«Sulla base del regolamento possiamo approvare la manovra di stabilità entro il 28 dicembre, poi ogni giorno in meno sarà ben accetto. Le opposizioni hanno chiesto di accelerare per cercare di chiudere entro Natale». Parola del presidente dell’Assemblea regionale siciliana (Ars), Gaetano Galvagno, che ha incontrato i giornalisti e le giornaliste della stampa parlamentare per […]
Ars, il bilancio del presidente Galvagno: «Finanziaria approvata entro il 28 dicembre. Riforma delle Province solo se con garanzie nero su bianco»
«Sulla base del regolamento possiamo approvare la manovra di stabilità entro il 28 dicembre, poi ogni giorno in meno sarà ben accetto. Le opposizioni hanno chiesto di accelerare per cercare di chiudere entro Natale». Parola del presidente dell’Assemblea regionale siciliana (Ars), Gaetano Galvagno, che ha incontrato i giornalisti e le giornaliste della stampa parlamentare per il consueto scambio di auguri di fine anno. «Per il secondo anno di fila – continua Galvagno – la manovra sarà approvata entro i tempi previsti. Certo, dovrebbe essere una cosa normale, ma se pensiamo che questa cosa non accadeva da vent’anni, certo che è un buon risultato».
Il presidente dell’Ars ha anche lanciato qualche frecciata sui tempi dell’Assemblea, richiamando l’esempio di Bruxelles: «Al parlamento europeo – dice – i deputati hanno uno, tre o cinque minuti per gli interventi. Qui da noi in tre minuti si è fatto appena in tempo a mandare i saluti a casa. Non dico che bisogna necessariamente copiare gli altri, ma guardare agli esempi virtuosi sarebbe bene». Galvagno ha parlato anche di alcuni temi importanti sul tavolo dei deputati e delle deputate, uno su tutti il disegno di legge sugli enti locali, di recente rimandato in commissione Affari istituzionali. Uno di quei disegni che per Galvagno si sarebbero potuti approvare entro la fine dell’anno. «C’erano delle contraddizioni – spiega – sembrava a tratti bipolare, ma c’erano anche cose giuste; si sarebbe potuto portare in votazione, ma va bene così».
E a proposito di enti locali, inevitabile il passaggio sulla riforma delle Province, che per potere andare in porto avrebbe bisogno di una deroga da parte del governo nazionale alla riforma Delrio; deroga promessa da Roma a Palermo, ma su cui il presidente dell’Assemblea non si sbilancia, tutt’altro: «Non mi basta alcuna rassicurazione verbale. Qualora ci fosse un fondamento giuridico valido, andremo a elezioni di primo livello per le ex Province; se questo non avverrà, si voterà con il voto di secondo livello tra aprile e maggio del prossimo anno. Le interlocuzioni non bastano, non mi presto: l’ho fatto in passato perché ci fu la deroga al Friuli Venezia Giulia, non lo rifarò».