Agrigento, l’acqua ‘regalata’ ai privati

da Salvatore Petrotto,
ex sindaco di Racalmuto, tesimone scomodo delle ‘stranezze’ nella gestione
dell’acqua ad Agrigento e provincia  – stranezze che lui ha sempre denunciato –
riceviamo e volentieri pubblichiamo.
La storia che il protagonista diretto di questo racconto relaga ai nostri lettori è anche uno spaccato di come funziona la Giustizia nel nostro Paese.

Se consultate il giornale online ‘Grandangolo’, diretto da Franco Castaldo, servizi e foto, ci forniscono la plastica immagine di un Presidente della Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D’Orsi, ormai tenuto al guinzaglio. Una sorta di visconte dimezzato, a seguito di un’inchiesta giudiziaria che lo ha visto protagonista di una suggestiva performance ad Italia 1, alle prese con l’assalto delle Iene. Che figura!
Su youtube potete ammirarlo in tutto il suo splendore! Figura che fa il paio con quella del suo predecessore, qualche mese fa, caduto anch’egli nella trappola delle Iene. Ci riferiamo all’onorevole Enzo Fontana, Pdl, vicino al numero uno-bis del partito, Angelino Alfano (perché nel Pdl, checché se ne dica, il vero numero uno resta Silvio Berlusconi, con o senza donne). A Fontana, qualche tempo fa, hanno detto se era favorevole alla vendita del Colosseo o della Fontana di Trevi, per risanare il bilancio dello Stato… Il perplesso Fontana, in un primo momento, ha detto di essere contrario. Ma quando l’intervistatore gli ha riferito che Berlusconi era favorevole e che Italia 1 era di Berlusconi e che dichiarandosi contrario, il Fontana rischiava la ricandidatura, si sono visti costretti a rifare l’intervista.
La seconda dichiarazione di Fontana ha superato anche le più incredibili aspettative! L’onorevole alfanian-berlusconiano di Agrigento, per salvarsi la poltrona, ha dato il meglio di se stesso! Si è dichiarato favorevole alla vendita della Fontana di Trevi e di tutti i maggiori beni artistico-monumentali italiani ed al relativo smontaggio, con tanto di spedizione magari in Cina, in Giappone od in Russia. Alla proposta di accontentarci in Italia soltanto di una copia dei nostri monumenti nazionali, da collocare al posto degli originali, il Fontana ha annuito, ha detto di essere pienamente d’accordo!
Insomma: l’onorevole Fontana da Agrigento è riuscito a rubare, seriamente, la scena persino all’indimenticabile comico Totò, quando in un suo memorabile film si vendeva la Fontana di Trevi! Ma per lo meno Totò ci lasciava l’originale sul posto!
Il berlusconiano ed alfaniano Fontana, roba da non crederci, ha dichiarato, seriamente che sarebbe disponibile, se dipendesse da lui, a disfarsi ed a far rimontare all’estero non solo la Fontana di Trevi, ma anche tutti i più prestigiosi e conosciuti monumenti nazionali. Il tutto per fare ‘cassa’! Andatevelo a vedere su youtube: è una goduria!
Con i Presidenti della Provincia regionale di Agrigento, non credo che ci abbiamo azzeccato tanto, direbbe il mio ex amico Antonio Di Pietro. Comunque il divertimento, urbi et orbi, è assicurato. Adesso abbiamo scritto a “Chi l’ha visto?”, per tentare di ritrovare quel battagliero Presidente Autonomista, lombardiano di ferro Eugenio D’Orsi, che usciva indossando la maglietta recante la scritta SE IL PRESIDENTE DELLA REGIONE, RAFFAELE LOMBARDO E’ MAFIOSO ED ALLORO SONO MAFIOSO ANCH’IO! Dov’è andato a finire quel vulcanico Don Chisciotte che combatteva contro, non tanto i mulini, bensì i politici a vento che gli soffiavano da dietro per farlo volare alto, con il suo sogno di realizzare l’aeroporto di Agrigento?
