Crisi rifiuti, la ricetta a breve scadenza di Musumeci Catania chiede l’inceneritore. Ma c’è chi non è convinto

Il paracadute si è aperto nel primo pomeriggio di ieri. Quando mancava un minuto alle 14.30 dall’ufficio di Calogero Foti, il dirigente generale del dipartimento regionale ai Rifiuti, è partita una nota diretta alle società Catanzaro Costruzioni e Oikos e alle undici Srr della Sicilia centro-orientali. «Tenuto conto delle possibili gravi refluenze di carattere igienico-sanitario e di ordine pubblico […] si richiede senza indugio alcuno», è la formula con cui l’assessorato guidato da Daniela Baglieri ha intimato ai due privati proprietari delle discariche di Siculiana e Motta Sant’Anastasia e al gestore pubblico di quella di contrada Timpazzo, a Gela, di aprire le porte agli autocompattatori aumentando i quantitativi di rifiuti provenienti dall’impianto Tmb della Sicula Trasporti. La società che, dal momento in cui ha fermato gli abbancamenti nella propria discarica di Lentini, ha indirettamente creato scompiglio in mezza isola. 

L’ipotesi che Catanzaro e Oikos, ma anche la Srr Caltanissetta Sud che si occupa di Timpazzo, andassero incontro alle esigenze dei comuni – Catania su tutti – che da giorni sono alle prese con l’emergenza rifiuti fino a ieri era data tutt’altro che certa. Da parte della Regione però è arrivata una presa di posizione dura. Nella nota si è richiamata un’ordinanza dello scorso marzo che disponeva «che i gestori di impianti devono consentire il conferimento e lo smaltimento degli scarti derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani, differenziati e indifferenziati privi di possibili destinazioni alternative a condizione che dette scarti siano classificati come non pericolosi». Come nel caso della spazzatura portata dai Comuni nell’impianto di trattamento meccanico-biologico di Sicula. La misura prevede che per i prossimi due mesi i due privati aumentino fino 2300 tonnellate a settimana la quantità di rifiuti provenienti dalla società sequestrata ai Leonardi, mentre a Gela dovranno essere accettate a settimana 3400 tonnellate. Considerato che sin qui l’accordo fissava in duecento tonnellate quotidiane i quantitativi, si tratta di un aumento di 128 tonnellate al giorno per Catanzaro e Oikos, mentre a Timpazzo ne arriveranno 285 in più.

«Ci rimetteremo alle richieste della Regione – commenta a MeridioNews Filippo Balbo, sindaco di Butera e presidente della Srr Caltanissetta Sud – Bisogna però che tutti abbiano chiaro che di questo passo finiremo per saturare una discarica che dovrebbe essere utilizzata soltanto dai Comuni che fanno parte dell’ente. A quel punto saremo noi a non sapere dove conferire e non si sarà fatto altro che spostare il problema geograficamente». Un ragionamento che non fa una grinza e che ricorda come finora in Sicilia, anziché risolverli, si sia preferito spostare i problemi nel tempo, anche a costo di vederseli comparire a qualche centinaio di chilometri. Nelle parole di Balbo trapela anche quel campanilismo, inevitabile in temi di emergenza, che deriva dalla generale carenza di impianti. Finché su questo tema non ci si deciderà di accelerare, difficilmente la situazione cambierà. Ad avere responsabilità sono tanto le Srr che negli ultimi anni sono state anche commissariate per l’inerzia mostrata nella localizzazione degli impianti all’interno dei singoli ambiti, quanto la Regione che, dal canto suo, non ha ancora chiarito i meccanismi di finanziamento di queste opere, a partire dalla progettazione. 

