Aci Catena, l’assessore Barbagallo non si dimette M5s: «Nostro diritto pretendere persone senza sospetti»

«Le parole dell’assessore Barbagallo offendono tutti i cittadini di Aci Catena». È questa la replica del Movimento 5 Stelle all’esponente della giunta Maesano, che stamani aveva dichiarato a L’Urlo non solo di non avere intenzione di dimettersi ma di non capire «perché un movimento, nemmeno rappresentato in consiglio, chieda una cosa così».

Giuseppe Barbagallo, che nel Comune di Aci Catena, è responsabile al bilancio è attualmente sotto processo per reati tributari, dei quali si sarebbe reso responsabile in qualità di legale rappresentante della società Il Feudo Costruzioni s.r.l. Secondo i magistrati, infatti, Barbagallo avrebbe usufruito di due fatture emesse per operazioni inesistenti (in un caso dalla società sportiva Aci Catena Calcio e nell’altro da Arka Costruzioni s.r.l., società nella quale ricopriva la carica di procuratore speciale) al fine di evadere il fisco. Accuse che nei giorni scorsi hanno spinto prima l’associazione antiracket Libera Impresa e poi il Movimento 5 Stelle catenoto a chiedere le dimissioni dell’assessore, e alle quali Barbagallo ha risposto oggi ribadendo la propria volontà di rimanere in carica poiché «non c’è alcuna attinenza con la mia ventennale attività politica».

La spiegazione, però, non soddisfa il gruppo pentastellato: «La nostra richiesta – dichiarano – non fa riferimento ad alcuna incompatibilità di fatto tra il presunto reato e l’attività politica dell’assessore. Anzi da parte nostra non possiamo che augurare all’assessore di riuscire a dimostrare l’infondatezza delle accuse; ciò però non toglie che la sua presenza in giunta alla luce di questa vicenda giudiziaria risulti quantomeno inopportuna». A pesare in particolare è il settore di competenza di Barbagallo: «Se di suo la questione morale dovrebbe già smuovere le coscienze, portando l’assessore a fare un passo indietro per evitare di gettare cattiva luce sull’operato del’amministrazione – proseguono i Cinquestelle –, tutto acquisisce un’importanza ancora maggiore se si pensa che si tratta del responsabile al bilancio del Comune. Barbagallo di fatto è deputato ad amministrare le risorse finanziarie dell’ente e ci chiediamo se sia accettabile che a svolgere questo ruolo sia qualcuno già sotto processo per reati tributari».

Riguardo poi all’aver richiesto delle dimissioni senza neanche essere rappresentati in consiglio comunale, il Movimento 5 Stelle replica in maniera decisa: «Con quella frase, l’assessore offende tutti i catenoti. La nostra richiesta – attaccano i pentastellati – ancor prima che da movimento politico, arriva da cittadini che hanno a cuore la cosa pubblica e hanno il diritto di pretendere che ad amministrare le risorse del Comune sia una persona al di sopra di ogni sospetto. Condizione – concludono – che con il processo in corso, Barbagallo non può garantire. In qualsiasi paese civile, ci si dimette per accuse molto meno pesanti».

Sulla vicenda, intanto, si è espresso il primo cittadino di Aci Catena, Ascenzio Maesano, principale destinatario della lettera di Libera Impresa, nella quale si sollecitava il sindaco a revocare il mandato di Barbagallo, qualora quest’ultimo non si fosse dimesso spontaneamente. Maesano ha dichiarato che la posizione dell’assessore verrà valutata con serenità e «giustezza giuridica» aggiungendo che, per quanto lo riguarda, la bontà della sua azione amministrativa e professione «non può essere messa in discussione».  


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