Caffè amaro/ Zamparini, il nuovo centro commerciale c’è, il centro per i bambini dello Zen no…

Ieri è stato inaugurato, a Palermo, il nuovo centro commerciale dello Zen voluto dal nume tutelare del calcio a Palermo, Maurizio Zamparini. Feste, musiche, abbracci, sorrisi. A noi dispiace interrompere i ‘festeggiamenti’. Ma siccome i conti non tornano, noi abbiamo il dovere di segnalarlo.

Come abbiamo raccontato in un’inchiesta pubblicata qualche giorno fa, già è singolare che in un’area storica della città sia stata data la concessione per realizzare un nuovo centro commerciale, come se Palermo non fosse già piena di centri per la grande distribuzione organizzata. Già ci sono due note stonate: un’utilizzazione sbagliata di quello che gli urbanisti definiscono “netto storico” e un ulteriore centro commerciale in una città dove di grandi centri commerciali ce n’è già troppi (tanto che qualcuno rischia di chiudere i battenti).

C’è anche, come dire?, un problema nel problema. La convenzione siglata dai protagonisti di questa nuova avventura commerciale, approvata dal consiglio comunale di Palermo, prevede che Zamparini realizzi, contestualmente al centro commerciale, un centro di accoglienza per i bambini del quartiere Zen di Palermo.

Il progetto iniziale prevedeva che il centro per i bambini dovesse vedere la luce accanto al centro commerciale. Poi Zamparini – con il consenso dell’amministrazione comunale di Palermo retta allora da Diego Cammarata – ha spostato il centro di accoglienza per i bambini altrove. Ad apertura del centro commerciale, il centro per i bambini dello Zen è sparito. Che è successo?

Stando a quello che abbiamo capito, la giunta Cammarata, con una propria delibera, ha provato a vanificare la delibera con la quale il consiglio comunale imponeva a Zamparini e compagni la realizzazione del centro per i bambini dello Zen. La cosa è strana, perché a noi, che comunque non siamo bravi come lo sono i giuristi della giuntta Cammarata, risulta che una delibera di giunta non può annullare gli effetti prodotti da una delibera del consiglio comunale.

Ad ogni modo, sarebbe opportuno che il commissario straordinario del Comune di Palermo, Prefetto Silvia Latella – che di certo il Diritto amministrativo lo conosce meglio di noi (e, forse, anche meglio dei giuristi della ex giunta Cammarata) – verifichi che cosa è successo. Se non altro perché nemmeno il commissario del Comune di Palermo dovrebbe avere il potere di annullare una delibera del consiglio comunale.

Sulla vicenda, Nadia Spallitta, consigliere comunale e presidente della commissione Urbanistica di Palazzo delle Aquile, la sede del consiglio comunale di Palermo, annuncia un’interrogazione al commissario del Comune. Siamo proprio curiosi di capire come finirà.

 


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