Atteso per oggi il regolamento Agcom sui diritti d’autore

IL TIMORE E’ CHE QUESTO PROVVEDIMENTO NASCONDA L’OBIETTIVO DI INTRODURRE LA CENSURA NEL MONDO DELL’INFORMAZIONE ON LINE

Che succedendo in Italia nel mondo dell’informazione on line? L’Agcom, sigla che sta per Autorità delle garanzie per la telecomunicazione, varerà oggi un regolamento sul rispetto dei diritti d’autore per cancellare i siti che non lo rispetteranno. Avete letto bene: cancellare.
Nel nostro Paese una decisione così grave dovrebbe essere adottata dalla magistratura. Invece una funzione così importante per la tutela dell’informazione viene affidata a un soggetto che opera al di fuori – e a quanto pare al di sopra – del potere legislativo e dell’autorità giudiziaria. Alle strette dipendenze del potere esecutivo.
Vogliamo far notare ai nostri lettori la pericolosità di quanto sta avvenendo. Mentre di indicano come “fascisti” i Forconi, che alla fine sono persone che protestano in un Paese che, con la disgrazia dell’euro e con il dominio della Germania nell’Unione europea, è diventato invivibile, il Governo di centrosinistra potrebbe varare un provvedimento che somiglia tanto al ruolo del Minculpop che operava durante il regime fascista.
Il Minculpop, per la cronaca, era il Ministero della cultura popolare si occupava di controllare ogni pubblicazione e di sequestrare quella contraria al regime. Il dubbio è che, con la scusa del diritto d’autore, si finiscano con il chiudere i giornali.
Il diritto d’autore dovrebbe riguardare i filmati, le fotografie e non sappiamo se riguarderebbe anche gli scritti eventualmente citati.
Noi non siamo esperti in questo campo, ma abbiamo quelle elementari nozioni per capire che, nel nostro Paese, l’aria si va facendo pesante.
E’ stata cambiata la Costituzione mentre tutti, a parole, dicono di difenderla. Ed è stata cambiata per introdurre il pareggio di Bilancio voluto dalla Germania che detta legge nell’Unione europea e, indirettamente, nel nostro Paese.
Adesso si vorrebbe cambiare anche l’articolo 138 della stessa Costituzione italiana, di fatto per impedire ai cittadini di abolire, con un referendum, eventuali cambiamento della stessa Costituzione.
E’ stato introdotto il Two Pack: un trattato internazionale che ha tolto al nostro Paese la potestà esclusiva sui conti dello Stato, cioè sulla legge di Bilancio e Finanziaria, ‘ribattezzata’ legge di stabilità.
Adesso stiamo passando all’informazione. Minacciando la chiusura dei siti che utilizzano video e fotografie. Non capiamo nemmeno se questo regolamento sarà retroattivo: sarebbe un’assurdità, ma cosa c’è, ormai, di normale nel nostro Paese?
In ogni caso, si prospetta un impoverimento dell’informazione on line, che vieterà di utilizzare fotografie e video non autorizzati. In pratica, siamo arrivati alla censura, come durante il fascismo.
Ieri, in Sicilia – tanto per concludere in bellezza – non è stata impugnata la norma approvata dal Parlamento siciliano, che vieta di erogare contributi ai giornali on line che pubblicano commenti anonimi. Una norma illogica, perché gli autori possono essere rintracciati dalla Polizia Postale. Una norma che, alla fine, punta a favorire chi darà meno libertà ai propri lettori.
Tra l’altro, una norma strana, perché la Sicilia non ha poteri di Polizia. Con la legge non censurata ieri dall’Ufficio del Commissario dello Stato qualunque presidente della Regione siciliana potrà rivendicare il coordinamento dei poteri di Polizia previsti dall’articolo 31 dello Statuto. Passaggio dello Statuto siciliano fino ad oggi mai attuato.
Ci dovremmo appellare al Parlamento nazionale – ammesso sempre che oggi Agcom vari questo provvedimento -. Ma questo Parlamento, che è ancora quello eletto con il Porcellum, s’intesterà una battaglia di libertà? E perché non l’ha fatto fino ad ora?


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