Ars/ Ricomincia la pantomima: Province, ‘metropoli’, Comuni, poltrone, Giunta, direttori generali della sanità. E mezza Sicilia alla fame? Non si può avere tutto…

MA CI PENSATE? SIAMO STATI CINQUE GIORNI SENZA ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA. QUANTO CI SEI MANCATA! OGGI GRAZIE A DIO RICOMINCIA L’AVVENTURA DEL SIGNOR BONAVENTURA. CON UN NUOVO ATTORE CHE CONTERA’ QUANTO IL DUE DI COPPE CON LA BRISCOLA A DENARI: IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PD SICILIANO, FAUSTO RACITI CON IL SUO ‘PARACADUTE’ ROMANO…

Adesso ridiamo. Già da oggi la politica siciliana, da tragica, dovrebbe diventare comica. Tragicomica. Gli attori sono sempre gli stessi: il Governo regionale di Rosario Crocetta, il PD siciliano di Antonello Cracolici, Giuseppe Lumia e Rosario Crocetta; il Megafono di Rosario Crocetta e Giuseppe Lumia che si accende e si spegna come le luci dell’albero dio Natale: ora c’è, ora non c’è; Confindustria Sicilia di Antonello Montante, Ivan Lo Bello e Giuseppe Catanzaro; gli assessori regionali ‘tecnici’; la ‘guerra’ per le poltrone. Insomma, il solito teatrino. In più c’è il ragazzino – alias il nuovo segretario regionale del PD siciliano, Fausto Raciti  – eletto dai personaggi di cui sopra, che presumibilmente conterà quanto il due di coppe con la briscola a denari.

La pantomima continua. Per un attimo si era pensato che, con Matteo Renzi segretario nazionale del PD le cose, in Sicilia, potessero cambiare. Ma, con un tocco da ‘I Vicerè’ di Federico De Roberto, il leader dei renziani siciliani, Davide Faraone, ha rassicurato tutti spiegando che in Sicilia, tanto per cambiare, cambierà tutto per non cambiare nulla.

Oggi, all’Ars, riprenderà l’operetta oscena della pseudo riforma delle Province, con annessa nascita – o aborto? – delle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e della finta applicazione dell’articolo 15 dello Statuto. L’unica certezza è che non sarà una cosa seria: trattandosi di una cosa voluta dal Governo Crocetta il finale non potrà che essere questo.

Due, grosso modo, gli scenari. Sala d’Ercole potrebbe ‘inchiummare’ (‘bocciare’ per milanesi e romani) l’ennesima idiozia amministrativa. Ma c’è anche la possibilità di un compromesso: una sostanziale proroga della gestione commissariale e tanto fumo sulle città metropolitane e sui ‘liberi’ (o quasi…) Consorzi di Comuni.

Una certezza riguarda i piccoli Comuni che stanno attorno a Palermo, Catania e Messina: non si faranno ‘incaprettare’ dalla tre città metropolitane. L’idea di salvare i bilanci di Palermo, Catania e Messina svuotando le ‘casse’ dei piccoli Comuni, da trasformare in ‘Municipalità’ (ovvero togliendogli lo status di Comuni!) sembra tramontata. I tre più grandi Comuni dell’Isola dovranno fare di necessità virtù. E cercare altrove i soldi per sopravvivere.

A parte la pantomima dell’Ars – che potrebbe riservare qualche sorpresa – ci sono altre due questioni: un problema serio e l’opera buffa.

Il problema serio è rappresentato da mezza Amministrazione regionale – e forse più – rimasta senza soldi. Su questo fronte non ci dovrebbero essere ‘problemi’. nel senso che, ormai, non è più un problema del Governo Crocetta. La manovra bis non si potrà fare perché mancano i piccioli. Roma ha deciso che la Sicilia deve fallire in silenzio. E così sarà.

Tutti i soggetti che fanno capo ai settori dell’Amministrazione regionale rimasti senza soldi si dovranno abituare all’austerità. Parliamo di forestali, dipendenti dei consorzi di bonifica, dell’Arpa, degli Ersu, dei Consorzi universitari (forse si farà un’eccezione per l’università di Enna che,per ovvi motivi, non può essere lasciata senza soldi: se così sarà, Mirello Crisafulli Santo subito), delle associazioni, degli enti e delle fondazioni culturali, degli organismi che operano nel sociale e via continuando.

Una ‘botticella’ (piccola ‘botta’ e non piccola botte) è prevista anche per i dipendenti pubblici della Sicilia. A rischiare di più sono i dipendenti delle nove Province. Se le Province dovessero essere soppresse questo personale finirà in un ‘limbo’. Gli diranno: avete ragione, troveremo una soluzione, e così e colì. Nel frattempo non li pagheranno. O li pagheranno ogni tanto. Fino a quando non si abitueranno alla nuova condizione di disoccupati.

Ovviamente, a pagare non saranno solo i dipendenti delle Province. L’ala ‘gelida’ del Governo Crocetta toccherà pure i dipendenti comunali e regionali. Tagli per tutti. Tant’è vero che già le Funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil siciliane sono sul piede di guerra.

