La compagine di Boscaglia, in campo con il 3-5-2 e alle prese con alcune assenze pesanti, deve correggere ancora molti difetti ma è riuscita a tenere testa ad una squadra molto competitiva e certamente più rodata. In evidenza il portiere Pelagotti. Verso la fine del primo tempo negato ai rosanero un rigore netto
Palermo, a Terni il primo punto del campionato E il bicchiere può essere visto mezzo pieno
Diventa quasi automatico, in relazione alla tabella di marcia di una squadra, associare ad un pareggio l’immagine del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Motivo per cui anche il risultato ottenuto a Terni dal Palermo nel primo turno infrasettimanale della stagione del girone C di serie C può tranquillamente rientrare nei confini delineati da questa consuetudine. Da quale prospettiva, sul fronte rosanero, si può inquadrare lo 0-0 maturato allo stadio Liberati? Si tratta di un pari, risultato che per definizione è comunque positivo perché muove la classifica, che può essere accolto dai rosa con una moderata soddisfazione. Per una serie di motivi: innanzitutto per avere affrontato in trasferta una delle candidate alla promozione e poi per altre ragioni che nel registro targato Palermo legittimano l’archivio di questo pareggio nel fascicolo nominato con l’etichetta ‘punto guadagnato’. Diversi elementi spostano verso il segno ‘più’ l’asse delle considerazioni che riguardano la compagine di Boscaglia che, nonostante assenze pesanti come quelle dei terzini sinistri Crivello e Corrado, del jolly offensivo Santana e di fatto anche quella del centrocampista Palazzi costretto al 13’ a lasciare il campo per un problema muscolare, è riuscita a reggere il confronto con un avversario certamente più rodato.
E in un’ottica positiva va inserita anche la sofferenza patita soprattutto nel secondo tempo, frazione di gioco nella quale i rosa (con la spia della riserva accesa dopo le energie spese nel corso di un primo tempo nel quale i padroni di casa hanno sfiorato il gol al 28’ con un tiro alto dell’ex di turno Falletti da ottima posizione al culmine di un inserimento centrale molto simile a quello che a Teramo aveva sfruttato Di Francesco) hanno rischiato in tre occasioni di prendere gol, evitato da due ottimi interventi del portiere Pelagotti (su un destro a giro di Furlan e su una deviazione in scivolata del neo-entrato Raicevic da distanza ravvicinata) e da un salvataggio quasi sulla linea del difensore Accardi, subentrato al 62’ al posto di un Doda ancora in ritardo di condizione in seguito all’infortunio rimediato il mese scorso in ritiro, su una conclusione ‘sporca’ di Raicevic.
Il pari conquistato contro la formazione guidata da Cristiano Lucarelli può essere visto come un primo mattoncino della base su cui potere costruire qualcosa di interessante in vista del prosieguo del campionato ma, come non era giusto fasciarsi la testa dopo il flop di Teramo alla prima giornata, adesso non sembrano esserci le condizioni per fare salti di gioia per il risultato ottenuto contro i neroverdi nel secondo match di fila fuori casa preceduto dalla partita fantasma contro il Potenza. Perché è vero che i rosanero (penalizzati oltretutto dalla mancata assegnazione di un rigore netto al 43’ del primo tempo per un fallo di mano di Suagher non ravvisato dall’arbitro) sono usciti indenni dal Liberati mantenendo peraltro la porta inviolata ma è altrettanto vero che sono ancora tanti i difetti da correggere: la squadra, complici le performance deludenti di attaccanti come Saraniti, molto più a disagio ad esempio rispetto al collega di reparto Rauti che invece con il suo dinamismo ha dato verve al fronte offensivo, non punge e in fase difensiva non dà garanzie in termini di affidabilità.
Occorrono, dunque, equilibrio e pazienza prima di potersi sbilanciare sul reale valore di un gruppo in fieri (note negative riconducibili, ad esempio, anche ad alcune sbavature in difesa del neo-acquisto Somma con la fascia di capitano al braccio si mescolano con aspetti più confortanti come la generosità di Odjer e Broh in mediana o l’applicazione dimostrata da Valente nel ruolo di esterno sinistro a centrocampo nel 3-5-2 disegnato da Boscaglia) e ancora con poche certezze. Una di queste, in ogni caso, è la consapevolezza che il tecnico sarà chiamato ad un duro lavoro, l’unico strumento attraverso il quale il Palermo in occasione dei prossimi appuntamenti potrà avere idee più precise in merito alle proprie ambizioni e, contestualmente, ai tempi necessari per diventare squadra.