Due lavoratori ammalati sono stati mandati a casa dalla ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti. La motivazione sarebbe legata al superamento del numero delle assenze per malattia previste dal contratto. A partire dalle tre del mattino di oggi si sono incatenati ai cancelli del deposito mezzi
Acireale, protesta di due operai malati di tumore Licenziati dalla Tekra, ora attendono la prefettura
«Siamo stati licenziati senza una dovuta spiegazione. Nonostante abbiamo portato i nostri referti medici, la ditta non ci ha ascoltato». Sono le parole pronunciate da uno dei dipendenti della Tekra – ditta che si occupa della gestione dei rifiuti ad Acireale – che oggi ha deciso di protestare insieme a un altro collega, anche lui licenziato e con un tumore in fase terminale. I due operai di 56 e 63 anni, malati gravi e con figli, dal 26 marzo si ritrovano senza lavoro e con una pesante patologia da affrontare. Così hanno pensato di incatenarsi davanti al cancello di via San Girolamo ad Acireale, sede del deposito dei mezzi della Tekra, e dare vita ad una protesta a partire dalle tre del mattino. Avvertiti dell’iniziativa, sul posto sono accorsi i colleghi e alcune sigle sindacali.
A mezzogiorno, provati dal sole e dalla lunga mattinata passata davanti ai cancelli dello stabilimento, i due operai vengono assistiti dai colleghi, mentre con i sindacati si cerca di trovare un punto d’incontro. «Da più di 30 anni svolgevo il servizio di autista della nettezza urbana e adesso mi trovo licenziato quando mi mancava un anno per andare in pensione – spiega il lavoratore – Chi deve fare i conti con una grave patologia e nonostante tutto deve andare avanti è trattato come un animale, o come se fosse una nullità». Secondo l’uomo, la ditta starebbe pensando di sostituirli con dei precari con contratti a tempo determinato.
A mattinata inoltrata, intanto, l’ex dipendente sembra voler desistere, condizionato anche dai dolori allo stomaco per via del tumore alla vescica. Quando la situazione sembra ormai andare per le lunghe, i sindacati insieme alle forze dell’ordine riescono a prendere un appuntamento con la prefetta di Catania Silvana Riccio, incontro che dovrebbe avvenire entro il prossimo martedì. Quindi, intorno alle 13, gli operai si decidono a sciogliere la protesta, e il punto viene liberato dalle sedie e dagli ombrelloni.
A manifestazione cessata, i malumori e i licenziamenti restano. Infatti l’azione di stamattina non era isolata: già da qualche giorno era stata decisa una manifestazione degli operai della Tekra che si sarebbe dovuta tenere stamane in piazza Duomo con l’obbiettivo di parlare col commissario Salvatore Scalia. Manifestazione che però non è avvenuta visto che le attenzioni si sono spostate tutte sui due dipendenti incatenati. Secondo alcuni operai e alcune sigle sindacali, a gravare sui dipendenti sarebbero alcune condizioni venute a mancare: «Chiediamo un confronto serio, anche davanti alle istituzioni, in particolare con la prefettura di Catania – afferma Santo Gangemi di Ugl -. La protesta fa vedere come due persone non sopportano più tutta questa situazione. Noi chiediamo il reintegro dei dipendenti e la rescissione del contratto che lega la ditta al Comune, perché secondo me ci sono i requisiti: mancati pagamenti, mancata applicazione dei contratti e rispetto di alcune norme sulla sicurezza nei cantieri di lavoro».
Adesso si aspetta l’incontro dei prossimi giorni in prefettura, mentre un secondo tavolo a cui saranno presenti anche esponenti dell’azienda – che per il momento non sembra esprimersi – si terrà giorno 29 all’ispettorato del Lavoro. «Gli operai sarebbero stati licenziati per superamento del computo delle assenze per malattia – dice Corrado Tabita Siena di Usb -, i licenziamenti dei due operai sono stati impugnati. Tuttavia, da parte della ditta ci si aspettava un comportamento più umano: poteva sedersi con gli operai e le sigle sindacali trovando una soluzione umana al problema».