Un imprenditore edile catanese impegnato in lavori a Centuripe, in provincia di Enna, avrebbe subito per mesi costanti pressioni da parte degli uomini del clan Santangelo attivo ad Adrano ma longa manus dei santapaoliani nella cittadina adranita e nel suo hinterland. L’uomo aveva ricevuto frequenti pressioni affinché mettesse a disposizione del clan i propri mezzi edili, con la minaccia che qualora non avesse acconsentito a tale richiesta, avrebbe ricevuto gravi ritorsioni durante i lavori svolti a Centuripe. Lo scorso dicembre i carabinieri della compagnia di Nicosia, dopo una specifica segnalazione, hanno avviato le indagini per mettere un freno all’azione estorsiva del gruppo Santangelo.
Nella mattinata di oggi, i militari dell’arma del comando provinciale di Enna e Catania hanno posto a fermo di polizia giudiziaria Salvatore Crimi, 30 anni, di Adrano, presunto esponente dei Santangelo. L’uomo è accusato di estorsione aggravata e continuata in concorso, con l’aggravante di avere agito con metodo mafioso e al fine di agevolare l’associazione di tipo mafioso Cosa Nostra e specificamente il clan Santangelo di Adrano, collegato alla famiglia Santapaola di Catania. Il fermo di Crimi non è altro il risultato finale di un’indagine che ha portato lo scorso cinque gennaio i militari dell’Arma, dopo una serie di pedinamenti e servizi di osservazione, ad arrestare in flagranza, Antonino D’Agate di 29 anni e Giuseppe Verzì di 39 anni, ritenuti gli esecutori materiali della presunta estorsione.
Per gli inquirenti, Crimi avrebbe ordinato ai due arrestati di prelevare i mezzi della ditta fatta oggetto di estorsione. D’Agate e Verzì furono bloccati, dopo un lungo pedinamento, nei pressi della zona commerciale di Misterbianco, mentre si trovavano alla guida di un camion rubato poco prima all’imprenditore catanese. In quella circostanza gli arresti furono convalidati dalla procura della Repubblica di Catania che trasmise successivamente gli atti per competenza a quella di Enna, non essendo ancora chiara la matrice mafiosa del reato. Crimi, una volta fermato, è stato condotto nel carcere di Catania Bicocca, mentre D’Agate e Verzì, colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare del gip di Enna, a seguito della sentenza del tribunale del riesame di Caltanissetta, provvedimento preso prima ancora della contestazione dell’aggravante della matrice mafiosa, si trovano ai domiciliari.
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