Messaggio di Salvi, destinatario il Pescara «A temerci devono essere gli avversari»

Chi ben comincia – si dice – è a metà dell’opera. Lo sta ‘sperimentando’ anche Alessandro Salvi che con il Palermo, club in cui è arrivato questa estate a titolo definitivo, ha avuto un buon impatto e che, in termini realizzativi, è in pratica a metà del percorso costruito nella sua mente. Grazie al gol che sabato scorso ha consentito al Palermo di sbloccare al 78’ il risultato della gara interna con il Cosenza, l’esterno destro classe 1988 è salito a quota due reti avvicinandosi ulteriormente allo score (cinque gol, in 37 presenze in quel caso) dello scorso campionato disputato con la maglia del Cittadella: «Come tutti i giocatori – ha spiegato Salvi nel corso della conferenza stampa odierna al Tenente Onorato – anche io voglio migliorarmi e di conseguenza cercherò di superare il bottino della passata stagione ma il mio obiettivo principale è la vittoria del Palermo».

Il successo è arrivato anche contro i silani e permetterà agli uomini di Stellone di affrontare con rinnovate ambizioni lo scontro al vertice con il Pescara in programma domenica sera al Barbera: «Si tratta di una gara importante come altre partite. Non deciderà la stagione anche se, ovviamente, in palio ci sono punti importanti. L’obiettivo, in ogni caso, resta quello di fare risultato contro qualsiasi avversario, a prescindere dal nome». La sfida contro gli abruzzesi, che i rosanero giocheranno con il lutto al braccio e prima della quale verrà osservato un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime del maltempo che nei giorni scorsi ha colpito la provincia di Palermo, è il primo appuntamento di un trittico che potrebbe dare un preciso indirizzo alla stagione della compagine di Stellone: «Ci aspettano tre gare molto difficili contro avversari di un certo blasone – ha sottolineato il numero 14 rosanero tornato oggi in gruppo dopo avere saltato gli ultimi tre allenamenti a causa di una sindrome influenzale, causa del secondo rinvio di questa conferenza in programma inizialmente il 6 novembre ma posticipata per rispetto del lutto cittadino – prima di pensare a Verona e Benevento, però, dobbiamo concentrarci sul match di domenica con il Pescara. Vincendo scavalcheremmo gli abruzzesi e daremmo a noi stessi altri segnali importanti in termini di autostima e convinzione di potere battere tutte le squadre. La formula migliore per sfidare la formazione di Pillon? Hanno giocatori forti ma preferirei focalizzare l’attenzione su di noi. Siamo il Palermo e, al di là di chi affrontiamo – che si chiami Pescara, Juventus o Real Madrid – noi abbiamo il nostro modo di giocare. Sono loro che devono temerci».

I rosanero, oltretutto, stanno consolidando la base sulla quale costruire una precisa identità: «Il mister ci trasmette delle idee e ci spinge a non mollare mai facendoci capire che le partite non finiscono al 90’ ma durano fino al 97’. E il fatto che chi entra a partita in corso riesca a lasciare il segno è un altro aspetto molto positivo. Siamo tutti sulle spine. I titolari non sono undici ma ventidue-trenta. E’ normale che ci possano essere scontenti perché in campo vanno solo undici ma, in ogni caso, nell’ultimo mini-ciclo di gare ravvicinate è stato bravo il mister ad alternare tutti o quasi tutti i giocatori». Prima del doppio turno di stop per squalifica il turnover aveva coinvolto anche Rispoli, concorrente di Salvi sulla fascia destra: «Ribadisco che sono contento che sia rimasto perché è un giocatore molto bravo. Per me non è un rivale ma un compagno di squadra che può darci una grossa mano».


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