Sembra il nome di un nuovo centro commerciale. E, invece no. 'megaforum' è il nome della kermesse, che prende il via oggi a catania, alle terrazze di ulisse, e che si concluderà domenica, organizzata da il megafono, il movimento del presidente della regione siciliana, rosario crocetta.
Al via il MegaForum: si festeggia la resa della Sicilia a Roma
Sembra il nome di un nuovo centro commerciale. E, invece no. ‘Megaforum’ è il nome della kermesse, che prende il via oggi a Catania, alle Terrazze di Ulisse, e che si concluderà domenica, organizzata da il Megafono, il movimento del Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
“Non proprio una festa- dice il coordinatore provinciale del Megafono, Giuseppe Caudo, ma un momento di riflessione”. In effetti, da festeggiare ci sarebbe ben poco. A quasi un anno dall’insediamento del Governo Crocetta, la Sicilia è completamente in ginocchio . Una valanga di nomine e nulla più. Eccezione fatta per qualche sforzo compiuto dall’Assessore regionale all’Energia, l’ex pm Nicolò Marino, l’attuale Giunta regionale, dominata dalla presenza asfissiante di Confindustria Sicilia, finora si è dimostrata del tutto inadeguata.
L’unica cosa che potrebbero festeggiare, a ben vedere, è l’avere ufficialmente regalato la Sicilia a Roma. Senza battere ciglio. Neanche quando questa viola palesemente le prerogative costituzionali dei siciliani, i diritti al lavoro, il diritto di non emigrare. Un bel risultato cui brindare stasera sulle Terrazze d’Ulisse, all’ombra della magnifica Etna per Crocetta e i fan de il Magafono.
Gli argomenti non mancano: dal voltafaccia sul Muos, che ha segnato la resa alla prepotenza della Capitale italiana e a quella americana, alla faccia della salute e dei diritti dei siciliani, al commissariamento , non ufficiale ma palese, dell’assessorato regionale all’Economia, guidato dall’inviato speciale’, Luca Bianchi. Che, al di là del suo profilo umano e professionale, è stato inviato qui per fare quadrare non i conti dei siciliani, ma quelli del Governo nazionale. Costi quel che costi. E, a giudicare dalla fame che c’è in Sicilia, costa tanto.
Non a caso Franco Piro, deputato regionale del Pd, si chiede se è vero che l’Assessore Bianchi abbia preso l’impegno di non proporre ricorsi alla Corte Costituzionale. Sarebbe grave. Una rinuncia al diritto di difendersi dinnanzi a politiche statali palesemente ingiuste per la Sicilia e per i siciliani, per i lavoratori, per il popolo.
Ma tant’è. Crocetta, che in campagna elettorale aveva promesso di essere il Presidente dei Siciliani (ricordate le parole sull’autonomia, sulle imprese che dovevano pagare qui i tributi, l’articolo 37 dello Statuto e lo stesso Muos?), finora si sta palesando come il solito politico di turno e di professione.
Stamattina poi su La7, tra il serio e il faceto, ha anche detto di volersi candidare alla guida del Pd nazionale. Nulla lo vieta. Passioni romane. L’unica cosa di nazionale che non gradisce il Presidente è il decreto 39 di quest’anno che sancisce l’incompatibilità in campo di nomine (vedi caso Ifris e Irsap).
Solo che la Sicilia ha bisogno di altro.
Non pretendiamo un altro Piersanti Mattarella, pronto a difendere il suo popolo dinnanzi allo Stato facendo contemporaneamente pulizia all’interno della sua Sicilia, ma almeno un po’ di coerenza. I siciliani non hanno bisogno ancora di un altro carrierista della politica. Al Presidente Crocetta auguriamo una brillante ascesa nei cieli romani, a noi un Presidente dei Siciliani.
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E il presidente Crocetta a blindare lassessore Bianchi? O lo fa per conto delle burocrazia ministeriali che stanno massacrando le finanze siciliane?
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