Il patto, che impegna il gestore della rete stradale e autostradale maggiormente presente in Sicilia e i nove prefetti dell’isola, auspica maggiore legalità e trasparenza attraverso l’imposizione di un monitoraggio costante dei soggetti coinvolti in appalti e subappalti, dei materiali impiegati e del flusso economico in gioco
Anas, si punta su banche dati e screening preventivo Armani: «Nuovo protocollo segnale di cambiamento»
«La Sicilia sta cambiando ed è questo il momento giusto per colmare il divario infrastrutturale». A dirlo è il ministro dell’interno Angelino Alfano, che lunedì alla prefettura di Palermo ha firmato un protocollo d’intesa, insieme ai nove prefetti dell’isola, che ha l’obiettivo di prevenire i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata mafiosa nel settore degli appalti pubblici. Sigla il patto anche Gianni Vittorio Armani, presidente di Anas che, in sintonia con le parole di Alfano, ha sottolineato come questo protocollo rappresenti «un segnale di cambiamento che aprirà la strada a un percorso molto lungo, che parte dalla sottoscrizione del precedente protocollo di legalità Carlo Alberto Dalla Chiesa».
Alla base del patto c’è soprattutto la necessità di garantire legalità e trasparenza, rafforzando i poteri di vigilanza nei confronti di un settore che ha sempre fatto gola alle organizzazioni criminali. Per intensificare significativamente il monitoraggio dei flussi di manodopera e della loro gestione, le prefetture siciliane istituiranno vere e proprie cabine di regia, come si legge nel documento, allo scopo di effettuare verifiche e valutazioni periodiche. Cuore del protocollo, infatti, articolato in sette articoli, è l’istituzione di una banca dati con la quale si obbliga l’appaltatore a mettere a disposizione delle prefetture tutte le informazioni relative alle imprese alle quali intende concedere i lavori, i servizi e le forniture in subappalto. Condizione questa, come le altre stabilite dal protocollo, alla quale tutte le imprese aggiudicatarie dovranno attenersi, per una specifica clausola imposta da Anas, in caso di lavori stradali superiori ai 250mila euro.
Nei settori considerati maggiormente a rischio sarà possibile la consultazione, anche in via telematica, dell’elenco dei fornitori, dei prestatori di servizi e degli esecutori dei lavori. Elenchi ai quali Anas impone l’iscrizione. Stesso discorso anche per i subcontraenti e i fornitori dell’intero processo di filiera. Un modo che consentirà lo screening preventivo di tutti gli interlocutori in gioco. Attraverso una banca dati web sarà possibile attingere in presa diretta a tutte le informazioni relative ai soggetti coinvolti in un preciso incarico. Anas potrà, inoltre, richiedere specifiche informazioni anche tramite la Banca dati nazionale antimafia. Siglando questo patto, Anas si impegna anche a effettuare controlli più frequenti e rigorosi sulla qualità del calcestruzzo e dei materiali utilizzati. «La Sicilia è l’area in cui siamo più presenti in fatto di investimenti – torna a dire Armani – Anas è presente lungo circa quattro mila km di strada e al momento sono in corso ben 41 interventi, tra nuove opere e manutenzione ordinaria».