Parte la raccolta dei fondi necessari al restauro del mosaico Liberty del panificio Morello, al Capo. Salvare Palermo e i Social Influencer della città si mobilitano. Il costo totale del progetto è di 8mila euro. All'appello ne mancano 2mila
Al via #SalviamoDemetra Crowdfunding per la Pupa del Capo
Da un paio d’anni la fondazione Salvare Palermo si sta impegnando nella raccolta fondi per il restauro dell’insegna del panificio Morello, un mosaico Liberty che fa bella mostra di sé all’interno del mercato del Capo. L’insegna, di artista ignoto, ritrae Demetra, la dea dei campi, ornata di gioielli e simbolo dei tempi che furono, la ‘Pupa del Capo‘, come la chiamano i palermitani, sarà smantellata e portata via da quel vicolo silente, che è stato la sua casa dal 1908.
L’architetto Gabriella Insana racconta a Meridionews che l’idea di salvare Demetra è nata spontaneamente dal gruppo dei Social Influencer, che intende così dare il proprio contributo alla città attraverso campagne di sensibilizzazione come questa, per poi scoprire che Salvare Palermo si era già interessata al mosaico. «Abbiamo voluto allora muoverci per raggiungere l’obiettivo comune – dice Gabriella Insana -. Il costo totale del progetto si aggira sugli ottomila euro, di cui quattromila sono stati già raccolti dalla Fondazione attraverso una regata di beneficenza di due anni fa. Un privato, invece, ne ha messi a disposizione altri duemila».
All’appello mancano, dunque, gli ultimi duemila euro, che i social influencer si propongono di raccogliere attraverso la campagna di crowdfunding #salviamodemetra, alla quale si può partecipare donando online su youcaring, il sito internazionale di donazioni.
Il restauro del bene sarà effettuato a Palazzo Ajutamicristo, che ospiterà Demetra e i suoi visitatori gratuitamente finché non sarà stato messo in sicurezza l’edificio del Capo. L’immobile è a rischio crollo, in uno stato di abbandono avanzato che non dà spazio all’ipotesi di lasciare ai capricci del tempo e del degrado un’opera di pregio. «I proprietari del panificio – continua – si sono detti pronti alla ristrutturazione della loro parte dell’edificio, ma il restante 80% è di un privato che afferma di non essere nelle condizioni finanziarie per affrontare una spesa di tale entità e che, al momento, non è legalmente tenuto a farlo. Finché lo stabile non è in sicurezza il mosaico non potrà farne parte».
Dalla sovrintendenza assicurano che l’intenzione è quella di muoversi seguendo il motto ‘com’era dov’era’, slogan di opposizione lanciato da Gabriele D’Annunzio nel 1902 in occasione della ricostruzione del veneziano campanile di San Marco e oggi fortunatamente adottato da molti primi cittadini di città europee. Ma il profondo timore di Palermo è che Demetra possa non far ritorno al Capo e che resti chiusa nella gabbia dorata di Palazzo Ajutamicristo a ricevere le visite degli amici più intimi, che si farebbero sempre più rade. Mentre il mondo fuori si dimentica pian piano di lei.