Resoconto di Musumeci all’assemblea regionale M5s abbandona aula. «È politicamente indegno»

Passati poco più di 60 giorni, il governatore Nello Musumeci è tornato a Sala d’Ercole. L’ultima volta, era il 29 aprile, finì tra urla e tensione ai massimi livelli. In quel caso, la molla scattò davanti alla richiesta di voto segreto per un emendamento contenuto nella manovra finanziaria. Destinatario delle invettive il deputato di Italia Viva Luca Sammartino. «Mi auguro che di lei e di quelli come lei si possa presto occupare ben altro palazzo», disse Musumeci. 

Oggi pomeriggio è, però, il turno del giro di boa del governo targato centrodestra e, per la prima volta, Lega. Il presidente ha letto parte di un documento lungo circa 110 pagine. A lasciare l’aula il Movimento 5 stelle, con i deputati critici per alcune mancanze di Musumeci: dalla tempistica del suo resoconto – andrebbe fatto ogni sei mesi – fino alla mancata fornitura di una copia della relazione prima dell’appuntamento in aula. «Ha fatto un monologo leggendo ed è politicamente indegno», dicono in coro i deputati Jose Marano e Francesco Cappello in una diretta trasmessa su Facebook. «Questo gesto plateale ha il sapore della scortesia istituzionale», commenta il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè prima di chiudere la seduta. Musumeci comincia paragonando il Covid a un «macigno» con un pensiero a vittime e familiari colpiti dalla pandemia. Poi è la volta del progetto di un centro direzionale della Regione – costo 300 milioni di euro – con il bando che dovrebbe andare sul tavolo della giunta già stasera.

Dipendenti regionali
«Abbiamo avviato un processo di riorganizzazione in collaborazione con il ministero per la Funzione pubblica – spiega il governatore – La strategia ha portato alla definizione di un piano triennale per i fabbisogni che ha consentito di rimuovere il divieto di assunzioni. Sono state programmate 108 assunzioni di categoria D e stabilizzati 300 precari di categorie A e D».

Agricoltura
Il governatore elenca bandi e graduatorie portate a termine, sciorina numeri e milioni e milioni di euro. Tra i punti affrontati c’è anche la riforma dei consorzi di bonifica e gli obiettivi raggiunti nel settore con i giovani. «Siamo la prima Regione in Italia per numero di aziende biologiche – spiega – e si è lavorato per otto distretti del cibo».  

Vi presento l’assessore Samonà
Comincia con le presentazioni il capitolo Beni culturali. «Il nuovo assessore è siciliano di Palermo. Sono sicuro che saprà farsi apprezzare per competenza e sobrietà», spiega riferendosi al leghista Alberto Samonà. Nessun riferimento alle polemiche di queste settimane, tra massoneria e simpatie di estrema destra, periodo in cui il governatore aveva bollato i contestatori come dei «poveretti con problemi personali». Subito dopo, comincia l’elenco di quanto fatto. «Iniziati i lavori per il primo museo della fotografia siciliano, che realizzeremo a Palermo. Aggiudicata la gara per il museo archeologico a Catania nell’ex manifattura tabacchi. A Termini Imerese il museo della battaglia di Imera, mentre a Sciacca abbiamo ammodernato la chiesa di Santa Margherita. A Messina il museo del terremoto. Stiamo lavorando per dare un futuro anche all’ex ospedale Vittorio Emanuele di Catania che verrà trasformato in un grande polo museale che ospiterà per la prima volta il museo vulcanologico dell’Etna. Impegnati nove milioni di euro per nuovi arredi e sistemi tecnologici in altri musei». 

Rifiuti e ambiente
«Un sistema costruito per favorire un perverso intreccio tra politica, burocrazia corrotta e imprenditori – spiega Musumeci – L’obiettivo non era fornire un servizio pubblico efficiente ma si è dato vita a un pericoloso oligopolio». Il governatore critica il perenne stato d’emergenza e le mancanze della politica, complice di avere messo le mani in un comparto che garantisce assunzioni. «In questi 30 mesi, la raccolta differenziata è passata dal 16 per cento del 2017 al 42 per cento, che significa meno rifiuti e meno introiti per i privati». Tirata d’orecchie per le città metropolitane: «Dove la separazione dei rifiuti non supera il 17 per cento». A breve, stando alle parole del presidente, dovrebbe essere definito il piano dei rifiuti. In Sicilia orientale individuati sette siti per la realizzazione di impianti di compostaggio. «L’obiettivo è liberare il sistema dei rifiuti dal condizionamento dei privati. Abbiamo scoperto anche che in Sicilia ci sono 511 discariche non più in uso», aggiunge il presidente.

Infrastrutture
«Sono iniziati i lavori per la stazione ferrovia di Capaci ed entro novembre verrà completata – spiega Musumeci – Da trent’anni si parlava della tratta Marsala-Castelvetrano. Completeremo la stazione Fontanarossa, vicino l’aeroporto di Catania. In questa provincia abbiamo riaperto la tratta che collega il capoluogo etneo con Caltagirone». Sempre in materia ferroviaria, il governatore elenca l’arrivo di nuovi treni e l’aumento del movimento dei passeggeri. A Palermo, Messina e Catania arriverà il biglietto unico. Consorzio autostrade siciliano? «Si è fatto un grande lavoro in questi trenta mesi per renderlo trasparente e sottrarlo alle perverse logiche clientelari, come dimostrano le recenti vicende giudiziarie». 

Sanità e conclusioni
Musumeci punta subito sul fattore orgoglio. Elenca gli obbiettivi raggiunti in materia di riordino del sistema ospedaliero e l’assunzione di 7.500 lavoratori a tempo indeterminato. «Lasciatemi ringraziare tutto il personale sanitario per quanto è stato fatto durante l’epidemia, ma anche la comunità siciliana che è stata ossequiosa delle norme». I numeri gonfiati delle persone contagiate? Nessun cenno da parte del governatore. Per le conclusioni – dopo quasi due ore – Musumeci si affida a Giuseppe Mazzini e al ruolo del Mezzogiorno e della Sicilia. «Quelli passati sono stati 30 mesi difficili ed esaltanti, abbiamo pianto e gioito ma serve un clima meno violento e avvelenato dentro e fuori dal palazzo. Un appello a tutti, compreso me stesso. Serve un dialogo e un confronto aperto, senza pregiudizi. Ognuno nel proprio ruolo ma tutti consapevoli che abbiamo il dovere di cambiare la Sicilia, per riuscirci abbiamo ancora del tempo. Sciuparlo sarebbe un suicidio».


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