Bufera su Gesap, «Gli appalti affidati ai soliti nomi» Arrestati ex amministratore delegato e funzionario

Nuova bufera sulla Gesap Spa, la società che gestisce i servizi dello scalo aeroportuale palermitano di Punta Raisi. Tra le persone coinvolte l’ex amministratore delegato della società, Carmelo Scelta, finito ai domiciliari. Coinvolti anche un ex dirigente della Gesap, Giuseppe Listro, responsabile unico del procedimento di affido di molti appalti, anche lui agli arresti domiciliari, l’imprenditore Stefano Flammini, amministratore unico di F. G. Tecnopolo con sede a Roma, e il docente universitario Giuseppe Giambanco, professore alla facoltà di Ingegneria. 

I reati contestati sono associazione a delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, turbata libertà di scelta del contraente e corruzione. E in queste ore sono in corso perquisizioni e sequestri preventivi di somme di denaro dell’ammontare di 4 milioni di euro a carico degli arrestati e di altri indagati. 

L’indagine, condotta galla Squadra mobile di Palermo e coordinata dal Procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Dino Petralia, ha svelato l’esistenza di un’associazione a delinquere all’interno della società concessionaria che da anni gestisce l’aeroporto. In particolare l’organizzazione avrebbe garantito in modo sistematico l’attribuzione diretta e fiduciaria degli incarichi riguardanti la progettazione delle opere di ammodernamento e adeguamento dello scalo aeroportuale, senza rispettare le norme sugli appalti. Gli appalti per il restyling dell’aeroporto Falcone e Borsellino, insomma, sarebbero stati affidati sempre alle stesse ditte e senza seguire le procedure dettate dalla legge.

Il nome di Scelta, il cui incarico alla Gesap sarebbe scaduto alla fine di quest’anno, era finito anche nell’inchiesta che nel 2015 portò all’arresto del presidente della Camera di Commercio di Palermo Roberto Helg, beccato mentre intascava una tangente per rinnovare la concessione degli spazi in aeroporto al pasticciere di Cinisi Santi Palazzolo. L’ipotesi era che proprio l’ex ad di Gesap avesse fatto a Palazzolo il nome di Helg per ottenere il rinnovo della concessione. L’indagine a suo carico venne archiviata per insufficienza di prove.


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