Ars, giovedì la mozione di sfiducia a Crocetta

A QUESTO PUNTO IL PD E IL PRESIDENTE DELLA REGIONE HANNO ANCORA DUE GIORNI PER TROVARE L’INTESA SULLA COMPOSIZIONE DELLA NUOVA GIUNTA, CIOE’ SULLE DELEGHE

Come abbiamo scritto stamattina, la mozione di sfiducia al Governo di Rosario Crocetta dovrebbe essere discussa giovedì prossimo, cioè tra due giorni. Così dovrebbe aver deciso la conferenza dei capogruppo dell’Assemblea regionale siciliana.

Per il resto, tutto resta confuso ed incerto. Il Parlamento siciliano, oggi, è rimasto bloccato sul disegno di legge in favore degli operai della Forestale. Il Governo è bloccato su una nuova Giunta che in tanti danno come cosa fatta, ma che non decolla, perché non c’è ancora l’intesa sulle deleghe.

La vicenda delle deleghe nella nuova Giunta si lega a filo stretto alla mozione di sfiducia al presidente Crocetta. Di fatto, il presidente e il PD hanno due giorni di tempo per trovare l’accordo.

Il segretario regionale del Partito Democratico siciliano, Fausto Raciti, ha già ottenuto una mezza vittoria imponendo il quasi totale l’azzeramento della vecchia Giunta (rimarrebbero solo Lucia Borsellino e Linda Vancheri, mentre Nelli Scilabra dovrebbe rimanere fuori). Ma lo stesso Raciti stenta ad ottenere almeno una delega ‘pesante’, perché Crocetta e i suoi alleati non ne vogliono sapere di mollare gli assessorati.

Al PD dovrebbero andare quattro assessorati: due ai renziani e due all’area Cuperlo. L’assessorato all’Economia dovrebbe andare a un renziano romano: ma non si capisce come verrebbe ‘conteggiato’ questo assessorato: ai renziani siciliani ne andrebbero altri due o l’Economia verrebbe calcolato in quota renziana siciliana?

I cuperliani puntano ad almeno una delega ‘pesante’: o l’assessorato alla Formazione professionale, o l’assessorato all’Energia (che si occupa anche di acqua e rifiuti), o l’assessorato alle Attività produttive (fino ad oggi occupato da Linda Vancheri in quota Confindustria Sicilia: quest’ultima potrebbe lasciare le Attività produttive e andare all’Energia, liberando l’assessorato alle Attività produttive per i cuperliani del PD).

Il nodo da sciogliere è questo: Raciti, per coronare il successo di una linea politica che fino ad oggi sta risultando vincente, se è vero che ha costretto Crocetta e Lumia ad aprire una crisi di Governo, deve portare ai suoi almeno uno di questi tre assessorati. Altrimenti avrebbe lavorato per nulla.

Dicono che l’accordo potrebbe maturare nelle prossime ore. E c’è da crederci, perché tra due giorni si vota la sfiducia a Crocetta. Non è da escludere, però, che la situazione vada per le lunghe, magari fino a giovedì.

Di fatto, il vero scoglio per il Governo è la mozione di censura a Crocetta. La forza di Raciti, in questa trattativa, è legata al fatto che i nove deputati cuperliani del PD, senza accordo sulla nuova Giunta, giovedì potrebbero unire i voti ai 40 di centrodestra e Movimento 5 Stelle e approvare la sfiducia. In questo caso decadrebbero Crocetta e il suo Governo, ma andrebbero a casa anche i deputati dell’Ars.

Da qui la domanda: la maggioranza dei deputati di Sala d’Ercole è veramente convinta di voler andare a casa?

Insomma, non è da escludere che Crocetta, pur di non perdere nessuna delle tre postazioni di Governo – Formazione, Energia (con acqua e rifiuti) e Attività produttive – decida di accettare la sfida, andando al voto sulla sfiducia. Sarebbe una scelta molto rischiosa. Ma se la sfiducia non dovesse passare, tornerebbe ad avere – come si usa dire in questi casi utilizzando una metafora – il coltello dalla parte del manico e sarebbe lui a imporre al PD di Raciti una Giunta di proprio gradimento.

Forse lo stesso Crocetta potrebbe tentare la strada romana: cioè andare a Roma per fare imporre – da Roma – ai cuperliani siciliani, magari entro domani, una Giunta di proprio gradimento, tenendo per sé Formazione, Energia (con acqua e rifiuti) e Attività produttive.

L’ipotesi sarebbe molto forzata e non è detto che riesca, perché i cuperliani siciliani si metterebbero comunque di traverso.

Insomma, la partita non sembra chiusa. Anche se in politica tutto è possibile: anche che, nelle prossime ore Crocetta dichiari di aver ceduto ai cuperliani l’assessorato all’Energia o alle Attività produttive.

Soddisfatto il commento dei parlamentari regionale del Movimento 5 Stelle:

“Finalmente la mozione di sfiducia a Crocetta arriva in Aula, nonostante la reazione del sistema, che ha cercato in tutti i modi finora di procrastinare la votazione”.

“Si avvicina finalmente il momento della verità – precisano i deputati Salvatore Siragusa e Valentina Zafarana -. Vogliamo proprio vedere chi sarà conseguente con le dichiarazioni fatte finora e chi, invece, ha barato con dichiarazioni di facciata, solo per alzare il prezzo della contropartita politica”.

Per la cronaca, la mozione di sfiducia al presidente è stata firmata dai deputato grillini e dal centrodestra.

Sul fronte del centrodestra interviene il coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Vincenzo Gibiino:

“La mozione di sfiducia nei confronti di Rosario Crocetta – dice Gibiino – è l’unico atto possibile di vera responsabilità nei confronti della Sicilia e dei siciliani. Il nascente governo è minestra riscaldata, e null’altro potrà fare se non danneggiare ulteriormente un’economia già colpevolmente disastrata dai due precedenti esecutivi di sinistra. Forza Italia, tutto il centrodestra, chiamano a raccolta i parlamentare regionali, di ogni forza politica, tutti coloro che hanno veramente a cuore il destino della nostra terra e che sono stanchi di assistere a raccapriccianti mercati di poltrone e potere, utili solo a dar vita ad una compagine governativa che non saprà sciogliere alcun nodo”.

“Quanti torti devono ancora subire i nostri concittadini? – si chiede e chiede il coordinatore degli azzurri dell’Isola -. Perché accettare passivamente l’arroganza di una politica autoreferenziale che non programma, non taglia e non ha contezza di un disagio sociale dilagante? Si sfiduci subito Crocetta e si torni quanto prima alle urne, per dare alla Sicilia una possibilità concreta di riscatto e di crescita”.

Sulla forestale – o meglio sull’inghippo che si sta preparando – riferiamo tra un po’ in un altro articolo.


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