Nicola Colombrita, 57 anni, ingegnere, è il nuovo presidente dell’Ance Catania. Succede ad Andrea Vecchio, del quale sembra essere l’esatto opposto: Colombrita è alto, robusto e dai toni pacati. Ma la sua elezione avviene nel segno della continuità. Già membro del consiglio direttivo presieduto da Vecchio, è presidente dell’ente scuola edile, che ha da poco investito quasi 3 milioni di euro acquistando dal comune di Catania l’edificio alla Playa che la ospita. «L’Ance a cui guardo come esempio è quella di Andrea Vecchio e di Emanuele Rimini» dichiara nel suo primo discorso da presidente, spendendo parole di stima per il lavoro svolto in questi dieci anni da Vecchio. Che lascia «un’associazione con bilancio in attivo nonostante la crisi» portandola a essere una delle più note a livello nazionale grazie alle sue qualità di comunicatore, riconosciute da tutti e confermate da Paola Vitto, vicedirettore nazionale Ance, presente come ospite, che ricorda i suoi interventi in assemblea nazionale «spesso provocatori o irruenti, ma che con l’intelligenza hanno smosso le coscienze in situazioni di stallo»
Con 116 voti favorevoli e solo 4 contrari, l’assemblea è quasi unanime nel decretare Colombrita presidente, ma nel corso della serata non sono mancate alcune note polemiche. La prima dal geometra Rodolfo Greco che si stupisce della «mancata citazione dell’ingegnere Alfio Massimino: quando lui era presidente questa associazione ha raggiunto il suo apice». La seconda di Gianluca Cannavò, socio Ance e capogruppo Pdl al consiglio provinciale, che dal nuovo presidente si augura «meno esternazioni politiche, mi sono trovato in imbarazzo più volte». L’occasione è buona per il nuovo presidente per chiarire la sua posizione: «Non ho citato Massimino perché non mi rivedo nell’Ance da lui diretta, che aveva sì un maggiore peso politico, ma aveva all’interno imprese che non erano imprese. Quanto alla politica, noi non abbiamo mai fatto politica, restando sempre distanti da chiunque», risponde Colombrita, a cui fa eco Andrea Vecchio «l’Ance di Massimino aveva un grande peso politico, ma aveva la metà delle imprese all’interno che erano cadaveri, corpi morti usati nelle assemblee Ance e Confindustria per spostare decisioni: abbiamo fatto tanta fatica per essere come siamo oggi, con imprese vere, che lavorano anche con le difficoltà del periodo». Conclude così la sua avventura da presidente, con l’applauso dei soci, anche se il suo ruolo di volto pubblico di Ance Catania non si è concluso. «Andrea Vecchio è un po’ il nostro ministro della Cultura, e ho intenzione di delegargli gli eventi», dichiara Colombrita.
Conclude la lunga assemblea l’elezione del consiglio direttivo, formato, oltre che dal neo-presidente Colombrita, dai due vicepresidenti Alessandro Bosco e Mimmo Reina, dal tesoriere Walter Finocchiaro, e dai consiglieri Salvo Ferlito, Salvo Fronterè, Rosario Fresta e Giuseppe Piana.
[Foto di Ance Catania]
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