Ormai al terzo giorno di sciopero, stamane i lavoratori si sono dati appuntamenti in via Ugo La Malfa. Le manifestazioni, annunciate domenica, proseguiranno fino a quando azienda e governo non troveranno un'intesa
Almaviva, prosegue la protesta Sit-in davanti alla sede Telecom
Prosegue la protesta dei lavoratori Almaviva, anche oggi, a Palermo contro i licenziamenti annunciati dall’azienda. Ormai al terzo giorno di sciopero consecutivo, i dipendenti del call center si sono dati appuntamento davanti il palazzo della Telecom, in via Ugo La Malfa, fin dalle prime ore del mattino. Le manifestazioni, annunciate domenica scorsa, proseguiranno fino a quando azienda e governo non troveranno una soluzione per la vertenza, condivisa dai dipendenti, dopo la bocciatura plebiscitaria dell’accordo di solidarietà. Anche in vista del nuovo incontro al ministero per lo Sviluppo economico che si terrà il prossimo 24 maggio a Roma con il viceministro Teresa Bellanova.
Sabato scorso, durante l’incontro con il ministro Boschi, i sindacati hanno fatto sapere che rifiuteranno qualunque ipotesi che possa peggiorare le attuali condizioni salariali e di lavoro e che non accetteranno nessuna ipotesi di licenziamento. L’obiettivo, infatti, è salvare 1670 posti di lavoro solo nel capoluogo siciliano. Lo sciopero – indetto da Slc Cgil, Uilcom e Ugl, ma senza la partecipazione della Fistel Cisl – è scattato anche ieri: i lavoratori hanno incorciato le braccia nelle fasce orarie dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 con assemblee davanti ai locali delle due sedi aziendali, in via Cordova e via Marcellini. Proprio quest’ultima, sarà lasciata a breve dall’azienda che a gennaio ha disdetto il contratto di affitto trasferendo la sede legale di Almaviva Contact a Roma.
Sempre ieri, la decisione di scioperare per l’intero turno di martedì prossimo, il giorno del tavolo convocato dal ministero, in tutte le sedi dell’azienda. Alle 13, durante l’incontro che si svolgerà al Mise, si terrà un sit-in davanti alla sede del ministero e delle prefetture delle città coinvolte nella vertenza sui 2988 esuberi, Palermo Roma e Napoli.