Acqua, tutto come prima. Anzi, peggio di prima

Purtroppo, i nostri dubbi sulla gestione dell’acqua in Sicilia si stanno materializzando. Siamo davanti a una sceneggiata politica che ha un solo obiettivo: lasciare tutto come prima. Anzi, peggio di prima. Cioè nelle mani dei privati. Non sappiamo se questo ‘nobile’ obiettivo si ci arriverà con una proroga degli Ato idrici, rinviando l’approvazione di una legge al prossimo anno, o con l’approvazione di una legge-beffa entro quest’anno.

La cosa che dispiace è che a questo gioco delle parti – di certo inconsapevolmente -abbia partecipato anche il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle che, con Giampiero Trizzino presiede la quarta Commissione legislativa dell’Ars.

I fatti sono noti. Dopo sei mesi di discussioni su un disegno di legge che sintetizzava le posizioni del Forum per l’acqua pubblica e di alcuni settori del Pd, la Commissione Ambiente e Territorio dell’Ars ha deciso di mettere da parte il disegno di legge sul quale lavorava da sei mesi per avviare l’esame del disegno di legge del Governo, presentato dall’assessore regionale, Nicolò Marino.

Una decisione assurda, perché il disegno di legge del Governo prevede, tra le altre cose, il mantenimento nel settore idrico siciliano dei privati. Al contrario dei disegno di legge del Forum e del Pd, che prevede invece il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua, così come stabilito democraticamente nel nostro Paese dal referendum del giugno del 2011.

Due giorni fa, in un comunicato che il nostro giornale ha pubblicato integralmente, il presidente Trizzino ha affermato che alla decisione di mettere da parte il disegno di legge del Forum per l’acqua pubblica e del Pd, per inserire all’ordine del giorno il disegno di legge del Governo, la Commissione è arrivata con un voto.

Purtroppo dobbiamo smentire il presidente Trizzino. Nella seduta della Commissione Ambiente e Territorio dello scorso 13 giugno, quando l’assessore Marino ha presentato il disegno di legge voltafaccia, non c’è stata alcuna votazione. Questo si evince dai verbali della Commissione.

C’è stata una discussione, peraltro molto breve. Solo l’onorevole Cirone manifesta qualche perplessità. Mentre i pochi deputati presenti – Sodano, Sorbello, Sudano e Fazio – sono tutti d’accordo nel togliere il disegno di legge che punta all’acqua pubblica per sostituirlo con il disegno di legge che prevede l’esatto contrario.

Lo ripetiamo: nel caso in questione, i due testi sono per molti versi opposti. Il disegno di legge d’iniziativa popolare punta alla pubblicizzazione del servizio idrico. Il testo del Governo, presentato dall’assessore Marino, prevede, invece, tra le altre cose, il mantenimento dei privati nella gestione dell’acqua.

A questo punto, trattandosi di due testi opposti, il presidente della IV Commissione legislativa, il grillino Giampiero Trizzino, avrebbe dovuto, a nostro modesto avviso, sospendere i lavori e riconvocare la Commissione in seduta plenaria. E mettere ai voti la proposta di ‘cassare’ il disegno di legge d’iniziativa popolare e per avviare l’esame del disegno di legge del Governo. Questo perché l’argomento che i stava trattando era troppo importante per essere esaminato con una scrollata di spalle!

Invece, incredibilmente – questo, almeno, è quello che si legge nei verbali della riunione della IV Commissione del 13 giugno scorso – è stato lo stesso presidente Trizzino a “prendere atto” di quanto stava accadendo e a proporre ai parlamentari della Commissione presenti quel giorno di mettere da parte il disegno di legge sulla ripubblicizzazione dell’acqua d’iniziativa popolare per iniziare l’esame del disegno di legge del Governo.

In questa storia ci sono tre aspetti politici gravi. Vediamoli.

Primo. Il 13 giugno scorso, in IV Commissione legislativa dell’Ars, è andato in scena il voltafaccia di un Governo e di un presidente della Regione, Rosario Crocetta, che, in campagna elettorale si era schierato per l’acqua pubblica e che – per motivi che lo stesso Crocetta dovrebbe spiegare – improvvisamente cambia idea. Trattandosi di due testi per molti versi opposti, il presidente Trizzino avrebbe dovuto fare votare la Commissione e comunicare l’esito del voto.

Anche per rendere noto ai siciliani chi, tra i parlamentari regionali della IV Commissione, è d’accordo per l’acqua pubblica e chi per la gestione idrica nelle mani dei privati.

Secondo. Nei giorni scorsi il presidente Trizzino ha inviato un comunicato dove ci invita a leggere i verbali. Precisando che è stata la Commissione che lui presiede, con una votazione, e non lui, a ‘cassare’ il disegno di legge d’iniziativa popolare e a mettere in discussione il testo del Governo. Peccato che i verbali che lo stesso Trizzino ci ha invitato a leggere raccontano – come tutti possono verificare collegandosi con il sito dell’Ars – una verità opposta: e cioè che non solo non c’è stata alcuna votazione, ma che, su sua proposta, la IV Commissione ha accettato il voltafaccia del Governo, ‘cassando’ il disegno di legge d’iniziativa popolare sulla rupubblicizzazione dell’acqua e mettendo all’ordine del giorno il disegno di legge del Governo. La cui discussione sarebbe iniziata il successivo 19 giugno.

Terzo. Il presidente Trizzino ha più volte ribadito di essere d’accordo sul disegno di legge per il ritorno all’acqua pubblica. Eppure dai verbali della seduta del 13 giugno questa volontà non traspare.

Qualche considerazione, infine, sul gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle. Prendersela con il solo Trizzino in un argomento così delicato non sarebbe corretto. Anche perché, quando ci sono di mezzo grandi interessi (con politici che hanno interessi diretti nelle società private che operano nel settore idrico siciliano), il pesce, si sa, puzza sempre dalla testa.

I parlamentari di questo gruppo che, ‘aristocraticamente’, pensano di essere degli incompresi, sappiano che noi le cose le comprendiamo benissimo: anche le cose che, di certo in buona fede, in questa bruttissima storia, a loro sono sfuggite.

 

 


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