Son bastati quaranta palmizi nani piantati nella sua villa, qualche missione, un incaricuccio o un lavoretto di troppo e Le Iene e via D’Orsi: verso l’Infinito ed Oltre! O forse, e ci dispiace, verso l’inferno ed oltre!
Purtroppo non è atterrato sulla pista di quel suo tanto agognato aeroporto, ma dentro l’aula del Tribunale di Agrigento, a rispondere di peculato, falso, truffa, abuso d’ufficio e chi più ne ha, più ne metta!
Adesso è costretto a subire un processo per direttissima. Ma è stato anche chiamato, ancor più direttamente, a sbrigare, in fretta e furia gli affari dell’Ato idrico di Agrigento, di cui ne è presidente. Per assecondare Girgenti Acque, la società di gestione dei servizi idrici della provincia di Agrigento. Un giorno seduto tra i sindaci agrigentini ed un altro giorno tra avvocati e giudici di ogni dove, costretto a difendersi da una miriade di piccole accuse che sembrano una roba degna di ladri di polli. Alle quali noi non crediamo!
Pensate un po’, è accusato di aver fatto piantare nel suo giardino delle palme, e pure nane, di proprietà della Provincia di Agrigento. E chi lo difende? Ma l’avvocato difensore di Girgenti Acque, Giuseppe Scozzari, già ex amministratore, proprio di Girgenti Acque. Si tratta della società alla quale, il povero e disgraziato D’Orsi, meno di una settimana fa, ha dovuto capitolare, per ovvie ragioni. Ha dovuto affidare, ed immediatamente, una prima trance di finanziamenti, all’incirca 60 milioni di euro, di fondi europei, stanziati dalla Regione, retta dal personaggio raffigurato nelle serigrafie stampate nelle magliette dell’ultras D’Orsi, il Presidente Raffaele Lombardo. Chi l’ha detto che la Regione non spende i fondi europei? Ecco dove finiscono i sokdi di Bruxelles: nel pozzo senza fondo di Girgenti Acque!
Un’altra coincidenza, una pura e semplice coincidenza, è costituita dal fatto che, il pubblico ministero che accusa D’Orsi, ovvero Giacomo Forte, è lo stesso Giacomo Forte che ha rappresentato la pubblica accusa a favore di Girgenti Acque, in un altro processo.
D’Orsi on ha avuto alcuna esitazione a firmare l’assegnazione, a Girgenti Acque, degli oltre 60 milioni di euro, da spendere in 16 Comuni della provincia di Agrigento. Il 18 gennaio del 2012. E chi come me può dimenticare quella data! Sino a quel giorno, rimanendo in piedi soltanto una pesante accusa nei confronti del sottoscritto, il dado ancora non era tratto! Ci voleva un’esemplare e memorabile condanna a favore di Girgenti Acque, per sbloccare una marea di centinaia di milioni di euro di finanziamenti pubblici! E così è stato.
I soldi, i picciuli, direbbero a Palermo, non erano ancora affluiti nelle ‘casse’ di Girgenti Acque. Bisognava attendere una condanna che era nell’aria, era in ‘viaggio’. Mi riferisco ad una condanna che era funzionale a salvare i destini economici ed il business delle acque, nella provincia più assettata d’Italia. E spiego adesso perché. La storia è emblematica. Seguitemi.
Lo stesso giorno e la stessa ora della firma del Presidente Eugenio D’orsi, di quel fatidico contratto di assegnazione a Girgenti Acque, della prima ‘fettina’ di 60 milioni di euro, di una prima torta di oltre duecentocinquanta milioni di euro, che cosa poteva e doveva succedere? Ma, naturalmente, stava uscendo fuori la ‘liberatoria’ condanna nei miei confronti! E mentre i miei ex colleghi sindaci di 16 Comuni dell’Agrigentino, brindavano felici per il successo conseguito, regalando l’acqua pubblica ed i primi 60 milioni di euro ad una società, di fatto, in mano ad alcuni facoltosi privati, per me è stata riservata una sofferta condanna.
