Torneranno in piazza ma stavolta con un programma più articolato. Le proteste - che ogni volta riguarderanno una commessa diversa - prevedono assemblee cittadine e biciclettate per mantenere alta l'attenzione in vista del tavolo al Mise. Sindacati: «Servono soluzioni con una prospettiva più lunga di sei mesi»
Almaviva, in arrivo altri 4 giorni di sciopero Dal 17 sit-in, marce e fiaccolate contro tagli
A partire da martedì i lavoratori delle sedi palermitane di Almaviva incroceranno le braccia per quattro giorni. Le proteste (dal 17 al 20 maggio) interesseranno ogni volta una commessa diversa e, contestualmente, sono previsti sit-in sotto le sedi dei committenti coinvolti dallo sciopero, in vista del tavolo al Mise del 24 maggio. Nel tentativo, l’ennesimo, di scongiurare i licenziamenti annunciati dal colosso dei call center in Italia. Tra le altre iniziative messe in campo dai sindacati, Slc Cgil, Uilcom Uil e Ugl, anche un’ assemblea cittadina con rappresentanti delle istituzioni, fiaccolate e biciclettate, per salvaguardare il futuro di 1670 lavoratori delle due sedi di via Cordova e via Marcellini a Palermo, ma il percorso appare in salita. Dopo la bocciatura da parte della quasi totalità degli operatori della ipotesi di accordo, perché giudicata estremamente penalizzante sotto il profilo economico, ora il futuro si fa sempre più incerto.
Terminata la fase sindacale, dai primi di maggio la vertenza è passata al ministero del Lavoro anche se, fino a oggi, non si sono registrati passi in avanti. E le posizioni si sono cristallizzate, mentre si avvicina pericolosamente il 5 giugno: da quel momento in poi potrebbero esserci già i primi licenziamenti in assenza di un accordo tra azienda e parti sociali. Un intesa, tuttavia, appare lontana: i sindacati chiedono la revoca immediata dei tagli, strumenti a tutela delle peggiorate condizioni economiche dei lavoratori e la ripresa di un tavolo costruttivo tra le parti con la mediazione dell’Esecutivo nazionale. Tra le altre richieste, anche «un modo per mettere i committenti davanti alle loro resposanbilità riguardo alcune dinamiche del settore – si legge in una nota – come le gare al massimo ribasso, le delocalizzazioni e il mancato rispetto dell’articolo 24 bis del Decreto sviluppo».
In queste ultime settimane, i dipendenti hanno fatto sentire la propria voce con manifestazioni sempre pacifiche, coinvolgendo rappresentanti dello Stato e del Governo: dopo l’incontro di venerdì con il presidente del Senato, Pietro Grasso, ieri è stata la volta del ministro per le Ritorme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi che ha promesso di farsi carico di quanto esposto dalla delegazione di lavoratori al viceministro Teresa Bellanova, così da avere già un quadro aggiornato della vertenza al tavolo ministeriale fissato per il prossimo 24 Maggio, a Roma. Ma di tempo ne rimane veramente poco ormai.
«In questi giorni di protesta – affermano il segretario provinciale Slc Cgil, Maurizio Rosso, e Rosalba Vella Slc Cgil Palerno – solleciteremo ancora un volta un incontro con il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore regionale alle Attività produttive, Mariella Lo Bello perché al di là dei buoni intendimenti, occorrono azioni concrete per supportare la vertenza a livello locale. E, prima fra tutte, rimane il nodo della sede». Dopo la disdetta del contratto di affitto di via Marcellini, infatti, tutti i lavoratori da giugno saranno concentrati nella sede di via Cordova, molto più piccola della prima. «Ribadiamo che non accetteremo nessun licenziamento – aggiungono – e se al tavolo fissato per il 24 al Mise dovessero riproporci nuovamente l’ipotesi di accordo già bocciata dai lavoratori, noi diremo No. Lo abbiamo fatto presente ieri al sottosegretario Faraone – concludono – chiedendo ancora una volta soluzioni per scongiurare i licenziamenti, con una prospettiva piu lunga di sei mesi».