La guerra, comunque, non durerà molto. Perché, alla fine, dovrebbe intervenire Roma per ‘mettere a posto’ le tre organizzazioni sindacali della Sicilia. La ‘dialettica’ si annuncia interessante. Roma – dove la Cgil si appresta a ‘inginocchiari’ al nuovo Governo Renzi – cercherà di far ingoiare l’austerità alla triplice siciliana. Dall’altra parte Cgil, Cisl e Uil dell’Isola che proveranno a non perdere iscritti.

La ‘partita’ è interessante perché i dipendenti pubblici sono molto meno controllabili – ad esempio – degli operai dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, che politici e sindacalisti si ‘annacano’ da tre anni, avendoli resi inoffensivi, naturalmente dopo averli gabbati. E bisognerà ‘annacarseli’ fino alle elezioni europee per farli votare bene…

L’opera buffa, infine. La solita storia delle poltrone della Giunta. Ovviamente, quest’ultima parte della sceneggiata politica siciliana potrà ‘deliziarci’ solo se i siciliani continueranno ad esser quelle pecore che sono sempre stati. Insomma se forestali, dipendenti dei consorzi di bonifica, Arpa, dipendenti delle Province, dipendenti pubblici in generale e via continuando con i settori dell’Amministrazione regionale rimasti con il culo a terra decideranno di morire in silenzio, avremo la possibilità di goderci l’opera buffa.

Pronto accomodo, i renziani di Roma e di Sicilia, i vertici del PD siciliano e il Governo Crocetta-Lumia hanno messo, insieme, il ragazzino Fausto Raciti alla segreteria regionale. Così potranno discutere e spartirsi le poltrone senza essere disturbati. Sotto questo profilo, Giuseppe Lupo era diventato incontrollabile. Si è rifiutato di partecipare alla spartizione delle poltrone. Ci voleva uno malleabile. L’hanno trovato.

C’è da limitare i danni – visti ovviamente dalla parte di Crocetta, Lumia e Confindustria – del rimpasto.

Io, Lumia, non voglio perdere l’assessorato alla Formazione professionale. In cambio vi diamo un direttore generale di questa Asp o di un’Azienda sanitaria. Noi di Confindustria Sicilia non vogliamo toccato l’assessorato alle Attività produttive: un contro, infatti, è dichiarare al Giornale di Sicilia che c’è il clientelismo e che la Sicilia deve cambiare, altra cosa è perdere la poltrona che gestiamo  da cinque anni. Non scherziamo con le cose serie!

E st’Udc che fa? A Roma va con Berlusconi? O mette Vietti nel Governo Renzi? A Roma fa l’opposizione e in Sicilia governa? Una e trina? Ancora con tre assessorati, l’Udc? Gliene possiamo levare uno, tanto per gradire?

E a Lino Leanza che diamo? Già è furibondo per l’affare Humanitas. Qualcosa gliela dobbiamo dare. Sennò ci incasina Catania. E combina un mezzo bordello alle europee. Questo i voti li ha. Teniamolo buono.

Il PD ha pronto Angelo Villari: questo deve andare in Giunta. Cgil consociativa. Una garanzia. Da Catania con amore.

Davide Faraone, dopo tutti i capitomboli trasformisti, vuole almeno Giuseppe Bruno assessore: e glielo dobbiamo dare. E Fabrizio Ferrandelli? Si attacca al tram.

Sì, ma non è che, con ‘sta scusa Lumia può perdere Nelli Scilabra! Peppe, tu ci dai il posto della Scilabra e noi ti candidiamo alle europee. Ok, prima però mi fate eleggere e poi vi do la formazione professionale. Che c’entra, noi la candidatura ti diamo! Sì, e chi mi vota?

E di Mariella Lo Bello che ne facciamo? Torna alle Poste? No! Ma come, ha tradito Angelo Capodicasa per passare con Renzi… Già, ma Capodicasa adesso è con Renzi: assieme hanno eletto Raciti in Sicilia.

Ragazzi, c’è anche Patrizia. Patrizia chi? Patrizia Monterosso, no! Ci sono ‘sti rompiscatole della Corte dei Conti, quelli che ci hanno scassato la min… con il fondo rischi incasinandoci il Bilancio. Che vogliono ancora questi? C’è alle porte la sentenza sulle integrazioni, no?

Ancora con ‘ste integrazioni? Ma non gli abbiamo scippato i soldi agli enti? Sì, ma lo scippo – peraltro illegittimo – non è che sana l’ammanco contabile! Insomma che vuole? Un posto di assessore pure per lei. Pure? Certo! Che fa, la lasciamo a piedi? Non se ne parla nemmeno! sai che ti dico: la mettiamo in Giunta in quota Lino Leanza. Bellissima idea, è!

Tutto a posto, allora? Sì. A patto che ‘sti crasti rimasti senza soldi non ci rompano le scatole. Sai, ‘sti forestali che abbiamo lasciato con 50 milioni di euro al posto di 300 milioni di euro. Ma chi, questi? Un muzzicani chiù, li abbiamo addomesticati. E se vanno in piazza? Quale piazza: Cgil, Cisl, Uil e Ugl con noi sono. Da un anno li prendiamo per il culo e non ce li hanno mai fatti scendere in piazza. Li abbiamo in tasca. Tranquillo. 

E gli altri? Tutto a posto. Basta promettere, promettere, promettere. Ci pensa Rosario. Per promesse Rosario non lo batte nessuno…

 

 


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