Ecco a voi le grandi imprese siciliane: quelle che vivono abbarbicate ai fondi regionali. Che oggi fanno finta di non vedere i passaggi incostituzionali della finanziaria e difendono un governo indifendibile sol perche', se andra' bene, succhieranno. . . Ircac e crias: gli eterni "carrozzoni mangiasoldi" di centrali cooperative e associazioni artigiane
A chi la diamo la ‘mammella’ della Regione? A me, a me, a me, a me, a me, a me, a me, a me…
ECCO A VOI LE GRANDI IMPRESE SICILIANE: QUELLE CHE VIVONO ABBARBICATE AI FONDI REGIONALI. CHE OGGI FANNO FINTA DI NON VEDERE I PASSAGGI INCOSTITUZIONALI DELLA FINANZIARIA E DIFENDONO UN GOVERNO INDIFENDIBILE SOL PERCHE’, SE ANDRA’ BENE, SUCCHIERANNO… IRCAC E CRIAS: GLI ETERNI “CARROZZONI MANGIASOLDI” DI CENTRALI COOPERATIVE E ASSOCIAZIONI ARTIGIANE
Non si placano le polemiche sulla manovra bluff del Governo di Rosario Crocetta che, per la prima volta nella storia del’Autonomia, è riuscito a farsi bloccare dallUfficio del Commissario dello Stato quasi tutta la legge Finanziaria 2014.
Le cronache di questi giorni raccontano una ‘verità’ che, nei fatti, falsifica quanto realmente accaduto. A leggere la presa di posizione di diversi Stakeholder (portatori dinteresse), sembrerebbe che il disastro a cui starebbe andando incontro leconomia siciliana sarebbe da addebitare al Prefetto Carmelo Aronica che in Sicilia ha il ruolo di Commissario dello Stato.
In realtà, il danno incalcolabile alle imprese siciliane – ma anche a enti, associazioni e fondazioni culturali, Parchi e Riserve naturali della Sicilia e via continuando con tanti altri soggetti – è da addebitare ad un Governo incapace di confezionare una manovra finanziaria degna di questo nome.
Di questo non riescono ancora a farsene una ragione i protagonisti dal tavolo regionale per la crescita e lo sviluppo che riunisce undici associazioni di categoria (Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria e Legacoop). Questi signori, tutti attaccati al ‘carro’ del Governo di Rosario Crocetta ad elemosinare spesa pubblica, in molti casi improduttiva e clientelare fanno finta di non conoscere come stanno le cose e giocano a scaricare le pesanti responsabilità – che sono del Governo regionale – sull’Ufficio del Commissario dello Stato.
Ora, scaricare sull’Ufficio del Commissario dello Stato retto dal Prefetto Aronica la responsabilità di un’impugnativa corretta è solo una maniera per prendere le difese di un Governo da quale si attendono chissà che cosa.
Governo Crocetta e Ars (a colpi di maggioranza) hanno varato una Finanziaria incostituzionale. Tanti articoli di questa legge, come quelli destinata al mondo delle imprese siciliane (o presunte tali in alcuni casi) sono stati coperti con risorse indisponibili, in aperta violazione dellarticolo 81 della Costituzione che dispone al terzo comma: Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.
Le Regolazioni contabili, il Fondo rischi (che era stato richiesto già lo scorso anno dalla Corte dei Conti) e i Fondi di riserva non possono essere utilizzati per finanziare interi settori dell’Amministrazione regionale.
Quando questi appostamenti illegittimi vedevano la luce a Sala d’Ercole i responsabili di queste associazioni imprenditoriali erano perfettamente informati. Ma non hanno detto nulla. Così come non hanno proferito parola quando il Governo e l’Ars – in questo caso con soldi ‘veri’, cioè con risorse finanziarie disponibili – hanno deciso di ‘immorale’ un miliardo di euro circa per i precari.
Semmai spieghino, i ‘capi’ di queste associazioni datoriali, come mai non hanno preso posizione prima. Forse sono d’accordo con il presidente Crocetta e con il PD di cui appaiono sempre più esserne parte integrante all’insegna della spesa pubblica ‘allegra’ e improduttiva?
Insomma, contribuire a far passare il messaggio che limpugnativa del Commissario dello Stato costituisca il blocco dello sviluppo in Sicilia è una bugia colossale. Ed è anche sommamente scorretto.
Diciamo di più: il Governo della ‘rivoluzione’ del presidente Crocetta spieghi perché tiene ancora in piedi due mega ‘Carrozzoni mangiasoldi’ come Crias e Ircac. Istituti regionali di credito che, in cinquantanni, hanno sostenuto poche imprese e molta politica.
Lo dobbiamo dire o no che alcune di queste undici sigle partecipano, da decenni, alla sarabanda clientelare di Ircac e Crias? Glielo diciamo ai nostri lettori come stanno le cose?
Le cose stanno così. l’Ircac fornisce il credito alle cooperative? Del consiglio di amministrazione dell’Ircac fanno parte, tra gli altri, i dirigenti delle centrali cooperative. la Crias fornisce il credito alle imprese artigiane? Del consiglio di amministrazione della Crias fanno parte dirigenti delle organizzazioni artigiane. Insomma, da quelle parti, loro se la cantano e loro se la suonano.
Insieme a una politica che, da sempre, fa di peggio. Con commissariamenti che durano oltre i limiti fissati dalla legge, procedendo, negli anni, da illegittimità a illegittimità, con la solare ed olimpica certezza – fino ad oggi in effetti mai smentita – che nessuna ‘autorità’ gli chiederà conto e ragione di tutto questo.
Vogliamo parlare dei dipendenti di questi due ‘Carrozzoni’ che, grazie a un contratto mezzo e mezzo, si ‘bevono’ ciò che di meglio offre il contratto dei bancari e ciò che di meglio offre il contratto dei regionali?
Sarebbe questi i personaggi che fanno la morale, discettando di impugnativa? Non si vergognano?
Ultima notazione su Confindustria Sicilia. Visto che quest’organizzazione, da cinque anni, partecipa con propri esponenti al Governo della Regione, i suoi ‘capi’ avrebbero fatto bene a non unirsi a questa protesta. Perché in questo caso la vicinanza di Confindustria al Governo Crocetta non è ipotizzata: è acclarata.
Invece, avidi come sempre di spesa pubblica regionale – una ‘mammella’ alla quale vivono abbarbicati da cinque anni – che grandi imprenditori! – si sono uniti al coro delle proteste contro un’impugnativa che “danneggia lo sviluppo”. Sì, lo sviluppo delle clientele!