«Un tragico accidente», epilogo di un matrimonio già finito. L'ex leader del Movimento 5 stelle a Catania, oggi passato al misto, dice di non spiegarsi cosa sia successo. La telefonata con il vicesindaco doveva restare privata, e neppure diventare una registrazione
Affaire Grasso, quell’audio finito nella chat sbagliata «Conosco bene Bonaccorsi, erano toni tra due amici»
«Un tragico accidente». A chi lo ha raggiunto in queste ore, Giovanni Grasso ha confidato tutta la sua amarezza, ma anche una certa dose di disorientamento. «Non so come sia stato possibile, e neppure come quella telefonata sia diventata una registrazione». C’è un colloquio tra il leader caduto in disgrazia del Movimento 5 stelle a Catania e il numero due dell’amministrazione Pogliese, il vicesindaco e assessore al Bilancio Roberto Bonaccorsi, nell’audio che doveva restare privato e che, invece, è finito nel posto che più sbagliato non si può. Cioè una chat del gruppo pentastellato, il più numeroso al Comune di Catania, fino ad aprile guidato proprio da Grasso, docente dell’Istituto Bellini, l’anno scorso candidato sindaco del Movimento.
La conversazione, di cui ha dato notizia il sito l’Urlo, diventa così più pericolosa di una miccia esplosiva. Perché la telefonata è tutta dedicata a Lidia Adorno, compagna di partito di Grasso. La consigliera comunale, nei giorni precedenti alla chiamata, aveva avuto l’ennesimo durissimo scontro in aula con il vicesindaco. In ballo, come ha ricostruito l’Agi, c’è anche una querela che Bonaccorsi vorrebbe destinare alla grillina per le sue dichiarazioni sul caso dei bagni pubblici del Comune. Uno sperpero da oltre 900mila euro, cioè lo spropositato costo dell’appalto per la pulizia di nove toilette pubbliche, vicenda trattata nelle scorse settimane anche dalle testate nazionali. I riferimenti che Adorno compie citando il periodo in cui Bonaccorsi ricopriva già l’incarico in giunta – erano gli anni del sindaco Raffaele Stancanelli, l’accusa della consigliera era che già allora l’assessore avrebbe potuto accorgersene – indispettiscono il vicesindaco che trova in Grasso una sponda amichevole. «Il colpo giusto ci vuole, è così», dice l’ex capogruppo del Movimento 5 stelle, riguardo al proposito di farla «finire» alla consigliera.
Grasso, prima di affidare all’ufficio stampa del comune una dichiarazione, sposta la vicenda sul piano politico. L’accaduto non sarebbe altro che il pessimo epilogo di un matrimonio già finito fra lui e il gruppo M5s. «Mi trovavo ormai da tempo in una posizione isolata rispetto agli altri consiglieri», evidenzia a MeridioNews. «Il Consiglio di Catania è teatro di uno scontro costante fra i vari attori, ma io che sono stato il consigliere più votato della città avverto tantissimo la responsabilità del ruolo del consigliere e tutta questo dibattito sterile non mi piace». Grasso rievoca il momento in cui la sua difformità di vedute rispetto agli altri grillini era emersa chiaramente: «In campagna elettorale avevamo detto di essere contro il dissesto e infatti non l’ho votato, al contrario del resto del gruppo». Restano aperti gli interrogativi su come quella telefonata sia diventata una registrazione: «Non ho ancora capito come sia potuto succedere, ho un’età e con le chat non ho molta dimestichezza», si schernisce il consigliere che ha già aderito al gruppo misto. Della possibile espulsione dal Movimento, Grasso dice di aver appreso dai giornali: «Non ho parlato con i vertici, ho comunque già chiesto scusa a tutti gli altri per una chiacchierata accidentalmente diventata pubblica ma che doveva restare privata».
Ma perché tanta sintonia con un esponente del centrodestra? «Io e Roberto ci conosciamo da decenni, ho stima della sua persona, i toni erano quelli che si adottano tra due amici e nascevano dal mio disagio politico, nulla di personale verso i soggetti coinvolti». Lidia Adorno – che già ha avuto un confronto con la procura di Catania – ha intanto rinviato ogni commento a una conferenza stampa fissata per sabato 1 giugno. La consigliera su Facebook ha invocato un passo indietro del vicesindaco: «Adesso il sindaco Pogliese di fronte a questo linguaggio indecente, cosa farà? Chiediamo le dimissioni di Bonaccorsi». A microfoni spenti, vari attivisti ci vanno giù duro verso Grasso, ritenuto quasi un sabotatore interno in combutta con la maggioranza di centrodestra.