La salma della ragazza ha fatto rientro a Caccamo in una bara bianca. Domani, nella chiesa dell'Annunziata, sarà l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice a celebrare i funerali. Continuano le indagini sul fidanzato 19enne e sui suoi presunti complici
L’autopsia non ha chiarito le cause della morte di Roberta «Gravi le ustioni. Bisogna aspettare gli esami istologici»
«Un corpo dilaniato» quello di Roberta S., su cui nemmeno l’autopsia è stata decisiva per chiarire le cause della morte. «Dall’esame sono emerse gravi ustioni al tronco, al viso, alle braccia e a parte delle gambe». Stando a quanto riferito da Manfredi Rubino, il consulente nominato dagli avvocati che assistono la famiglia della vittima, gli elementi emersi dall’esame autoptico – eseguito dal medico legale Alessio Asmundo nell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Messina – non permettono però di stabilire né l’orario né le cause del decesso.
«Dobbiamo attendere l’esito degli esami istologici sugli organi», aggiunge Rubino. Dopo l’autopsia, la salma della ragazza ha fatto rientro a Caccamo in un bara bianca. Ad attenderla c’erano parenti e amici. Il funerale è già stato organizzato per domani 4 febbraio e sarà celebrato nella chiesa dell’Annunziata dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. Il cadavere della 17enne è stato ritrovato, su indicazione del fidanzato 19enne Pietro Morreale che ora si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, la mattina del 24 gennaio scorso in un dirupo tra le campagne di Monte San Calogero a Caccamo. Diverse parti del copro bruciate, una grande ferita nella parte posteriore del cranio, i jeans abbassati fin sotto i glutei e il cranio rasato. Durante l’autopsia sono stati prelevati anche alcuni campioni di capelli per capire se siano stati bruciati o tagliati.
Unico indagato resta il ragazzo con cui pare che Roberta fosse intenzionata a interrompere la relazione, ma gli inquirenti adesso stanno lavorando per verificare il coinvolgimento di eventuali complici. «Non può escludersi che Morreale sia stato coadiuvato nell’occultamento degli elementi di prova», ha scritto la gip Angela Lo Piparo nell’ordinanza di custodia cautelare. Nei giorni scorsi, i legali che assistevano il 19enne hanno rinunciato al mandato difensivo che, adesso, è stato assunto dall’avvocato Gaetano Giunta. Il giovane, che continua a professarsi innocente, resta in carcere e la sua ricostruzione dei fatti non convince gli inquirenti.