Per una rapina nel centro diagnostico di Aci Castello, in provincia di Catania, avvenuto il 16 febbraio, i carabinieri hanno arrestato un 43enne catanese che è finito ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Nel corso delle indagini fondamentale è stata anche la collaborazione da parte dei cittadini coinvolti, a vario titolo, nella vicenda.
Secondo quanto ricostruito, intorno alle 16.45 del 16 febbraio è stata segnalata alla centrale operativa della compagnia dei carabinieri di Acireale, una rapina nel centro diagnostico di Aci Castello. Arrivati sul posto, i militari hanno raccolto le prime dichiarazioni di coloro che avevano assistito ai fatti, confermate dalla visione delle immagini di videosorveglianza della zona. I militari hanno ricostruito che due uomini, vestiti con abiti scuri e con volto coperto da cappello, scaldacollo e passamontagna, erano entrati nel centro e si erano diretti dietro il banco di accettazione, appropriandosi di due cassette metalliche nelle quali era custodito denaro contante.
Nell’uscire dallo studio, i due erano stati inseguiti da un dipendente che, per bloccarli avrebbe ingaggiato con i rapinatori una colluttazione, inizialmente all’interno dei locali e poi anche in strada, fino a riuscire a fare cadere loro di mano le due cassettine. I due uomini, invece, erano riusciti a fuggire a bordo di uno scooter, facendosi strada tra i passanti che nel frattempo si erano affollati
all’esterno dello studio, allarmati da quanto stava accadendo. Proprio uno dei presenti era riuscito a immortalare la scena girando un video con il cellulare. Immagini, poi diventate virali sui social, sono statr esaminato dai carabinieri che sono riusciti a risalire allo scooter utilizzato dai rapinatori – un Honda Sh di colore bianco – e ad accorgersi che, durante la fuga, uno dei malviventi era rimasto per alcuni istanti con il volto scoperto.
A quel punto sono scattati due tipi di indagini: quelle sul mezzo, che hanno evidenziato che era stata apposta una targa falsa, e quelli tecnici, condotti analizzando i cartellini foto-segnaletici custoditi nei database delle forze di polizia. Grazie a queste attività, i carabinieri di Aci Castello hanno individuato il possibile autore del reato, tra l’altro già arrestato dai colleghi di Catania qualche tempo prima. Lo scambio di informazioni ha chiuso permesso di risalire all’identità del rapinatore. Scattate le ricerche, quella stessa sera è stata individuata la sua abitazione, dalla quale, però, era già scappato dopo avere commesso il fatto. L’uomo è stato poi fermato a Castrovillari, in Calabria, all’interno di una stazione di servizio ed è finito agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
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