Accadde oggi, era l’8 giugno 2009 La Primavera rosa vinse lo scudetto

Sono passati ormai otto anni dall’unico tricolore alzato dal Palermo in oltre cento anni di storia. Lo scudetto in questione, però, non è a livello della prima squadra: l’8 giugno del 2009, infatti, furono i giovani della Primavera rosanero a regalare ai siciliani il primo e finora unico scudetto. A Trento, la comitiva guidata da mister Rosario Pergolizzi ebbe la meglio per 1-0 sul Siena guidato da Marco Baroni (tecnico che questa sera si giocherà la promozione in serie A con il suo Benevento contro il Carpi e che proprio in questi giorni è stato accostato ai rosanero) grazie a una rete siglata da Abel Hernandez quasi a tempo scaduto: era l’89’, infatti, quando l’uruguaiano spinse in rete, in scivolata, un pallone messo in mezzo da Pitarresi. A quel punto bastò resistere qualche minuto per laurearsi campioni d’Italia.

Quella rosanero era una squadra composta da tanti giovani di belle speranze: tra i pali c’era Giuseppe Ingrassia, poi la difesa a tre era composta da Andrea Adamo, Alberto Cossentino e Samuele Romeo. Terzini, ma all’occorrenza anche esterni di centrocampo, erano Gianmarco Corsino a destra e Antonio Mazzotta a sinistra, con Guido Davì e Salvatore Temperino a completare la linea mediana. Sulla trequarti ecco Daniele Conti e Gianvito Misuraca, mentre in attacco a giocare la finale fu Abel Hernandez, anche se il vero bomber della stagione fu Marco Giovio. E poi come non citare anche alcune di quelle che all’epoca furono seconde linee ma che si resero ugualmente protagonisti di un’impresa storica come i vari Siragusa, Maltese, Cappelletti, Pellegrini, ma anche Pitarresi, Palmiteri e Carioto. Il mister Rosario Pergolizzi, anche lui palermitano di nascita come molti elementi della squadra, guidò la Primavera rosanero per un’altra stagione, poi invece cominciò ad allenare al di fuori del settore giovanile, guidando Portogruaro, Pavia, Ascoli e infine Marsala.

Dei ragazzi che componevano quella squadra si parlava soltanto in termini positivi, ma quasi nessuno ebbe l’opportunità di compiere il salto in prima squadra. Eccezion fatta per Abel Hernandez, che diventò col tempo uno dei punti fermi dei rosa, mentre il difensore Cossentino esordì con la maglia rosanero nella stagione precedente allo scudetto e poi continuò a giocare in Lega Pro. Poca fortuna poi per Mazzotta e Conti, che svolsero il ritiro precampionato con gli uomini allenati da Zenga, senza però mai riuscire a esordire. Quasi tutti oggi continuano a giocare, alcuni anche in categorie minori. Un vero e proprio peccato per questi ragazzi che, saliti sul tetto d’Italia a livello giovanile, non hanno potuto completare il proprio processo di crescita e valorizzazione con la maglia della propria città anche a livello di prima squadra.

Luca Di Noto

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