Settemila euro per andare in giro e prendere coscienza di una situazione già conosciuta da tutti in città. Fa discutere ad Acireale la relazione prodotta dalla IV commissione consiliare permanente nell’ambito del Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (P.e.b.a.). Ad accendere i riflettori sui lavori della commissione – composta dai consiglieri Riccardo Castro, Gaetano Di Mauro, Valentina Pulvirenti, Giuseppe Vasta e Lorenzo Leotta – è stato il locale Movimento 5 Stelle: «Ventuno commissioni da agosto a dicembre – scrivono in una nota i portavoce pentastellati – per un costo totale di circa 6mila 500 euro, circa 1.300 per consigliere; ai quali va aggiunto il rimborso complessivo di 542 euro per il segretario della commissione».
Una spesa ritenuta eccessiva a fronte di un impegno che sembrerebbe aver prodotto poco più che un elenco delle carenze infrastrutturali (Leggi la relazione integrale della commissione del Piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche) che caratterizzano Acireale, le stesse comuni a tante altre del comprensorio etneo: «Il lavoro fatto – continua il M5S acese – rasenta il dilettantismo confermando lo stile di questa strombazzante amministrazione. Le riunioni di commissione erano semplici passeggiate di circa un’ora con una mera elencazione delle criticità architettoniche rilevate». Ispezioni che, stando così le cose, avrebbero potuto effettuare gli uffici comunali: «Tutto ciò poteva essere svolto dai tecnici preposti del Comune, con gli strumenti informatici adatti e georeferenziando la mappatura prodotta», concludono.
Di avviso diverso, invece, il consigliere Riccardo Castro che della IV commissione consiliare permanente è il presidente: «Ho già avuto modo di confrontarmi con il M5S – spiega al telefono –. Se la commissione ha operato questi sopralluoghi è perché il problema delle barriere architettoniche ad Acireale non è mai stato affrontato. Già nella passata amministrazione ho cercato di sollevare il problema, ma mi sono ritrovato a dover fare i conti con una diffusa ignoranza su cosa fosse il P.e.b.a.». Mancate conoscenze che riguarderebbero anche il personale a disposizione del Comune e che sarebbero all’origine della decisione della commissione di effettuare direttamente le ispezioni: «A chi dice che queste operazioni avrebbero potuto svolgerle gli uffici – continua Castro – rispondo che, date l’esiguità del personale a disposizione, della grandezza del territorio da mappare e anche della poca competenza in campo di barriere architettoniche, la scelta di operare tramite la commissione è stata la migliore se realmente vogliamo dare il là all’iter che poterà al P.e.b.a.».
In tal senso, nell’aver redatto ventuno verbali contenenti un semplice elenco delle carenze riscontrate – marciapiedi troppo stretti, assenza di scivole a norma, mancanza di semafori acustici ed esercizi commerciali che in molti casi ostruiscono la fruizione dei percorsi pedonali – non ci sarebbe nulla di strano: «Si tratta – prosegue Castro – del primo passo. Il P.e.b.a sarà redatto da un architetto che sta già lavorando partendo dalla nostra relazione e da ulteriori sopralluoghi compiuti in prima persona». Per quanto riguarda il costo per le casse dell’ente di questi sopralluoghi, il presidente della IV commissione rinvia al mittente le polemiche e rilancia: «Oramai non si fa altro che fare riferimento ai gettoni di presenza – replica –. Per quel che mi riguarda, sono d’accordo a togliere qualsiasi rimborso economico per i consiglieri economici. Anzi, le dirò di più: sarebbe il modo migliore per vedere chi ha veramente passione politica».
A dire la propria sulla relazione è anche l’assessore ai Lavori pubblici, Nando Ardita, il quale tuttavia ammette di non aver ancora visionato il lavoro della commissione: «Non ho avuto modo di vedere i verbali – ha commentato Ardita – ma posso affermare sin da ora che non vedo alcuno scandalo nel fatto che una commissione che lavora e dà una mano agli uffici comunali riceva i compensi previsti dalla legge. Si è trattato soltanto di un elenco delle carenze infrastrutturali? Non so – conclude l’assessore – potrebbe anche darsi che i verbali abbiano sintetizzato un lavoro molto più corposo».
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