Il blitz risale all'estate 2017. Nei guai finirono i fratelli Salvatore e Daniele Nizza ma anche alcune giovani leve del panorama criminale cittadino. Tra questi Carlo Burrello, genero dell'ex reggente dei Santapaola Marcello Magrì
Appello Carthago 2, condanne per il clan Nizza Alla sbarra c’era pure il boss Rosario Lombardo
Un colpo alla frangia ortodossa della famiglia di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano. È quello inferto dai giudici della terza sezione penale della corte d’appello di Catania nell’ambito del processo – riguardante il filone con rito abbreviato – Carthago 2. Nome scelto dai carabinieri per battezzare l’operazione antimafia scattata il 6 luglio 2017. Nel mirino delle forze dell’ordine tre reggenti mafiosi di primo piano: Rosario Lombardo, Francesco Santapaola e Marcello Magrì. Un triumvirato che si sarebbe alternato negli anni per cercare di fronteggiare arresti e pentimenti. In mezzo due dei fratelli Nizza, per molto tempo padroni del narcotraffico ai piedi dell’Etna grazie al ruolo rivestito da Fabrizio Nizza, poi diventato collaboratore di giustizia, e Andrea Nizza, latitante dal 2014 – subito dopo l’esito del processo Fiori bianchi – e catturato due anni e un mese dopo all’interno di una villetta nel territorio di Viagrande.
A Lombardo, conosciuto come Saro ‘u rossu ma che dai sodali veniva chiamato pure Gabibbo, è stata comminata una condanna a 20 anni. Il boss, stando agli atti dell’inchiesta, gestiva il traffico di stupefacenti dalla sua abitazione di viale Biagio Pecorino, tra i quartieri San Giorgio e Librino. Specializzato nelle importazioni di cocaina, Lombardo è un grande appassionato di musica neomelodica. Nell’agosto 2015 le forze dell’ordine fecero saltare un mega concerto, ospite di punta il cantante Gianni Vezzosi, che il boss stava organizzando proprio sotto la sua abitazione per festeggiare il compleanno.
Condannati anche i fratelli Daniele e Salvatore Nizza detto Mpapocchia, rispettivamente a 20 anni e 11 anni, 10 mesi, 20 giorni. Colpevole anche il figlio di Salvatore, Natale Dario Nizza, condannato a 9 anni e 4 mesi. Per l’accusa sarebbe stato il braccio operativo del parente mentre alcuni pentiti, in particolare Davide Seminara e Salvatore Cristaudo, hanno spiegato che l’uomo, classe 1983, in realtà non è formalmente affiliato a Cosa nostra con il rito mafioso della pungiuta. Condanna anche per Natalino Nizza, 3 anni e 9 mesi oltre a 18mila euro di multa. L’uomo è figlio del boss mafioso Giovanni Nizza, conosciuto con l’appellativo di banana.
Per Francesco Santapaola, invece, la condanna è stata a 14 anni. Sei anni in più per Marcello Magrì, fratello del killer Orazio. Mentre per il genero Carlo Burrello i giudici hanno disposto una condanna a 9 anni e 4 mesi. In questo processo alla sbarra c’era pure Salvatore Bonanno – 3 anni – noto per essere diventato, dopo l’operazione, collaboratore di giustizia.
Le condanne:
Pietro Arezzi, 9 anni e 4 mesi
Salvatore Spampinato, 9 anni e 4 mesi
Giuseppe Bellia 9 anni e 4 mesi
Carlo Burrello 9 anni e 4 mesi
Dario Nizza 9 anni e 4 mesi
Giuseppe Vinciguerra 9 anni e 4 mesi
Giuseppe Pastura 9 anni e 8 mesi
Francesco Pinto 9 anni e 8 mesi
Massimo Amantea 6 anni e 4 mesi
Domenico Contarini 3 anni e 8 mesi
Daniele Nizza 20 anni
Natale Nizza 3 anni, 10 mesi e 20 giorni
Domenico Stabile 2 anni e 8 mesi
Giuseppe Boncaldo 12 anni e 8 mesi
Rosario Lombardo 20 anni
Salvatore Nizza 11 anni e 10 mesi
Vito Romeo 10 anni
Francesco Santapaola 14 anni
Giuseppe Scaletta 9 anni
Raimondo Santonocito 9 anni e 6 mesi
Francesco Scuderi 10 anni e 8 mesi
Salvatore Bonanno 3 anni
Vito Musumeci assolto
Biagio Sapuppo assolto
Francesco Belviso 18 anni
Marcello Magrì 20 anni