Dieci pistole, munizionamento di vario calibro e oltre 100mila euro. È quanto i carabinieri hanno trovato nel quartiere Arance dolci di Noto, in provincia di Siracusa, nel dicembre del 2021, nella disponibilità di
alcuni appartenenti alla comunità seminomade locale. Oggi per due uomini e una donna è arrivato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. L’operazione portata avanti dai carabinieri del nucleo investigativo di Siracusa era iniziata subito dopo il ferimento e la morte del minorenne Paolo Mirabile che era stato colpito in testa da un proiettile.
Indagini rese ancora più complicate per il «muro di omertà» e le false dichiarazioni da parte di alcuni appartenenti alla comunità nomade a cui appartenevano sia la vittima che l’autore dell’omicidio, Vincenzo Di Giovanni. L’uomo che era stato individuato e rintracciato ad Avola, giorni dopo i fatti, in casa di alcuni componenti della stessa comunità. Il 17enne era stato centrato da un colpo di pistola in testa mentre si trovava in auto con i propri familiari in via Platone a Noto. Un omicidio, nato da uno scontro tra due gruppi rivali, che era stato anche ripreso dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Secondo quanto emerso, il vero obiettivo sarebbe stato il padre del 17enne, con cui Di Giovanni avrebbe avuto una lite prima dell’agguato.
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