Basket: Rainbow Catania in finale, sogna la A2 Esempio virtuoso in uno sport che soffre la crisi

In questa stagione parecchio strana, quella in cui per regolamento è possibile raggiungere la serie A2 partendo dalla serie C, c’è una formazione catanese che al termine della regular season e dopo un’ottima serie playoff culla il sogno di poter tornare ad occupare un posto nella seconda serie nazionale: è la Rainbow Catania. Vincendo contro l’Athena Roma, le siciliane guidate da Gabriella Di Piazza hanno strappato il pass per accedere alla finale nazionale e giocarsi un posto in A2. È bastato un pareggio, un risultato che nella pallacanestro sarebbe di norma impossibile se non appunto durante i match di spareggio, per accedere alla fase più importante della stagione. Catania ha vinto col punteggio di 58-58, ma ha comunque passato il turno perché forte della differenza canestri (+13) costruito contro Roma in casa due settimane fa.

La formazione che ha raggiunto quest’obiettivo, riportando Catania nuovamente tra le città riferimento di un movimento cestistico positivo, ha trovato la forza per farlo nelle prestazioni di un gruppo che ha saputo bene amalgamare un mix di esperienza ai frutti della presenza impegnata di giocatrici più giovani, al loro primo ingresso in un campionato senior. Come sia stato possibile sembra poterlo spiegare Sara Magrì, play classe 1999, giocatrice più giovane della Rainbow, proveniente dalle giovanili dello Sport Club Gravina. «Penso di essere nella squadra giusta. Sono la più piccola, ma mi sono sempre sentita parte del gruppo. Ho meno esperienza, ma nessuno mi ha lasciato indietro. In allenamento, negli esercizi in coppia, c’era chi voleva lavorare con me proprio per farmi migliorare e per aiutarmi perché sanno che sono la meno esperta. Scherziamo e ci divertiamo insieme a prescindere dall’età».

Seppur a fine carriera – ma neppure questo traguardo appare scontato – la Rainbow ha potuto poi contare da metà stagione su un pilastro della pallacanestro isolana come Susanna Bonfiglio, in Sicilia dal 1989 con la maglia della Trogylos Priolo. Una giocatrice che vanta anche una parentesi nel massimo campionato americano della Wnba (sponda Phoenix Mercury). A Catania, Bonfiglio ha ritrovato la compagna Tania Seino, anche lei in provenienza da Priolo dopo 11 anni di A1, ma accasatasi in casacca rosso-azzurra già la scorsa stagione con l’Olympia Catania in A2. Innesto importante nella stagione attuale è stato quello di Elettra Ferretti, campana classe 1993, guardia con esperienze in A1 (Pozzuoli) e A2 (Battipaglia) e la permanenza di Giselle Villaruel, riferimento della Rainbow da due anni e oltre nel suo ruolo. Lo scontro che vedrà le siciliane contendere la prima vittoria messa in palio in gara 1 si prospetta una battaglia ad armi pari, con la Rainbow da subito nelle condizioni di fare bene grazie al vantaggio acquisito del fattore campo. Il primo incontro si giocherà al PalaGalermo alle 18 di sabato 16 maggio contro l’Intrepida Brindisi, in un nuovo derby del Sud.

Di nuovo derby si può parlare perché proprio le pugliesi allenate da coach Gaetano Ermito toneranno in Sicilia a una settimana della semifinale giocata contro un’altra formazione catanese, la Lazur Catania, uscita sconfitta dai due match preliminari alla finalissima. A differenza della Rainbow, perdendo la Lazur ha raggiunto il capolinea in un campionato che, con sorte diversa, avrebbe addirittura visto due catanesi contendersi un posto per l’A2. Similitudine vera che ha unito le due squadre è stata la possibilità di schierare in campo una top player, che nel caso della Lazur è stata Marija Eric, anche lei ex Trogylos Priolo, ma con diverse esperienze europee in carriera. Senza gregarie dalla stessa esperienza, a Eric è toccato in questa stagione il compito di prendere sulle spalle una Lazur proveniente da una stagione, la 2013-2014, tra le peggiori della sua storia. Il risultati raggiunti in quest’annata hanno permesso alla società catanese di riscattare così un passato recente non certo illustre, di riportare appassionati al palazzetto, ma soprattutto di raggiungere in solo anno, grazie alle giocate straordinarie della giocatrice serba, un piazzamento di tutto rispetto in una serie dal futuro imprevedibile.

Cosa spinge una giocatrice sicuramente di categoria a fare un passo indietro scendendo nelle serie minori lo spiega la stessa Eric: «È la voglia di riprendere la propria vita in mano. Ho fatto una scelta del genere ovviamente valutando tante cose e non me ne sono pentita. Il basket purtroppo non dà più quello che ti dava una volta né dal punto di vista economico, né dal punto di vista delle emozioni». La crisi ha piegato molte società, alcune siciliane, come ad esempio la Trogylos Priolo fallita ad inizio di questa stagione dopo oltre 20 anni in A1; altre società, proprio come le due catanesi della Rainbow e della Lazur, guidate entrambe da una dirigenza tutta catanese, sopravvivono caparbie a volte contro ogni pronostico. L’assenza di sponsor importanti rimane il grande problema di ogni società sportiva, così come l’assenza di quelle istituzioni, dalle comunali alle regionali, che dovrebbero almeno agevolare l’attività delle formazioni siciliane.

Non c’è dietro nessuna ironia della sorte, ma piuttosto i sintomi evidenti della crisi del movimento cestistico femminile, quando ci si rende conto che anche nello spareggio finale per l’A2 andrà in scena l’ennesimo scontro tra giocatrici di livello. Contro la Rainbow Catania l’Intrepida Brindisi potrà contare infatti su Valentina Siccardi, ex del Cras Taranto, società da 4 scudetti, 2 Coppe Italia e 3 Supercoppe Italiane che ha chiuso i battenti a luglio del 2013, abbandonando la serie A1 dopo 12 anni. La società tarantina ha rappresentato per anni l’antagonista del Famila Schio nelle finali playoff della serie A1, quelle stesse finali che oggi Schio continua a vincere a scapito di un’altra formazione del sud Italia, stavolta siciliana, ovvero quella della Passalacqua Spedizioni Ragusa.  


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