Il Bastione degli infetti ha partecipato al concorso Fai (Fondo ambiente italino) già nel 2014. Gli attivisti lo iscrivono al contest anche quest'anno. «È in ottimo stato grazie al nostro lavoro», racconta il presidente del comitato di quartiere. Che ne spiega le trasformazioni, da quando era un immondezzaio a oggi
Antico corso, il Bastione di nuovo luogo del cuore «Non permetteremo che sia dimenticato ancora»
Riparte il contest del Fondo ambiente italiano (Fai) sui Luoghi del cuore italiani e con esso il comitato popolare Antico Corso catanese annuncia la candidatura del Bastione degli infetti. Un’iscrizione al concorso, quella del monumento etneo, che non rappresenta una prima volta: già nel 2014 gli attivisti guidati dal presidente del comitato Salvatore Castro avevano puntato sulla riscoperta del bene archeologico proprio attraverso la campagna Fai. Ottenendo un 33esimo posto nella classifica nazionale e la medaglia di bronzo nell’elenco dei siciliani. «Il Bastione degli Infetti oggi è già un luogo del cuore ma abbiamo deciso di ricandidarlo affinché su di esso non si spengano i riflettori», precisa Castro. La questione non è economica, «si tratta più che altro di dare al Bastione uno sponsor noto affinché non venga dimenticato», sottolinea Castro.
Proprio la memoria è il punto di partenza dei Luoghi del cuore poiché «il censimento Fai raccoglie tutte quelle aree storiche alle quali le persone del luogo sono particolarmente legate da un punto di vista storico e pure affettivo», dice. E lo spazio di via Torre del vescovo, a pochi passi da via Plebiscito, negli anni si è ricavato il suo posto nell’immaginario dei residenti della zona, ma non solo. Una scommessa, l’ennesima per il comitato popolare che insiste sul quartiere, per «rilanciare alla cittadinanza e non solo la rappresentatività del Bastione degli infetti».
Un luogo che gli attivisti curano in maniera volontaria dal 2000. «Oggi si occupano del sito circa tre o quattro persone, a seconda di quello che c’è da fare», sottolinea Salvatore Castro. Che ripensa alle trasformazioni subite negli ultimi dieci anni dal Bastione. «Da bene archeologico è diventato una discarica abusiva, spesso teatro di incendi di spazzatura o luogo per alloggi di fortuna. Insomma, prima era un immondezzaio», ricorda l’attivista. Mentre «grazie all’amore di volontari e cittadini è stato possibile non solo ripulirlo ma anche rincontestualizzarlo, raccontando la storia di ciascuna delle pietre che lo compongono, alcune delle quali – aggiunge – hanno pure cinquecento anni di vita».
Uno spettro, quello del degrado, che il comitato popolare Antico Corso vuole allontanare il più possibile dal Bastione degli infetti, soprattutto perché «siamo riusciti a riconsegnarlo alla città in ottime condizioni». E in questa «missione» rientra la candidatura del bene al contest promosso dal Fai. Come pure una serie di eventi – teatrali, musicali e letterari – realizzati nell’area archeologica da parte degli attivisti in collaborazione con altre associazioni catanesi, da Gammazita a Officina Rebelde. Il 28 luglio sarà la volta di un appuntamento dedicato ai fumetti, mentre il 29 il delegato Fai di Catania Giambattista Condorelli spiegherà le antiche opere idrauliche etnee. «Il Bastione merita di essere ancora una volta un luogo del cuore perché in fondo lo è già per moltissimi cittadini catanesi che non vogliono si dimentichi la vita che lo riempie», conclude Castro.