«Se io fossi venuta, quel giorno, gli facevo firmare con il sangue (al sindaco, ndr) tutte le cose che già so che ci servono». Del suo rapporto confidenziale con l’allora primo cittadino di Catania Salvo Pogliese non ha mai fatto mistero l’ex assessora ai Grandi eventi Barbara Mirabella. Candidata alle Regionali nella lista di Fratelli […]
«Al sindaco le facevo firmare col sangue le cose che ci servono». L’ex assessora arrestata e i lavori a Le Ciminiere
«Se io fossi venuta, quel giorno, gli facevo firmare con il sangue (al sindaco, ndr) tutte le cose che già so che ci servono». Del suo rapporto confidenziale con l’allora primo cittadino di Catania Salvo Pogliese non ha mai fatto mistero l’ex assessora ai Grandi eventi Barbara Mirabella. Candidata alle Regionali nella lista di Fratelli d’Italia, ieri è stata arrestata nell’ambito di un’inchiesta partita puntando la lente di ingrandimento sull’ex rettore di UniCt Francesco Basile. Per lei sono scattati i domiciliari con l’accusa di corruzione per una mazzetta da 10mila euro. Nella sua doppia veste – che sin dalla sua nomina aveva sollevato questioni di conflitto di interesse – di imprenditrice del settore degli eventi e di componente della giunta con la stessa delega, per l’accusa Mirabella avrebbe assunto il ruolo di intercessora. Non solo sconti maggiorati ma anche lavori di ristrutturazione de Le Ciminiere a spese dell’amministrazione pubblica.
Tutto questo in favore della New Congress Srl, la società che si stava occupando di organizzare nella location del centro fieristico etneo un convegno per la Società italiana di Chirurgia. Dopo non pochi diverbi con una manager campana, alcuni servizi vengono affidati alla Expo. Società di cui la carica di amministratrice, in quel momento, sarebbe stata della madre di Mirabella anche se di fatto per gli inquirenti sarebbe stata lei a continuare a gestire tutto. «Barbara è un assessore – dice uno degli indagati – È facile bene o male che li conosce, chiama: “Sono l’assessore, mandatemi subito un pullman“». Motivo per cui lo stesso Basile avrebbe spinto e insistito per affidarle i servizi per l’evento. Per l’accusa, le due figure di imprenditrice e politica si sarebbero sovrapposte. E anche per i lavori edili avrebbe sottolineato la propria azione «di pungolo e di monitoraggio».
Tra le opere da mettere in atto a Le Ciminiere, oltre alla sistemazione dei bagni, ci sarebbe stata pure «la collocazione di nuovi strati di moquette, come personalmente raccomandata dal professore Basile», come si legge nell’ordinanza. Lavori di cui si sarebbe fatta carico, però, l’amministrazione comunale. «Il sindaco si è impegnato a dare una sistemata generale a quel cesso di posto», dice Mirabella ridendo senza sapere di essere intercettata. Nel giugno del 2021, circa tre mesi prima dell’evento, in uno dei tanti sopralluoghi al centro fieristico per monitorare lo stato di avanzamento dei lavori, l’assessora si fa accompagnare da un autista del Comune. Constatata l’inerzia, Mirabella avrebbe subito informato Pogliese. E, per accelerare i tempi, avrebbe anche provato a mettersi in contatto direttamente con il direttore dei lavori per conto di una partecipata del Comune. Da questo, però, non avrebbe ricevuto risposta. Circostanza della quale si sarebbe anche lamentata con il sindaco e giustificata con gli organizzatori e Basile.
L’ex rettore e direttore di Clinica chirurgica al Policlinico di Catania – da ieri destinatario della misura interdittiva per 12 mesi – non ha bisogno di giustificazioni. Tanto che, anche di fronte ai dubbi della manager campana su preventivi e servizi offerti, lui chiarisce: «Abbiamo l’opportunità di avere Barbara che, anche per il suo ruolo istituzionale, è dentro a tanti meccanismi cittadini […] Sfruttatela Barbara. È brutta la parola, però, datele 15mila euro e la sfruttate». Qualche giorno dopo, la manager della società, parlando con un interlocutore confida che di affidarsi a Mirabella «me lo hanno imposto, sinceramente! Io la vedo solo come un appoggio politico». Stando a quanto ricostruito, per fare in modo che il contratto venisse firmato, c’è voluta la mediazione di Basile tra le due donne. Mirabella da una parte e la manager della New Congress dall’altra.
Il primo terreno di scontro sarebbe stato quello economico: 15mila euro (poi diventati 10mila) richiesti da Mirabella, mentre la società avrebbe voluto riconoscerle una cifra non superiore a 1000 euro. Una differenza enorme che rischiava di fare saltare tutto: «Fai una cosa, riteneteci fuori dal progetto – riferisce di aver detto Mirabella alla manager parlando con una sua collaboratrice – Quando hai bisogno di un aiuto, io te lo do. Non a te, ma al professore (Basile, nrd). È che al telefono io non ti posso dire che cosa ho fatto per loro (per la New Congress, ndr)». In ogni caso, alla fine, il contratto viene firmato: «Mi sono messa anche a piangere – dice ancora Mirabella alla collaboratrice – che questa (la manager campana, ndr) finalmente ci ha firmato il contratto dopo due anni che le faccio da cameriera, ‘sta troia!».
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