E a proposito di impianti, i cassonetti colmi e le montagne di sacchetti dell’immondizia formatesi ai bordi delle strade in questi giorni hanno rilanciato un tema che nei mesi scorsi era già finito al centro dell’attenzione: i termovalorizzatori. O termoutilizzatori, come ha preferito ribattezzarli il presidente della Regione Nello Musumeci nel tentativo di allontanare il pensiero dall’operazione di incenerimento che comunque resta comunque alla base delle tecnologie anche più avanzate. «La svolta che abbiamo operato con il bando per i termoutilizzatori – ha detto ieri l’assessora Baglieri – darà, a medio termine, un valido contributo alla definitiva soluzione del problema, ma nell’immediato serve solo far crescere la differenziata». In precedenza erano stati il sindaco e l’assessore all’Ecologia di Catania, Salvo Pogliese e Fabio Cantarella, a invocare la necessità di puntare sulla termovalorizzazione dei rifiuti. Che nel capoluogo etneo, dove la differenziata resta ancorata a percentuali mediocri, nel giro di pochi giorni sono diventati un gravissimo problema.

Da queste parti, fuori dalla città ma non distante dallo stabilimento Ikea, chi vorrebbe fare un termovalorizzatore c’è già. La SI Energy – srl con 20mila euro di capitale sociale ma con alle spalle le famiglie Stabiumi e Lonati, ovvero i magnati dell’ex Acciaieria Megara – già l’anno scorso ha mandato il progetto alla Regione per la valutazione d’impatto ambientale. Al primo esame, però, la commissione tecnica-specialistica ha ravvisato una serie di criticità, tra cui la previsione di utilizzare anche rifiuti che, norme alla mano, andrebbero destinati al percorso più virtuoso del recupero di materia. Sono in tutto 25 le prescrizioni date dall’organismo di esperti all’impresa rappresentata dal commercialista bresciano Giorgio Alberti. Prescrizioni per il cui rispetto la SI Energy ha chiesto e ottenuto dalla Regione sei mesi di tempo, a dispetto dei canonici trenta giorni. Entro il 27 novembre, dunque, a Palermo dovrebbero pervenire le integrazioni per consentire all’iter di valutazione di andare avanti. 

Nel frattempo, stando a quanto risulta a MeridioNews, questa estate emissari e tecnici della società hanno preso i contatti con i funzionari delle Srr della parte orientale dell’isola. A partire dalla Srr Catania Area Metropolitana, all’interno del cui ambito l’impianto dovrebbe ricadere. «Abbiamo avuto un primo incontro, ci hanno presentato il progetto a grandi linee – spiega il presidente Francesco Laudani a MeridioNews -. Ci rivedremo alla presenza di tutti i sindaci perché è importante che ognuno valuti la proposta». Altrove, invece, uno degli enti che la legge individua come i soggetti chiamati a pianificare l’impiantistica ha declinato l’incontro. «Per il momento i nostri interessi sono rivolti ad altro e comunque il ruolo delle Srr, per quanto chiaro a livello normativo, si fa ambiguo nel momento in cui la Regione Siciliana sceglie di decidere per tutti indicendo una manifestazione d’interesse generale – commenta a MeridioNews Ignazio Puglisi, presidente della Srr Catania Nord -. Da un lato si rimproverano le Srr di non impegnarsi per far crescere la differenziata e pianificare gli impianti, dall’altro si annuncia di voler puntare sui termovalorizzatori superando quindi le competenze degli enti territoriali».

Rimpalli di responsabilità e prese di posizioni che in ogni caso nell’immediatezza non cambieranno le cose, considerati i tempi per la costruzione dei termovalorizzatori e l’iter per la loro messa in funzione. Nel frattempo sarà inevitabile trovare altre soluzioni e la sensazione è che, per quanto poco gradita dai più, quella di portarli fuori dalla Sicilia più che quella maggiormente percorribile potrebbe rivelarsi l’unica a disposizione. «Ho dato mandato ai nostri uffici di accelerare l’iter per il bando che dovrà affidare il servizio di trasporto fuori dall’isola», rivela Laudani. 


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