“Buon giorno direttore, sono Giuseppe Raddusa, dipendente della Formazione…””

LO HANNO CONVINTO A TORNARE A CATANIA PERCHE’, ENTRO QUESTA SETTIMANA, GLI ‘RECAPITERANNO’ 30 MILA EURO. L’IMPEGNO ASSUNTO DALLA REGIONE SARA’ MANTENUTO? “SE NON SARA’ COSI’ TORNERO’ LA PROSSIMA SETTIMANA E ALLORA…”. LA VERITA’ E’ CHE SE TUTTI GLI ADDETTI DEL SETTORE CHE SONO CREDITORI COME LUI AVESSERO FATTO COME LUI NON MUOVENDOSI FINO ALL’ARRIVO DEI SOLDI…

Buongiorno sig. Direttore,

sono Giuseppe Raddusa dipendente della formazione professionale nell’ente A.R.A.M.IEFP CATANIA.

Come ben sa sono stato incatenato per 2 settimane davanti alla sede dell’assessorato regionale alla Formazione professionale. Le sto scrivendo perché nelle 2 settimane della mia permanenza a Palermo – e dopo i vari incontri con l’assessore, con il capo gabinetto e altri esponenti dell’Amministrazione – mi hanno convinto di tornarmene a Catania.

Si sono impegnati, durante questa settimana, a risolvere una parte del problema: 30 mila euro e, succesivamente, entro il mese di luglio, tutto il resto.

Il mio timore è che, avendo abbassato la guardia (tornando a CATANIA) e quindi togliendomi davanti la sede dell’assessorato (perché – a sentir loro – la mia presenza dava una brutta immagine del GOVERNO regionale e di tutti i 90 DEPUTATI dell’Ars) tutto si congeli.

Quindi se io in questa settimana non avrò certezze (che per me sono una parte di soldi, perché solo così potrò avere una piccola tranquillità) da lunedì prossimo mi incatenerò nuovamente davanti all’assessorato e questa volta non c’e’ colloquio o rassicurazione che tenga (se non i soldi).

Grazie spero che la pubblichiate.

 

Non abbiamo alcun problema a pubblicare la sua lettera. E ci auguriamo che, entro questa settimana, l’Amministrazione regionale mantenga la promessa, facendole arrivare i 30 mila euro sul suo conto corrente.

Tuttavia, se proprio la dobbiamo dire tutta, conoscendo l’attuale Amministrazione regionale, non possiamo esimerci dal dirle che, a nostro modesto avviso, lei ha fatto male ad abbandonare Palermo e a tornare a Catania. Lei avrebbe dovuto lasciare Palermo solo dopo aver ricevuto i 30 mila euro, e non prima.

Tuttavia – lo ribadiamo – noi ci auguriamo che la Regione faccia arrivare sul suo conto corrente i 3o mila euro entro venerdì prossimo.

Sa qual è la verità, signor Raddusa? Che se tutti i dipendenti della Formazione professionale siciliana avessero fatto quello che ha fatto lei – non muovendosi più dalla sede dell’assessorato fino all’arrivo dei soldi – noi non saremmo qui a parlare della sua vicenda e delle vicende di tanti altri lavoratori come lei ignorati dall’Amministrazione regionale.

In questa storia degli stipendi non pagati ai dipendenti della Formazione professionale c’è un sindacalismo privo di mordente, in buona parte consociativo, se non colluso, con il Governo regionale. Ma ci sono, soprattutto, dei dipendenti che non sanno farsi riconoscere i propri diritti.

Noi non sappiamo di preciso quanti sono i dipendenti della Formazione professionale. Ma siamo certi che se almeno duemila persone o giù di lì avessero fatto quello che ha fatto lei, non muovendosi dalla sede dell’assessorato fino ad arrivo certificato dei soldi nei conti correnti, oggi – lo ribadiamo – non saremmo qui a parlare ancora di questa incredibile storia.

g.a.   


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