Fino all'11 novembre in scena alla sala Verga di via Fava, già dal suo debutto al Piccolo di Milano lo spettacolo ha suscitato grande scalpore tra pubblico e critici. La pièce, però, in origine doveva parlare di altro. «Volevo raccontare il lavoro dell'attore - dice l'autrice - Il suo abbandono fino alla perdita della vergogna»
Bestie di scena, la nuova sperimentazione di Dante Senza veli la seconda pièce sul palco dello Stabile
Procede sotto il segno della sperimentazione la stagione del Teatro Stabile di Catania. Fino all’11 novembre va in scena, alla sala Verga di via Giuseppe Fava, Bestie di scena di Emma Dante. Già dal suo debutto al Piccolo di Milano lo spettacolo ha suscitato grande scalpore tra pubblico e critici. Bestie di scena è un caso esemplare di serendipità.
Lo spettacolo, afferma la regista Emma Dante, «ha assunto il suo vero significato nel momento in cui ho rinunciato al tema che avrei voluto trattare». Lavorando a un’opera totalmente diversa nell’impianto e negli intenti, Emma Dante è approdata a un’intensa riflessione sul corpo e sulla figura dell’attore. «Volevo raccontare il lavoro dell’attore, la sua fatica, la sua necessità, il suo abbandono totale fino alla perdita della vergogna».
Protagonisti dell’esperimento sono Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Viola Carinci, Italia Carroccio, Davide Celona, Sabino Civilleri, Alessandra Fazzino, Roberto Galbo, Carmine Maringola, Ivano Picciallo, Leonarda Saffi, Daniele Savarino, Stephanie Taillandier ed Emilia Verginelli. Gettati sul palco, in una «partitura fisica dura, enigmatica e spiazzante», i 14 attori saranno completamente nudi, a rappresentare un’umanità caduta dal paradiso e dalla grazia: una «comunità in fuga». Gli elementi scenici della stessa Emma Dante, e le luci di Cristian Zucaro plasmeranno la realtà perturbante sul cui sfondo si muoveranno, fragili e spaurite, le bestie di scena.