La guardia di finanza ha trovato due anfore e un vaso di origine medievale all'interno di uno degli immobili, di proprietà di Giuseppe Burgio, posti sotto sequestro a febbraio. Denunciata anche la moglie. La coppia rischia una pena da uno a sei anni. I beni sono stati affidati alla Soprintendenza. Guarda la foto
Agrigento, reperti bizantini a casa di imprenditore Era stato già fermato per bancarotta fraudolenta
Due anfore di epoca bizantina e un vaso medievale. Sono i reperti sequestrati dalla guardia di finanza a casa dell’imprenditore Giuseppe Burgio, arrestato a ottobre con l’accusa di bancarotta fraudolenta nell’ambito del fallimento della società immobiliare Hopaf srl e un mese fa destinatario di un provvedimento di congelamento dei beni per un valore complessivo di 16 milioni e 500mila euro.
Le Fiamme gialle si sono imbattuti negli oggetti di interesse storico-artistico, durante l’apposizione dei sigilli a uno degli immobili sequestrati. Non ottenendo adeguate giustificazioni dalla moglie di Burgio, i militari hanno chiesto parere alla Soprintendenza che ha confermato l’origine delle anfore e del vaso, occupandosi della loro custodia. Per Burgio e la coniuge Maria Ragusa è scattata la denuncia per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, reato che prevede una pena da uno a sei anni.