Calcio, un avvocato catanese commenta «La vicenda di Gianluigi Buffon mi fa paura»

Non sono juventino. Non mi piace la Juve, e quando la mia squadra la batte è come se avessi vinto un campionato.

Il livello di dialogo e di democrazia in questo Paese è talmente deprimente, che quando si affronta un tema bisogna dire subito da che parte non si è.

Dichiarare la propria parzialità è forse l’unico modo di non apparire parziali. Follia allo stato puro.

Comunque non sono juventino. E da non juventino posso parlare di Buffon, il portiere della Juve e il portiere della nazionale.

Mesi fa, tanti in Italia con la caduta di Silvio hanno pensato che l’Italia si sarebbe evoluta. Sarebbe diventato un paese più civile, più democratico, dove il dialogo e la libertà di esprimere le proprie idee poteva essere fatto senza la paura di ritorsioni, o senza la paura di essere insultati.

Illusi.

In Italia, c’è un signore che si chiama Gianluigi Buffon, ma che potrebbe chiamarsi Pinco Pallino, Tizio, Sempronio.

Questo signore ha un torto, esprime la propria opinione su una questione. Nella specie questo signore tra l’altro lamenta un fatto, che chiunque operi nei tribunali sa bene.

Lamenta la spettacolarizzazione, in certi casi, della giustizia.

Effettivamente dà un po’ di fastidio vedere dei giornalisti piazzati davanti a un posto (Coverciano sede della nazionale di calcio) a bella posta per riprendere, un’ora dopo, l’intervento della polizia ( chi li ha avvertiti e perché?).

Effettivamente dà un po’ di fastidio sapere dai giornali di essere indagati.

Effettivamente dà un po’ di fastidio vedere una perquisizione a Coverciano per cercare… Per cercare cosa? Il tal calciatore cosa può nascondere a Coverciano? Qualcuno mi ha suggerito che forse volevano sequestrare il telefonino o il portatile del calciatore. Può essere, peccato che nel codice di procedura penale ci sono, per questi casi, modalità investigative ugualmente efficienti e meno invasive.

Ma tant’è. Questo signore si lascia andare ad uno sfogo. Sfogo per certi aspetti sicuramente comprensibile.

La Giustizia deve fare il suo corso, è il tintinnio di manette che onestamente dà fastidio a questo signore. E’ lo sbatter il mostro in prima pagina che fa un po’ di paura. Non solo a lui.

In un Paese dove non viene perquisito il covo di Totò Riina, si perquisisce Coverciano.

In questo momento il calcio in Italia viene additato come tutti i mali.

Addirittura c’è un professore universitario che è pure Presidente del Consiglio che al posto di occuparsi di un terremoto che ha messo in ginocchio la terra d’Emilia, dei suicidi, degli attentatori che ammazzano le ragazzine, trova pure il tempo di parlare di sospendere per anni il campionato.

Ma torniamo a noi.

C’è quindi questo signore, che si chiama Gianluigi Buffon, ma che si può chiamare in qualsiasi modo che lamenta tutto questo, che si sfoga.

Il giorno dopo questo sfogo, un giornale di color rosa ma che non è un giornale economico, pubblica pezzi della sua vita.

Vecchia (gli atti risalgono a mesi fa) corrispondenza interna tra due Procure della Repubblica, atti che se il difensore di Buffon chiedesse gli direbbero che c’è il segreto istruttorio, atti di vita personale e di un soggetto, non indagato secondo le due Procure.

Ma tant’è. Oggi un signore esprime critiche ad un sistema di fare giustizia. Il giorno dopo questo sistema, lo stesso sistema, mette in piazza pezzi di vita di una persona.

E cosi apprendiamo che Buffon si compra degli orologi, dà soldi alla sua compagna, acquista azioni della Pirelli (cavolo questa si che è combine… la Pirelli non dell’Inter?), e paga una tabaccheria, dove esiste pure una ricevitoria Lottomatica.

Fermiamoci un attimo.

Con molta franchezza, a me questa circostanza, questa “coincidenza” che un soggetto oggi denunzi un “sistema” e domani sia sbattuto in prima pagina dal sistema appena denunziato, che un giornale possa avere corrispondenza interna tra due procure, mi mette paura.

Lo dico con molta onestà. E ho paura di dire che paura. Sarà una coincidenza, nonché una violazione del segreto istruttorio. Ma a me inquieta.

Con paura dico che questa a me sembra una ritorsione.

Oggi a Buffon domani… a chi?

Ma la cosa che più mi inquieta non è che chiunque possa veder messa in piazza i fatti propri (se Buffon ha commesso degli illeciti questo è giusto verificarlo, con serietà che fa rima con riservatezza, almeno nella fase investigativa). No. La cosa che più mi inquieta è il fatto del giorno: Buffon scommette.

La violazione della dignità del singolo, della privacy, della riservatezza, non turba più nessuno.

La possibilità di una ritorsione non viene neanche ipotizzata. Abbiamo un mostro.

Per lui i diritti non valgono. Se poi non è un mostro? Se poi Buffon non ha scommesso va beh… pazienza. Tanto è ricco.

Non mi piace.

Tutto questo mi fa paura.

G.D’A.

Redazione

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