Così impara, avrà sicuramente esclamato più di qualcuno, che cosa significa contrastare in sede penale, civile ed amministrativa, una società che assieme alla NESTLE’ sui Monti Sicani, finalmente ha potuto dare un definitivo calcio in culo, con tanto di sentenza giudiziaria, a chi come me, difende l’acqua pubblica. Ed alla faccia anche del recente plebiscitario referendum che ha abrogato la legge sulla privatizzazione dell’acqua!
Insomma si tratta di una condanna comminatami, non so per quale motivo. Si ha la terribile sensazione che si tratta di un indescrivibile scandalo politico-giudiziario, da me denunciato da anni! Visto che l’allora amministratore delegato di Girgenti Acque, ha posto in essere un tentativo di corruzione perpetrato ai miei danni! Come del resto aveva, in precedenza, sentenziato il giudice Alberto D’Avico, del Tribunale di Agrigento. Io, assieme ad altri sindaci ed avvocati, avevamo denunciato, anche penalmente, in tutte le sedi giudiziarie, proprio Girgenti Acque che si stava, ingiustamente, impadronendo di strutture, impianti e dell’acqua pubblica.
Inspiegabilmente, la conclusione a cui è pervenuto il dottor Giacomo Forte, della Procura della Repubblica di Agrigento, assieme all’avvocato di parte civile ed ex amministratore di Girgenti Acque, è stata un po’ sbalorditiva! Il dottor Giacomo Forte ha cioè sostenuto che denunciare un’azienda, ottenendo tra l’altro dei pronunciamenti di diversi suoi colleghi giudici che hanno condannato, per l’appunto, Girgenti Acque, anche a risarcire decine di milioni di euro, significa, perpetrare un tentativo, addirittura, di concussione contro quell’azienda!
Forte no, la conclusione, direbbe Adriano Celentano. Veramente forte! Come dire che, se io denuncio penalmente una società che gestisce in malo modo un servizio, mandandoci acqua inquinata dentro le case, inquinando le acque del mare agrigentino per la mancata depurazione dei liquami fognari, si impadronisce dell’acqua pubblica, senza avere peraltro alcuna concessione da parte della Regione.
Ebbene, Se denuncio questo e tanto altro ancora, lo avrei fatto per esperire un tentativo di concussione! Chiedo per queste ed altre ragioni che si ristabilisca la verità! Intanto, proprio il giorno di questa mia kafkiana condanna, con la benedizione e gli ossequiosi ringraziamenti del sindaco di Agrigento, Marco Zambuto e del sindaco di Caltabellotta e vice presidente dell’Ato idrico di Agrigento, Calogero Pumilia, il Presidente Eugenio D’Orsi, non sappiamo se obtorto-collo, ha dovuto firmare questa ingente assegnazione di 60 milioni di euro proprio a Girgenti Acque.
Ieri invece, si è dovuto recare, con le ali calate ed un tono assai dimesso, non degno della sua fama di indomito battagliero lombardiano, al cospetto del dottor Forte, lo stesso pubblico ministero che è riuscito a strappare una condanna contro di me ed a favore di Girgenti Acque. Immaginate che cosa ha potuto, assai malignamente, pensare uno come me che ha frequentato Leoluca Orlando o Padre Ennio Pintacuda, ed è stato succube della loro cultura del sospetto quale anticamera della verità!
Mi ero persino permesso di chiedere niente di meno al D’Orsi, non più di qualche mese fa, l’elenco di tutte le persone che lavorano a Girgenti Acque, i cui criteri di selezione, potete immaginare quali siano stati, a detta di quelli come me, portatori della cultura del sospetto!
Quando gli successe il fattaccio delle palme e di tanto altro ancora, volli incontrare il Presidente D’Orsi, il quale fu assai solerte e gentile nel ricevermi nel suo ufficio, alla Provincia. Ero assieme a mia moglie. Malgrado fosse visibilmente amareggiato per le sue vicissitudini giudiziarie, ebbe la forza pure di offrirci un aperitivo. Mia moglie, forse inconsciamente, animata da un istintivo sesto senso, ricordo che non volle accettare nulla! In quella circostanza io ebbi modo anche di parlargli, di quella vicenda, di quel tranello, di quella porcata, o per meglio dire di quel tentativo di corruzione, perpetrato ai miei danni da un amministratore di Girgenti Acque. Tentativo da me ricacciato, risolutamente, ma paradossalmente culminato, per volere del dottor Giacomo Forte, con un mio rinvio a giudizio!
