ieri ha emesso il documento con il quale si nomina la curatrice fallimentare Rosanna Piazza. Adesso i lavoratori che vantano crediti potranno presentare richiesta di pagamento di mensilità e trattamenti di fine rapporto
Call center Qè, dichiarato il fallimento dell’azienda «Incontro con ex dipendenti per stipendi arretrati»
Il tribunale fallimentare di Catania, presieduto da Laura Renda, ha sancito la fine dell’azienda Qè. Nella giornata di ieri è stata decretato il fallimento dell’azienda bresciana dove fino allo scorso anno trovavano occupazione 575 lavoratori. È stata inoltre nominata Rosanna Piazza come curatrice fallimentare, a seguito di un’istanza che era stata presentata lo scorso 21 aprile dalla procura della Repubblica di Catania. Adesso i lavoratori che vantano crediti nei confronti dell’azienda, cioè mensilità arretrate e Tfr, potranno sperare di vedere soddisfatte le proprie richieste. A tale proposito è stata convocata dai segretari provinciali Davide Foti per la Cgil e Antonio D’Amico per la Cisl, una assemblea unitaria – fissata per il 26 giugno all’interno dell’auditorium Don Milani – in cui i legali delle due sigle sindacali (per la Cgil Carlo Maria Paratore e per la Cisl Antonella Vinciprova), spiegheranno agli ex lavoratori la procedura necessaria per poter essere inseriti tra i creditori.
«L’avvocato Piazza avrà anche il compito di acquisire all’attivo fallimentare – spiega Valentina Borzì ex dipendente di Qè e responsabile sindacale della Cgil – tutti i beni dell’ormai fallita azienda Qè. I lavoratori a questo punto dovranno presentare apposita domanda di ammissione al passivo per poter partecipare all’eventuale ripartizione di quanto sarà rimasto». Ci sono circa trecento ex lavoratori che dovranno aderire per le mensilità arretrate che vanno da agosto a dicembre. Questi ex dipendenti hanno percepito, nei giorni scorsi, gli stipendi di giugno e luglio seguito di una ordinanza di assegnazione del tribunale di Catania. In pratica si tratta di quei lavoratori che avevano agito legalmente attuando nei confronti di Qè i decreti ingiuntivi. L’azienda di Manerbio deve sborsare 690mila euro circa. Dall’altra parte ci sono tutti gli ex lavoratori che fino adesso non hanno agito legalmente e che quindi non hanno percepito le mensilità da giungo e luglio: a loro spettano gli stipendi da giugno a novembre 2016, più il trattamento di fine rapporto.