Bufera sul Teatro Massimo, l’orchestra chiede le dimissioni del direttore artistico Mariani

Bufera sul Teatro Massimo di Palermo, Ieri, infatti, i musicisti dell’orchestra, dopo un’assemblea infuocata, hanno deciso di chiedere le dimissioni del direttore artistico, Lorenzo Mariani.
La notizia ra nell’aria già da qualche giorno. Troppi problemi. Troppi ‘veleni’. Troppe polemiche. Quello che un tempo era uno dei ‘Templi della lirica’ del nostro Paese rischia di diventare un Teatro di provincia dove, lungi dal produrre spettacoli di qualità, valorizzando le maestranze di lunga tradizione culturale, si acquistano produzioni di second’ordine. Come si sta arrivando a questo?
Link Sicilia pubblica di seguito il documento venuto fuori dall’assemblea d ieri. Il documento si apre con una frase pronunciata dal direttore artistico del Teatro, il già citato Lorenzo Mariani, apparsa sui giornali il giorno dopo la sua forzata nomina nel gennaio 2005: “Punterò innanzi tutto alla formazione, anche culturale, dell’Orchestra, perché le compagini musicali sono il cuore pulsante del Teatro”.
Le ultime parole famose, verrebbe da dire. Si legge infatti nel documento: “Non dovette aspettare molto tempo, l’orchestra, per capire che competenza (ricordiamo la discussione sulle prove in palcoscenico senza pedane e con la pendenza insopportabile), passione, conoscenza e apertura verso chi il Teatro.. erano qualità da ricercare altrove. Da allora si sono inanellate esperienze che hanno mortificato la professionalità dell’orchestra che, in tante occasioni, ha dimostrato di essere ad un livello molto alto, grazie anche al preziosissimo apporto di personale precario che da anni attende di essere stabilizzato”.
“Parliamo – si legge sempre nel documento, che suona come un atto d’accusa alla gestione, comunque oggettivamente non eccelsa, del Teatro Massimo degli ultimi anni – innanzi tutto di impressionanti ed inspiegabili vuoti di programmazione che vanno a cozzare con il continuo martellamento sulla ‘produttività’ e, in secondo luogo, con un principio morale che ci vede sottoccupati, esattamente nel momento in cui siamo convinti che un teatro della portata del Massimo di Palermo dovrebbe produrre molto di più, valorizzando, in particolare, il grande organico orchestrale e comunque tutte le masse artistiche”.
“Il ruolo del direttore artistico – si legge ancora nel documento – non si ferma alla compilazione del cartellone ed è facile, a tal proposito, annotare che egli non sia mai al proprio posto di lavoro nei momenti più importanti”, e cioè “in quelle emergenze in cui servirebbe una guida forte e sicura”. Il documento fa poi rilevare che “il Maestro Lorenzo Mariani sia molto più attento alla sua attività privata (decisamente incentivata negli ultimi anni proprio grazie al buon nome del Teatro Massimo)” che non a quella del Teatro.
Poi altri rilievi, sempre pesanti come macigni: “Programmazioni di dubbio valore artistico (classificabili come “musica leggera”), estenuanti ed inutili, nonché peggiorative prove di lettura contestualmente a fatti come la messa a ‘disposizione’ per dieci giorni di qualche anno fa al teatro di Verdura, la settimana regalata dopo un giorno di lettura di ‘Simon Boccanegra’ (ottobre di 3 anni fa), i periodi di Capodanno a partire dall’ormai famoso ‘Cenone’ e la media annua di circa 30/35 giornate lavorative vuote, sparse qua e là, sono solo esempi che denotano una totale incapacità organizzativa ed uno sconcertante atteggiamento nella facilità di lasciare a casa un grande patrimonio per il Teatro e per la comunità come l’orchestra del Teatro Massimo”.
“Ultimo, in ordine di tempo – conclude il documento – il rinvio del più importante appuntamento Sinfonico dell’anno per motivi di salute(?) del maestro Temirkanov (con conseguente inoccupazione del complesso orchestrale per quattro giorni)”. Vicenda, questa, che “ha fatto traboccare il vaso”.
Da qui la presa di posizione dell’Orchestra che ieri, come già ricordato, si è riunita in assemblea, ritenendo che gli standard sin qui realizzati siano insoddisfacenti ed inadeguati all’orchestra stessa. Da qui l’atto di sfiducia nei confronti della direzione artistica e la richiesta di dimissioni dello stesso direttore artistico, Lorenzo Mariani.

 


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