Con non poca commozione, ma con tono molto risoluto, D’Orsi mi disse che m’avrebbe aiutato, perché lui sapeva come fare per dimostrare che dentro quella società, Girgenti Acque, molti politici e non solo, in maniera clientelare e ricattatoria, avevano piazzato tecnici, burocrati ed operai. Mi disse, davanti a mia moglie, ti farò avere presto, entro la prossima settimana, un elenco dettagliato di tutti gli organigrammi e del personale di Girgenti Acque, spiegandoti tutti gli intrecci clientelari che hanno favorito quelle assunzioni.
L’avete visto più D’Orsi ed il suo elenco, comprese le sue scottanti rivelazioni? Ma io e mia moglie, nostro malgrado, ci rendemmo subito conto che D’Orsi ci aveva giocato di brutto! Sapete che cosa è successo dopo quell’incontro con D’Orsi alla Provincia? Neanche un’ora dopo, al viale della Vittoria di Agrigento, la splendida terrazza sul mare della Città dei Templi, lungo la cosiddetta “Passeggiata”, chi andiamo ad incontrare, del tutto casualmente? Ma proprio D’Orsi che colloquiava con Giuseppe Scozzari, avvocato difensore di Girgenti Acque, contro di me e che, da quel giorno, fu scelto quale avvocato difensore da D’Orsi.
Che bel servizio mi ha reso il Presidente D’Orsi, andando a riferire all’avvocato di Girgenti Acque, Giuseppe Scozzari, quanto ci eravamo detto nel suo ufficio alla Provincia! Che campionario di lealtà umana abbiamo scoperto, con sconfortante amarezza, io e mia moglie! Capimmo subito tutto, D’Orsi mi aveva venduto! Sapeva che proprio Scozzari era il mio più accanito nemico, visto che era stato ex amministratore e poi battagliero avvocato difensore di Girgenti Acque. Per non parlare del fatto che, sempre l’avvocato Giuseppe Scozzari, a suo dire, nel 2001, non era stato rieletto parlamentare nazionale per colpa mia!
Nel 1994 e nel 1996, da sindaco di Racalmuto, assieme ad altri, lo sostenemmo e lo facemmo eleggere per ben due volte deputato! Senonché, alle consultazioni nazionali del 2001 io decisi di candidarmi nella lista ‘talia dei Valori’, con Antonio Di Pietro, malgrado Scozzari mi avesse consigliato di non candidarmi, dicendomi che egli non l’avrebbe perdonato neanche a suo padre. Figuriamoci a me! E così è stato.
Tant’è che con la sua difesa di Girgenti Acque, mi ha voluto dimostrare che l’ora della vendetta era scoccata. Nel corso di un’udienza in Tribunale, davanti a mia moglie ed al mio avvocato, proprio Scozzari esternò, davanti a tutti, il suo decennale rancore ed odio nei miei confronti, dicendomi che ero stato il suo carnefice. E di queste cose il nostro ambiguo, per dir poco, D’Orsi, ne era a conoscenza. Ma io, ingenuamente, non ci avevo mica pensato! Non sapevo, tra l’altro, che D’Orsi, proprio il giorno del nostro incontro, avrebbe ufficializzato alla stampa la scelta, quale suo difensore, proprio dell’ex deputato, dell’ex amministratore ed avvocato di Girgenti Acque!
Lo stesso Scozzari, sosteneva in maniera arrembante, assieme al pubblico ministero, Giacomo Forte, la pubblica accusa contro di me ed a favore di Girgenti Acque. Che stupido sono stato!
Caso ha voluto che lo stesso giudice Giacomo Forte, questa volta a parti invertite, accusa l’illustre cliente dell’avvocato Giuseppe Scozzari, Eugenio D’Orsi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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