La magistrata che si era occupata del caso della bambina scomparsa da Mazara del Vallo 17 anni fa è convinta che «è tempo di intensificare le ricerche perché la verità potrebbe essere a un passo». Intanto, proseguono le indagini della procura di Marsala
Per l’ex pm «Denise Pipitone è ancora viva ma non ricorda» Spunta un nuovo dialogo tra Anna Corona e Jessica Pulizzi
«È viva e, quasi certamente, ignara del suo passato». Per la ex pm Maria Angioni, Denise Pipitone sarebbe stata «inserita in un nuovo contesto familiare al quale è convinta di appartenere da sempre perché non ha memoria della sua vita precedente». Scomparsa all’età di quattro anni da Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, l’1 settembre del 2004, della bambina non si è più saputo nulla, nonostante in questi 17 anni le segnalazioni siano state tante. Anche le ultime, dalla Russia, dalla Calabria e dal Brasile, però si sono rivelate vane. Intanto, negli ultimi giorni, una speranza è arrivata anche dall’autore della lettera inviata all’avvocato Giacomo Frazzitta – il legale della mamma di Denise, Piera Maggio – che ha deciso di uscire dall’anonimato e ha raccontato di avere visto la bambina il giorno della scomparsa: piangeva e urlava dal finestrino chiedendo aiuto e chiamando la mamma.
«Chi prese Denise voleva ucciderla ma qualcuno lo impedì – ha aggiunto la magistrata che si è occupata del caso fino al 2005 e che è convinta dell’esistenza di due diversi gruppi coinvolti – Salvò la bambina ma non la riconsegnò alla sua mamma, perché questo era il patto». Intanto, la procura di Marsala di recente è tornata a indagare sulla vicenda proprio partendo dalle parole della pm che aveva denunciato fughe di notizie sull’inchiesta. «Qualcuno sta parlando e scardinando alibi – ha detto ancora Angioni – Altre testimonianze importanti sono state riascoltate. È tempo di intensificare le ricerche perché la verità potrebbe essere a un passo». Nel frattempo, per provare a compiere questo passo, alcuni deputati hanno anche proposto l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per «esaminare l’efficacia dell’attività investigativa, valutando se vi siano state inadempienze o ritardi nello svolgimento delle indagini».
Negli ultimi giorni, l’attenzione si è concentrata sul foglio delle presenze dell’hotel Ruggero II di Mazara del Vallo dove 17 anni fa lavorava Anna Corona, l’ex moglie del padre biologico di Denise e madre di Jessica Pulizzi, imputata poi assolta dall’accusa di avere sottratto la bambina e di averla ceduta ad altri. «Anna Corona aveva tante amiche – ha ricostruito Angioni – e una di queste le fornì un alibi dicendo che quel primo settembre rimase a lavoro fino alle 15.30, come certificato dal registro delle presenze». L’amica e collega Francesca Adamo ha poi rivelato di avere firmato lei per conto di Corona che era andata via prima del previsto. Quanto non è ancora chiaro, anche se diversi dipendenti hanno riferito di non averla più vista dopo la fine della pausa pranzo, intorno a mezzogiorno.
Intanto, gli audio di alcune intercettazioni importanti sono stati puliti e rallentati con nuove tecniche. La protagonista di molti è la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi: ci sono quelli con la sorella Alice, quelli con l’allora fidanzato Fabrizio e anche una conversazione telefonica avuta con la madre l’11 settembre del 2004, dieci giorni dopo la scomparsa della bimba. Pulizzi è già stata ascoltata dalle forze dell’ordine e la madre vuole sapere come è andato il colloquio. «Dicono che sei stata a casa tutta la mattina (del giorno della scomparsa di Denise, ndr). Non hai detto che sei uscita con Alice?». La figlia nega e risponde con un tono seccato. «Quando parlo non perdere le staffe, perché io sono tua madre, non sono l’appuntato dei carabinieri», dice Anna Corona tornando a insistere sul punto: «Loro dicono che tu hai dichiarato che sei stata in casa, ho chiesto anche di farmi leggere il foglio della deposizione ma mi hanno detto che non posso leggerlo».