Paternò, ospedale senza ambulanze da oltre due anni Ferito ricoverato va in altra struttura con la macchina

Un uomo gravemente ferito a una mano, a causa di un incidente domestico, è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale Santissimo Salvatore di Paternò. Sin da subito, è stata chiara la necessità che a intervenire fossero dei medici specialistici di un altro nosocomio. Dal confronto con gli operatori sanitari, però, è emerso che per il trasferimento in ambulanza i tempi di attesa sarebbero stati incerti

A questo punto l’uomo, accompagnato da un familiare, ha scelto di andare con la propria macchina all’ospedale Cannizzaro di Catania. E così è stato. Adesso, dall’Asp di Catania fanno sapere che, per accertare quanto accaduto, si procederà con delle verifiche interne. Il fatto, che è accaduto durante lo scorso fine settimana, non sarebbe un caso isolato

L’ospedale paternese, infatti, è una della poche strutture sanitarie a non essere dotata di un’ambulanza interna. In pratica, non è a disposizione del parco auto del Santissimo Salvatore un mezzo di soccorso per il trasferimento dei pazienti in un altro nosocomio del territorio. Un problema che esiste da almeno due anni. Tanto che gli autisti che erano in organico al nosocomio di Paternò, sono stati dirottati in altri ospedali dell’Asp.

Per provvedere al trasporto di un ricoverato al Santissimo Salvatore in altre strutture sanitarie si fa ricorso ad ambulanze private del 118 con cui l’azienda sanitaria ha stipulato una serie di convenzioni. In condizioni di ordinarietà, questa dinamica funziona. Di fronte, però, a situazioni di emergenza – come la pandemia del nuovo coronavirus –  può venire fuori qualche inghippo burocratico

Il procedimento di trasferimento, infatti, prevede innanzitutto l’invio di un fax alla sede del 118 (non chiaro se alla centrale operativa del soccorso emergenza o alla sede distaccata della postazione del 118 di Paternò). Bisogna poi aspettare la risposta e l’arrivo dell’ambulanza. Un’attesa che può rivelarsi anche lunga, nei casi in cui il mezzo è già impegnato in altri servizi. Così capita che, come avvenuto lo scorso fine settimana, il paziente scelga di recarsi nell’altra struttura con i propri mezzi


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